16. But amazing.

128 11 0
                                    

DEREK

Non ci faccio molto caso a quei due che, fino a poco tempo fa erano in piedi a chiacchierare sul mio carattere, e su quanto fossi menefreghista nei loro confronti, ma almeno sono riuscito a farli smettere.

O magari...

Mi giro un attimo per controllarli e, a quanto pare, sembra proprio che entrambi si siano addormentati.

Sospiro, pensando a come possa portare in camera sua June.

«A che pensi?» chiede Stef.

«Tsk! Affari miei.» rispondo, provocandole un certo brivido.

«Riguardanti quella June?» mi fa un sorriso ammaccato.

«Ti ho detto che sono affari miei.» gli rispondo seriamente, fregandomene di come se la sarebbe presa.

Come pensavo. Dal suo sbuffare, si riesce a capire perfettamente che si sta scocciando del mio menefreghismo e della mia irruenza, ma non posso fare altrimenti.

Non so neanch'io cosa mi stia succedendo, ed è difficile persino a me stesso capirlo.

Appoggio il gomito sul bracciolo della macchina che c'è al mio fianco e guardo ciò che c'è fuori dal finestrino.

Il college.

«Aspetta. Cosa?!» spalanco gli occhi, per riuscire a svegliarmi prima che Stef parcheggiasse, ma sembra che ormai sia troppo tardi.

«Certo che hai proprio la testa fra le nuvole Morgan. Eh?» mi guarda lei, come se non fosse per nulla stupita di come me la sia presa non appena ho visto il college davanti ai miei occhi.

«Tsk! Mi dovevi portare proprio in questo posto tanto umiliante?» non c'è la faccio più.

Più passano i giorni, più mi sento di pessimo umore in questo posto di merda. E ho incontrato persino una guastafeste che potevo fare a meno di vedere.

«Hey, June» la sveglia con voce delicata Stef. «È ora di svegliarsi. Siamo arrivati».

«Mh...È già ora?» chiede lei, ancora assonnata e incosciente.

«Lascia stare. La porto io.» tolgo la cintura, apro lo sportello della macchina ed esco fuori. Mi fermo un attimo a guardare l'istituto e ora sto ripensando che se non sarei venuto qui, non avrei incontrato neanche James.

In fin dei conti è grazie a Stef che l'ho incontrato. È stata lei a convincermi di venire qui, ed è stata lei ad iscrivermi, anche se ero già autonomo per riuscire a fare l'iscrizione da solo.

Mi giro verso la portiera, la chiudo, ed apro quella posteriore.
«Forza guastafeste. Andiamo.» dico, cercando di prenderla in braccio senza farle sbattere la testa.

Ma certo che dorme proprio come un ghiro.
Non le basterebbero neanche le campanelle del college per svegliarla.

«Mh...Il mio principe...» la sento sussurrare mentre dorme.

Cosa?! Ma che si sarà fumata questa mentre non gli ero io accanto?

The Unspoken TruthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora