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«QUESTO SI CHIAMA SEQUESTRO DI PERSONA MALFOY! FAMMI USCIRE SUBITO!» gridò Lucy massaggiandosi con una smorfia sofferente il polso indolenzito, dove notò con la coda dell'occhio le avesse lasciato un grosso segno rosso. Per allontanarsi e non farsi toccare ulteriormente da lui, che stava avanzando, indietreggiò fino a trovarsi letteralmente con le spalle al muro.

Il ripostiglio dove si era rinchiuso con Potter era molto stretto e poco illuminato ma riusciva ugualmente a distinguerla nella penombra, poggiata contro la parete mentre continuava a massaggiarsi il polso che le aveva stretto per trascinarla con sé. Con un ghigno la fissò nel frattempo la raggiungeva, tuttavia si addossò al muro di fronte la mora con le spalle e un piede.
«Dove hai lasciato la tua spavalderia?» la sfidò senza staccargli gli occhi da dosso.

Lei non rispose, limitandosi a ricambiare il suo sguardo con uno ostile. Non poteva crederci che si era fatta fregare in quel modo dal Serpeverde. E ora come ne usciva? Pensando ad una soluzione si perse ad osservarlo da capo a piedi, la luce disponibile era poca eppure riuscì a vedere chiaramente i tratti del ragazzo: la pelle pallida, gli occhi grigi, i capelli platino e la divisa che celava i muscoli tonici e definiti.

Draco si sorprese non poco del suo silenzio, non era affatto da lei, così si leccò le labbra soddisfatto e sussurrò «Potterina, non uscirai da qui finché non mi chiederai scusa»

A quelle parole la mora fece un espressione esterrefatta «Scusa?!» ripeté trovando la cosa più che assurda «Vedi di farti fottere da un troll perché non lo farò mai» sputò acidamente guardandolo in cagnesco. Piuttosto era lei che si faceva fottere da un troll che dargli una soddisfazione del genere.

«Non sto sentendo nessuna parola magica» la rimbeccò il platinato divertito infilandosi le mani in tasca con fare annoiato, consapevole di aver la situazione in pugno «Dai su dille e forse sarò clemente con te»

Lucy schioccò la lingua contro il palato in modo derisorio «Perché cosa intendi fare? Malfoy non mi fai paura» lo sfidò gonfiando il petto «Fammi uscire demente che non sei altro o quello che si farà male sei tu» aggiunse puntandogli un dito contro.

Il sorrisetto dal viso del ragazzo tremolò appena, si staccò dal muro con un movimento fluido e gli si avvicinò pericolosamente. Scendendo quei pochi centimetri con il viso per fissarla dritto negli occhi «Non sfidarmi» sibilò «Sai, potrei benissimo obbligarti a fare qualcosa che io reputo divertente mentre tu umiliante, che dici l'idea ti piace?» le mormorò malizioso prendendo a giocare con un dito con una sua ciocca di capelli corvini.

Presa in contropiede la mora deglutì a disagio «Non ti chiederò mai scusa» replicò cercando di darsi un tono «Mi dici cose ben peggiori e poi non è colpa mia se Moody ti ha trasformato in un furetto» rispose scrollando le spalle e incrociando le braccia sotto il seno. Ancora le si era avvicinato più del solito, sentiva quasi le narici bruciargli per via della sua colonia, e purtroppo come sul treno l'aveva messa a spalle al muro quindi non poteva allontanarsi da lui.

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