II

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"Kayla, io non ti sto giudicando, sono sempre dalla tua parte e lo sai bene." Mi risponde sospirando frustrato.

"Will non dire cazzate, pensi che io stia sbagliando tutto e lo so, ti conosco." Prima che lui possa rispondere gli riattacco il telefono in faccia.

Sospiro e mi tolgo il giacchetto in pelle, mi alzo e vado al piano superiore fermandomi davanti allo specchio, il top nero che porto lascia scoperta la pancia e resto a fissarla per non so quanto tempo

-Dentro di me sta crescendo un altro essere umano.- Penso tra me e me.

-Non sarò in grado di prendermene cura.-

Ad interrompere i miei pensieri è qualcuno che bussa con insistenza alla porta, asciugo quelle poche lacrime che erano scese sul mio volto e vado al piano di sotto, vado verso la porta, l'apro lentamente e forzo un sorriso quando vedo Marcus alla porta.

"Ei nana, te ne sei andata da Miami senza salutare." Si ferma e mi guarda per un secondo.

"Che succede?" Mi chiede confuso e preoccupato allo stesso tempo.

"I-io ho fatto una cazzata Mar." Sussurro e lui non perde tempo e mi abbraccia.

"Ora entriamo in casa, ti calmi e mi racconti tutto va bene?" Mi chiede e io annuisco, entriamo in casa e Marcus chiude la porta, mi conduce verso il divano e mi fa sedere.

"Inspira ed Espira." Mi accarezza il braccio.

"Ora ti calmi, io vado a prepararti una cioccolata calda." Si alza e mi lascia sola scomparendo in cucina, poco dopo torna da me e mi porge una tazza di cioccolata fumante.

"Grazie." Sussurro bevendone un sorso, prima che lui possa chiedermi qualcosa prendo il referto del ginecologo che era poggiato sul tavolinetto davanti al divano e glielo passo continuando a bere la cioccolata, con la coda dell'occhio vedo Marcus leggere attentamente il referto.

"Sei incinta?" Mi chiede e io annuisco incapace di dire altro, mi toglie la tazza dalle mani e mi abbraccia dolcemente.

"Andrà tutto bene piccola, noi della Gang ti staremo accanto e ci saremo, però chi è il padre?"

"Cameron, è Cameron il padre, l'abbiamo fatto una volta e poi lui ha detto che era un errore, che era fidanzato, per questo me ne sono andata." Spiego tuta la situazione a Marcus che mi accarezza dolcemente la schiena.

"Hai intenzione di dirlo a Cameron?"

"Non lo so, non penso ne voglia sapere qualcosa e poi mi ha trattato come una puttana, ci mancava poco che mi lasciasse dei soldi sul comodino..."

"Questa è una tua scelta, forse però dovresti dirglielo, poi se non si prende le sue responsabilità problema suo, tu glielo hai detto." Mi dice sfoggiando un sorriso per incoraggiarmi, sospiro e annuisco.

"Va bene, ora ti dispiace se rimango sola? vorrei riposare un po', sono stanca." Lui annuisce e mi lascia un bacio sulla testa.

"Qualsiasi cosa chiamami e non fare cazzate." Annuisco e lui esce di casa, salgo al piano di sopra e mi lascio cadere sul letto, senza nemmeno spogliarmi mi infilo sotto le coperte e chiudo gli occhi stremata da questa mattinata, in poco tempo crollo in un sonno profondo e nemmeno me ne rendo conto.

Mi sveglio e guardo l'ora, sono passate tre ore da quando mi sono addormentata e oramai è l'ora di pranzo ma ovviamente il mio frigo è vuoto essendo tornata da poco, mi alzo dal letto e mi avvicino allo specchio, mi spazzolo i capelli, sistemo leggermente il trucco e mi infilo i tacchi, metto il giacchetto e poi scendo di sotto, vado verso la porta e prendo le chiavi sia della macchina che di casa, esco e sbatto il portone per poi entrare in macchina, metto in moto e parto guidando verso il supermercato, gli occhi mi bruciano lentamente per il fatto che mi sono appena svegliata ma non ci faccio molto caso, parcheggio ed entro nel negozio con il carrello che riempio di cose sia da magiare che per la casa, continuo ad acquistare finché non sento qualcuno chiamarmi da dietro.

"Kayla!" Quella voce...La riconoscerei ovunque.

I Was Right To Leave AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora