Capitolo 10 🛏

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Spazzolai i miei capelli affinché avessero una forma decente. Sospirai. Non ne potevo più di stare lì dentro, e per via dell'attacco molti edifici erano stati distrutti. Anche quelli con appartamenti vuoti, così non ne avevo trovato ancora uno decente.

Rumi non voleva ospitarmi a casa sua perché voleva farmi accettare la vecchia proposta di Hawks. E sapeva che se mi avesse permesso di stare anche solo per una sera non lo avrei mai chiesto ad Hawks. Pertanto..ho chiesto una cena al pennuto, ha accettato dopo qualche battutina e dopo aver fatto shopping, perché non mi era rimasto letteralmente più nulla, non mi restava altra scelta se non reclamare in ginocchio di ospitarmi per un po'.

Non potevo nemmeno andare da mia madre o mio padre. Mio padre aveva un appartamento piccolo, e mia madre viveva troppo lontana dalla mia agenzia. Non ce l'avremmo mai fatta, soprattutto a vivere pacificamente se parlavamo di mio padre.

Era quasi impossibile stare qui per me. Non dormivo bene, ogni tanto sentivo qualche rumore che mi faceva saltare in piedi. E sentivo un sacco di rumori dalla strada. Era infernale. Avevo il terrore che ogni rumore fosse un villain.

Mi guardai allo specchio e sistemai il mio vestito. Dovevo letteralmente vendermi al pennuto per sperare di dormire. Stavo già facendo grande fatica ad immaginare come avrei fatto a resistere dopo avergli detto qual era lo scopo della nostra cena.

Misi le scarpe, e presi un cappotto ed una borsa. Proprio in quel momento mi arrivò un messaggio dal pennuto che mi chiedeva aprire una finestra. Risi leggermente e aprii una finestra del mio ufficio, era abbastanza grande da farlo passare.

"Sei più bella da vicino" mi voltai di colpo, e lo vidi ancora fuori dall'edificio che volava restando fermo a guardarmi,
"Non vuoi entrare?"
"Certo, ma non farei mai irruzione. Non ero mai stato alla tua agenzia, volevo assicurarmi che fosse questo l'edificio per questo ti ho scritto!" disse sorridendomi ed entrando nel mio ufficio.

"Che bello qui..." disse iniziando a guardarsi attorno poi lo vidi uscire dall'ufficio,
"Dove vai?" dissi seguendolo,
"Volevo fare un giro" disse sorridendo continuando a guardarsi intorno.

"Hai finito?" gli chiesi ridendo dopo quindici minuti che non faceva altro che andare avanti e indietro sorridendo,
"Sì" mi disse sorridendo e sistemandosi gli occhiali,
"Pronta per il volo?" mi chiese,
"No, perchè non verrò in volo!" dissi ridendo,
"Oh, e dai"
"Starò scomoda con il vestito, non possiamo camminare e basta?" gli chiesi. Mi sorrise e accettò. Passammo per le strade meno affollate che conoscevamo per non essere aggrediti dai fan.

Decisi di dirgli subito della vera intenzione di quella cena, era inutile fingere altro,
"Senti...Hawks...io.."
"Che succede, gattina? Lo so, che è non è un appuntamento romantico..purtroppo.." disse ghignando mentre guardava negli occhi. Nei suoi ci fu qualche luccichio di divertimento che mi fece innervosire, in questi momenti avevo voglia di lasciar perdere.

"...io...volevo sapere se..." mi feci coraggio dopo aver preso un respiro profondo,
"Se la tua offerta fosse ancora valida..." dissi passando subito dopo a guardare il tavolo,
"..immagino tu intenda per ospitarti da me, vero?" alzai lo sguardo e lo guardai confusa,
"Sì.....perchè c'era altro?"
"Lasciamo stare. Comunque certo che è ancora valida! Non ti lascerei mai vivere nella tua agenzia per mesi! È molto bella, ma non è una casa!" disse. In effetti aveva ragione.

"È proprio quello il problema, ti ringrazio. E sta tranquillo, pagherò io l'affitto per i mesi nei quali starò da te, così ti pagherò anche il mio disturbo, e naturalmente pagherò anche tutto quello che userò a casa tua. Mi serve solo tranquillità!" ammisi.

Nonostante tutto, per trovare una camera d'albergo decente, dopo tutti gli edifici distrutti, avrei pagato di più rispetto al pagare l'affitto ad Hawks.

Between flames and feathers [Hawksxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora