13. And if I'll tell you...

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"It's just you and I tonight,
why don't you figure my heart out? "
Heart Out - The 1975

I pomeriggi passati insieme ad Alex e ai nostri nuovi amici, erano pieni di silenzi e sguardi. Non parlavamo più di tanto per non creare situazioni imbarazzanti, ma dispiaceva ad entrambe.
Dispiaceva ad entrambe per il fatto che ripensavamo sempre ai momenti in cui parlavamo di tutto e facevamo tutto insieme.
Che poi, lei non sapeva niente.
Non sapeva dei miei pensieri confusi e sinceramente non sapevo neanche io cosa stesse accadendo.
Mi dispiaceva così tanto non poter far nulla.

***
Erano passati un po' di giorni dall'ultima volta che avevo visto Alex.
La sentivo solo poche volte quando la comitiva organizzava di uscire, ma lei non poteva mai poiché era ancora nella fase punizione.

Speravo finisse velocemente.

Una sera uscii con delle mie vecchie amiche per andare a mangiare fuori, e invitai anche qualcuno della comitiva. Dopo un paio di ore ci ritrovammo davanti all'entrata di un supermercato a fare gare clandestine di velocità dentro ai carrelli della spesa. Idea di Eva, ovviamente.
Dopo circa mezz'ora mi squillò il telefono, e senza vedere chi fosse, risposi.

"Pronto?" Dissi con una voce poco stabile, seguito da un urlo causato dallo scontro con il cartello di Lauren.

"E se ti dicessi che ti sto passando davanti?"

Era Alex.

Realizzai poco dopo ciò che aveva detto e mentre cercavo di alzarmi, ricaddi seduta all'interno del carrello.
Aprii di colpo gli occhi e Alex mi stava abbracciano.

Ero confusa e sorpresa, molto sorpresa.

La abbracciai e le lasciai un bacio sulla guancia.
Salutò al volo gli altri, si rigirò verso di me e mi prese la mano.

"Che ci fai qui a quest'ora?" Chiesi.

"Volevo venire a salutarti." Rispose con un sorriso.

Mi sembrava strano, ma a quanto pare era vero. Ero felice che avesse pensato a me anche solo per pochi minuti.

Dopo qualche minuto se ne andò lasciandomi un altro bacio sulla guancia e il suo profumo sulla mia pelle.

Prima che risalisse in macchina, le sussurrai all'orecchio:

"Avrei voluto scendere da quel cartello, abbracciarti più forte e passare più tempo di questa serata con te."

"Sono contenta che ti sia piaciuta la sorpresa. Ora devo andare, buonanotte."

Okay.

"Buonanotte." Risposi vedendola andare via.

La faccenda durò pochissimi minuti, ma valse un'intera giornata.

Ancora non capivo quel suo gesto, c'era qualcosa che non mi quadrava.
Dopotutto, con il mio comportamento degli ultimi giorni, la stavo facendo diventare matta.
Decisi però di non farmi troppe paranoie e di essere felice per ciò che aveva fatto.
Quando sarebbe ricapitato?

Purtroppo però dal giorno dopo tornò tutto come prima; non ci sentimmo nè vedemmo per giorni. Il caos e la confusione ormai regnavano tra i miei pensieri.

Decisi che sarebbe stato il tempo a sistemare tutto e a farmi rientrare in me stessa.

Non era per niente facile, però.
Non volevo far finta di nulla, ma dovevo; dovevo perché avrei dovuto schiarirmi le idee, ma nel frattempo non la vedevo, e questa cosa non mi andava bene.

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Buonasera! Ecco il tredicesimo capitolo.
Spero vi piaccia :)

S.

Fearless.➳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora