• ʀɪᴘᴜʙʙʟɪᴄᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴄᴏɴ ʀᴇᴠɪsɪᴏɴᴇ •
Lucy Potter aveva solo due anni quando la sua vita cambiò radicalmente. Rimasta orfana si ritrova ad essere la sorella maggiore del bambino-che-è-sopravvissuto e le loro sventure di certo non sono finite lì.
Cresci...
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Il Ballo del Ceppo era ufficialmente iniziato e Lucy si era divertita un mondo a guardare il fratellino dover ballare davanti a tutti, era stata una vera frana poverino. Ma adesso era arrivato il suo turno dato che Lee la stava trascinando sulla pista, per unirsi agli altri che stavano ballando un lento insieme ai campioni che avevano aperto le danze.
Mentre prendevano posto, intercettò lo sguardo gioioso di Hermione e le sorrise incoraggiante. Nessuna delle due avrebbe dimenticato tanto facilmente lo stupore che aveva attraversato la sala quando era entrata sottobraccio con il famoso giocatore di Quidditch, più di tutti però la reazione di Ron sarebbe rimasta impressa nella mente della mora. Ne era certa, era follemente geloso della loro amica.
Prese a ondeggiare sul posto insieme a Jordan, che le aveva circondato i fianchi con le braccia e lei il collo con le proprie. Fortunatamente non gli stava rovinando la serata come temeva, Fred e George li avevano raggiunti al tavolo -insieme alle loro dame: Angelina e Katie- senza far trapelare se fossero, o no, infastiditi dalla sua presenza. Stranamente non riusciva a capire cosa gli passasse per la testa, cosa più unica che rara visto che li conosceva meglio di sé stessa, ma forse era meglio così.
Senza pensarci spostò automaticamente gli occhi sui due rossi, ancora seduti al tavolo che stavano bevendo e chiacchierando con le loro accompagnatrici, notando quanto fossero sereni e felici. Era contenta di vederli tanto spensierati ma le fece comunque male, perché avrebbe voluto ridere e scherzare con loro come ai vecchi tempi e non ridursi ad aver paura di urtarli anche solo respirando la loro stessa aria.
Stava per voltarsi per concentrarsi su Lee e scacciare quei pensieri, quando vide qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere. Fred aveva posato una mano sulla coscia di Angelina e con un sorrisetto malizioso le stava sussurrando qualcosa all'orecchio, facendola ridacchiare imbarazzata. Fu come ricevere un pugno nello stomaco e si ritrovò a stringere le mani tra loro con ferocia. Non capiva perché le stava dando così fastidio, era risaputo che Fred -come il gemello- fosse un gran Don Giovanni tra le studentesse, eppure quando si trattava di lui e della sua compagna di squadra le saliva il sangue al cervello.
«Ehi tutto bene?» le chiese Jordan sentendola irrigidirsi da capo a piedi e sbuffare come un toro infuriato.
Lei annuì tornando a fissare lui e non quella scena che le stava facendo imbestialire senza motivo «Si... i tacchi mi stanno già uccidendo i piedi» mentì allentando la presa delle mani per poggiarle sulle sue ampie spalle. Quella rabbia non le faceva bene, non aveva neanche senso di esistere, quindi doveva darci un taglio immediatamente. Poi il ballo era solo all'inizio e se non voleva rovinarselo facendo qualcosa di stupido era meglio se pensava ad altro.
«Se hai bisogno di una pausa possiamo tornare al tavolo per sederci» le propose il mulatto dato che ormai la canzone stava per finire. Fece per prenderla per mano per tornare indietro ma lei lo fermò.
