Capitolo 20

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EPILOGO


Gocce di quel liquido rosso scuro e pregiato scivolarono dalle sue labbra candite, mentre poggiava il calice di cristallo su di esse è con un sorso di quella prelibatezza si lasciava andare a quella notte, da qui ne divenne succube. I capelli rossi che incorniciavano il suo volto, i ciuffi ribelli che gli ricadevano sul viso, lo sguardo sereno e gli occhi leggermente lucidi; Dazai più lo ammirava dalla riva, mentre leggere onde della notte gli bagnavano le caviglie, più ne rimaneva ammaliato.

Come poteva quel semplice ragazzino scorbutico dai capelli rossi, risultare ancora più bello sotto la luce della luna? Come poteva ammaliare il castano così tanto? Quasi come se ne fosse succube? Come poteva rimanere ad ammirare i suoi occhi e non stancarsi mai?

Avrebbe voluto fermare il tempo è ammirarlo per il resto della sua vita, perché nonostante lui volesse morire, chuuya gli aveva dato mille motivi per restare vivo, anche solo per vedere quel sorriso, per sentire i suoi insulti, per vedere i suoi lunghi capelli rossi, i suoi occhi che lo attiravano come due calamite.

Per dazai, chuuya era la cosa più bella che avesse mai visto. Il fiore più bello in mezzo ad un prato. Il dipinto più bello in un museo. La stella più bella dello spazio.

Stavano insieme e vivevano da anni, ma non si sarebbero mai stancati l'uno dell'altro.



Fine

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Veleno e antidoto -soukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora