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Draco osservava gli occhi di Lucy perso tra i propri pensieri, ignorando involontariamente la ragazza che gli stava parlando. Quelle pozze verde smeraldo lo avevano ammaliato fin dalla prima volta che le aveva incrociate, trovava quelle iridi magnetiche e bellissime, peccato però che negli ultimi tempi erano perennemente spente dalla loro solita vitalità. A dirla tutta non c'era giorno in cui i suoi occhioni non fossero rossi e gonfi e non poteva che attribuirsene la colpa. Perché si, la colpa era tutta sua ed era arrivato alla conclusione che per il suo bene doveva lasciarla, eppure il solo pensiero di farle una cosa del genere, o meglio di farsi una cosa del genere, gli serrava lo stomaco e gli faceva mancare la terra sotto i piedi.

Era l'ennesima prova di quanto fosse egoista, non c'erano dubbi e lo sapeva molto bene. Aveva sbagliato tutto fin dall'inizio: avrebbe dovuto continuare a reprimere i sentimenti che provava verso di lei, limitandosi a disprezzarla -come aveva sempre fatto- e lasciarla in pace. Invece aveva ceduto, portando con sé più danni di quelli che si aspettava nella vita della grifona. Nonostante sapesse che doveva fare quel passo per il suo bene, era troppo impaurito dalla prospettiva di perderla e soffrirne.
Se non avesse fatto lo stronzo con i suoi amici forse in quel momento sarebbe stato tutto diverso. Se non avesse seguito l'esempio del padre, un uomo che disprezzava chiunque respirasse la sua stessa aria, evitando di fare il bulletto con chi gli capitava a tiro, avrebbe potuto viversi la loro relazione alla luce del sole come ogni normale coppia. Ma purtroppo non possedeva una giratempo, non poteva riavvolgere il nastro e ricominciare da capo.

«Ehi mi stai ascoltando?» chiese Lucy notando che il platinato avesse lo sguardo assente «Terra chiama Draco» insistette ridacchiando qualche secondo dopo, sventolandogli una mano davanti al viso imbambolato.

«Mh? che?» domandò lui tornando presente, sbattendo le palpebre confuso e rimandando per la centesima volta quei pensieri contraddittori.

«Ah ci sei allora» scherzò la moretta riportando la mano sul suo petto e sotto al proprio mento «Ti stavo dicendo che il coprifuoco è già iniziato da circa mezz'ora. E per quanto mi piaccia vederti come mammina ti ha fatto, direi che è il caso di rivestirci. Perché dubito fortemente che se Gazza entra dalla porta, sarà felice quanto me di vedere il tuo drachino all'aria»

«Se Gazza entra sono sicuro che guardi prima te che me... e ti prego, per Salazar, non chiamare mai più il mio coso drachino, fa pena» ribatté la serpe lasciandosi scappare un sorriso «Chiamalo il grande martello o...»

«O quel coso che ti taglio se non ti alzi e ti vesti?» lo precedette Potter facendo il suo miglior sorriso da sadica.

«Provaci e vedi che ti faccio» replicò Draco dandole un colpetto giocoso sul naso con un dito «Comunque se non ti togli di dosso non posso alzarmi... non ho detto che devi farlo però, vieni qua» disse appena lei si mise seduta. L'abbracciò per i fianchi e delicatamente la fece ridistendere di nuovo sul pavimento e sulla toga, che ormai usavano come un letto. Per non farla più scappare invertì le posizioni, posando lui la testa sul petto della ragazza. Come poteva lasciarla? Era l'unica cosa bella che gli fosse capitata... Merlino, quanto era egoista.

Stay With Me || Fred Weasley ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora