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«Ahia!» esclamò Fred cercando di sfuggire dalle mani di colei che lo stava medicando, o meglio torturando. Sapeva di avere un aspetto a dir poco orribile, sentiva un male cane per tutto il volto quindi era ovvio che non fosse messo bene, ciò nonostante non gli importava, quello dopotutto era il risultato per aver difeso George e Lucy e ne andava fierissimo. E poi diciamoci la verità, aveva dato finalmente una lezione a quel gran figlio di p... papà. Quindi perché togliere le prove? Quando aveva palesemente vinto, visto che quando era andato via il Serpeverde era ancora disteso per terra che rantolava dal dolore?

«Cerca di sopportare... Se non stai fermo non finirò mai» gli fece presente quella, cercando di tranquillizzarlo ma il ragazzo non faceva che muoversi sul posto pur di non farsi toccare «Santo Merlino, Fred, sta buono» si lamentò un secondo dopo quando quest'ultimo fece persino il gesto di alzarsi. Spazientita lo afferrò per una spalla, obbligandolo a rimanere dov'era, e riprese a tamponare il batuffolo imbevuto di disinfettante, sul grosso taglio che aveva sul sopracciglio sinistro.

«Dovrei medicarti io e non tu, Potter» replicò il rosso mettendo il muso lungo. Certo, quelle attenzioni non gli dispiacevano affatto ma le trovava in un certo modo sbagliate, era stato lui a farle male, dannazione, e doveva farsi perdonare «Per favore, siediti e fammi dare un'occhiata» aggiunse provando a convincerla a prendere il proprio posto sulla poltrona. In realtà era ancora dell'idea di portarla in infermeria ma quella, testarda come era, quando si era ripresa non aveva voluto sentire ragioni. 

Lo stesso però poteva dirsi del Weasley, perché Lucy si era rifiutata, sì, ma solo per sé stessa. Lo stordimento iniziale le era passato in fretta, aveva giusto qualche piccolissimo capogiro se si muoveva troppo velocemente, insomma nulla per cui servisse l'intervento di Madama Chips. Mentre quello che aveva seriamente bisogno delle cure dell'infermiera della scuola era lui, eppure era stato irremovibile per chissà quale motivo, non aveva ascoltato neanche i fratelli figuriamoci lei, e li aveva trascinati tutti in sala comune, che fortunatamente data l'ora tarda si era svuotata.

«E come pensi di darmi un'occhiata con quell'occhio che ti ritrovi?» domandò retorica la moretta. Forse non si rendeva conto quanto, in quel momento, somigliasse a uno zombie: oltre al taglio sullo zigomo ne aveva un altro al labbro inferiore, il naso aveva una gobba innaturale e per finire l'occhio sinistro era quasi del tutto chiuso per quanto era gonfio. Non che il gonfiore si limitasse solo lì, anche le altre parti erano rosse e gonfie, ma l'occhio era quello che la preoccupava di più, per non parlare di tutto il sangue che aveva sul volto.
«Morgana, guarda come ti sei conciato... tutto per colpa mia» soffiò infatti tristemente mentre lo osservava, sentendo i sensi di colpa divorarla pezzo dopo pezzo. Se era ridotto in quello stato la responsabilità era soltanto sua, doveva evitare che succedesse, perché sapeva che sarebbe accaduto nel momento in cui Draco aveva svoltato quel maledetto angolo, Fred o meno, invece sentiva come se avesse buttato benzina sul fuoco. 

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