Capitolo 6 🍔

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"Vado a vedere, torno subito" mi disse la giovane donna. Si alzò dalla sua postazione lavorativa, e si addentrò nel lungo corridoio. Sentivo le sue scarpe battere sul pavimento ad ogni passo, nonostante la confusione attorno a me. Ero impaziente che tornasse a darmi la risposta, sperando con tutta me stessa che fosse negativa.

Sentii grazie alle mie orecchie il rumore del pugno sulla porta che bussava, distinsi la voce del giovane volatile dire qualcosa. Ma non seppi distinguere molto tra il rumore attorno a me, e tutte le emozioni che provavo dentro.

Mi distrassi guardando fuori da una delle vetrate che erano lì, cercavo di concentrarmi, sperando che il tempo passasse alla svelta.

"Mafdet-sama, Hawks ha detto che può riceverla" mi disse fermandosi ad un paio di passi davanti a me,
"La ringrazio" dissi, la vidi seguirmi non appena feci qualche passo e la guardai interrogativa,
"Oh, mi scusi per non averla informata. Volevo soltanto scortarla all'ufficio, non mi sembrava fosse già stata qui" mi disse arrossendo, forse dall'imbarazzo.

"No, infatti no. Ma ho capito dov'è il suo ufficio. Non è poi un labirinto. Può anche restare qui, in caso non lo trovassi, la verrò a chiamare" dissi. Lei fece un leggero inchino e tornò alla sua postazione. Mi avvicinai a passi lenti verso l'ufficio del biondo. Sentivo un'ansia mangiarmi dentro, in fondo..cosa avrei dovuto dirgli?

Ero andata lì, unicamente perchè sentivo di potermi sentire un po' tranquilla, e forse anche protetta dalle paure del passato, in sua compagnia. Ma potevo mai dirglielo apertamente? Magari avrebbe potuto dirmi che non gliene importava nulla, e che tutto questo non era altro che un passatempo per lui. Non me lo avrebbe mai detto direttamente, ma indirettamente chissà.

Mi fermai davanti alla porta del suo ufficio. Aspettai un attimo, alzai la mano,
"Entra pure, gattina" disse. Quelle dannate piume! Aprii lentamente la porta, come per recuperare tempo e trovare qualcosa da dirgli, trovare una scusa.

Entrai in stanza e chiusi la porta alle mie spalle, senza lasciare la maniglia, come se mi assicurasse una via di fuga. Alzai lo sguardo, lo vidi seduto dietro la sua scrivania completamente appoggiato contro la sua sedia, tra le mani aveva una delle sue piume rosse, sembrava che ci stesse giocando. Sulla scrivania aveva diversi fogli.

"Il lavoro d'ufficio non fa per me. È così noioso.." disse alzandosi,
"..sei venuta qui per lo stesso motivo, gattina?" disse avvicinandosi lentamente e lasciando che la sua piuma cadesse tra le sue mani, facendolo subito dopo riattaccare alle ali.

"Che succede..? Come mai non mi rispondi?" disse fermandosi a pochi centimetri da me, vidi il suo volto avvicinarsi al mio. Arrossii senza pensarci. Che stava succedendo?! Non ero nemmeno abituata ad avere le persone tanto vicine a me!

"Che succede, eh? Vuoi divertirti un po' con me, micina?" mi sussurrò all'orecchio, il calore delle sue parole si scontrò contro la mia pelle, procurandomi dei brividi,
"Stupido, pennuto" dissi guardandolo male seppur tutta rossa. Mentre lui ghignava divertito dalla scena che aveva davanti. Nei suoi occhi c'era un pizzico di malizia che speravo forse, che fosse malizia in senso di divertimento e non in termini sessuali.

"Peccato, non avrei rifiutato..ci conosciamo da un mesetto, ma sei davvero interessante, gattina" mi sussurrò tornando poi a sistemarsi davanti a me con la schiena ben dritta per guardarmi negli occhi,
"Quantomeno mi hai parlato" disse tornando a sorridere come un cucciolo. Mi confondeva parecchio quell'uomo.

Sospirai,
"Lascia stare" sentivo di aver fatto bene a tenere le mani sulla maniglia della porta. Ebbi solo il tempo di abbassare la maniglia, che delle piume si conficcarono nel legno della porta. Opponevano una resistenza fuori della norma.

Between flames and feathers [Hawksxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora