XIV

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"Amore." Mi richiama e io alzo lo sguardo verso di lui.

"Si?"

"Ti sei fatta la pipi addosso?" Mi chiede, con la gravidanza capitava spesso, la piccola spinge sulla vescica e alcune volte non riesco a trattenerla, ne abbiamo parlato anche con il dottore e ha detto che è normale e che non ci dobbiamo preoccupare.

"No amo." Guardo i miei pantaloni e poi guardo Josh.

"Amore, penso siano le acque." Sussurro e lui si alza di scatto.

"Cazzo!" Quasi urla e mi prende per mano.

"Dobbiamo andare in ospedale." Mi prende per mano e io mi infilo le ciabatte al volo, usciamo di casa e saliamo in macchina velocemente arrivando altrettanto velocemente in ospedale.

Mi ricoverano e mi fanno aspettare, non sono pronta per il travaglio, la dilatazione è solo di due centimetri.

•••

Non so quanto tempo sia passato, mi sembrano ore, le contrazioni sono sempre più vicine e più frequenti, ora siamo arrivati ad una ogni quattro minuti, la dottoressa dice che sono dilatata di otto centimetri e che per il parto ne servono dieci come minimo quindi devo dilatare ancora di altri due centimetri.

•••

Finalmente sono dilatata di dieci centimetri, mi stanno portando in sala operatoria e Josh è qui vicino a me che mi tiene la mano.

•••

"Kayla, guardami." Mi ordina Josh, sono in sala operatoria da tanto tempo e non riesco a partorire, ho paura, fa male.

"Devi spingere, così finalmente potrai tenere tua figlia tra le braccia, spingi piccola." Mi dice tenendomi la mano, gli stritolo la mano e ricomincio a spingere, grido come non ho mai fatto e ad un certo punto tutto il mondo intorno a me sembra fermarsi, sento solo il pianto di mia figlia, vedo la dottoressa che me la mostra dicendo "E' nata" ma le voci arrivano ovattate, a rallentatore.

"Amo è nata." Josh mi sorride e mi bacia con le lacrime agli occhi, tutto torna normale e io sorrido felice, ma nello stesso tempo piango, ovviamente di felicità.

L'infermiera me la fa vedere un secondo e poi la lava riportandocela completamente pulita.

"Come volete chiamarla?" Mi chiede la dottoressa, guardo Josh e sorrido, lui sa che voglio chiamarla Maggie ma non è così, ho deciso di fargli una sorpresa.

"Madison Scott."

"Nessun secondo nome?" Mi chiede e io guardo Josh.

"Olivia, come secondo nome Olivia." Afferma Josh.

"Perfetto allora, Madison Olivia Scott."

Madison è il nome della mamma di Josh, morta quando lui era piccolino, mentre Olivia era il nome della mia prima migliore amica, Josh sa quanto tengo a questo nome e il fatto che l'abbia proposto come secondo nome mi fa sorride spontaneamente. 

"Ti amo." Mi sussurra con il labiale e io sorrido.

"Anch'io." Sussurro sempre con il labiale. 

*sei anni dopo*

Io e Josh stiamo ancora insieme ma non siamo sposati, abbiamo preferito aspettare per fare questo passo importante, non ci sentiamo ancora pronti ed infondo è normale. Madison oramai ha sei anni e va alle elementari, sa che Josh non è suo padre ma lo considera tale, anche se è piccola le abbiamo spiegato la situazione fin da subito. Madison fisicamente assomiglia molto a Cameron però Nash e Hayes non se ne sono mai accorti e spero che non se ne accorgano mai, non voglio rovinare la loro amicizia.

Ora stiamo andando a casa di Hayes, ha organizzato una rimpatriata con tutti e come potevamo dirgli di no, io e Josh aspettiamo un bimbo o meglio, ho appena scoperto di essere incinta e non lo sa nessuno vogliamo dirlo oggi a pranzo. 

"Ti senti bene?" Mi chiede ed io annuisco sorridendo, posa la mano sulla mia coscia e sorride. 

"Attento!" Urlo vedendo una macchina venirci addosso. 

"Mamma!" Sento Madison urlare spaventata mentre la macchina ci prende in pieno, slaccio subito la cintura e scendo dalla macchina aprendo subito la portiera di Madison. 

"Piccola è tutto apposto, ti sei fatta male?" Le chiedo e lei scuote la testa, Josh corre da noi dopo aver chiamato la gang, questo incidente non è casuale, sono gli stessi che sei anni fa hanno cercato di entrare in casa mia, gli stessi con cui Josh ha rifiutato una tregua, ma non riesco a capire perché si sono fatti vivi ora, dopo sei anni. 

I Was Right To Leave AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora