Negazione di un desiderio

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Presidenza di Hogwarts - 1 novembre 1998

Mantenere il passo di Piton era stata una vera e propria impresa. Quando quell'uomo varcava silenzioso i corridoi della scuola, pareva quasi volasse. Gli era letteralmente corsa dietro, ritrovandosi nell'ufficio circolare del Preside con il fiatone. Ma Hermione era sempre stata una ragazza orgogliosa, fin troppo orgogliosa, non avrebbe di certo mostrato al suo "nemico" le condizioni in cui riversava in quel momento. Prese quindi una grossa boccata d'aria, espirandola pian piano, in modo tale da rallentare i battiti del proprio cuore.

Tutto ciò era accaduto mentre con sguardo attento osservava il Potion Master aggirare la scrivania e sedersi elegantemente sulla sedia.

Ed ora era lì, a fissarla con sguardo apparentemente apatico, le mani congiunte.

-Suppongo tu mi debba dire qualcosa, in merito a ieri sera- il sopracciglio destro estremamente alzato.

La ragazza sapeva a cosa si riferisse l'uomo e di certo non all'eccessiva dose di alcool assunta. Il modo in cui il Professore si era posto nei suoi confronti non l'aiutava, anzi semmai provava un forte senso di disagio e di imbarazzo. Tentò comunque di sviare l'argomento, in un modo che non le piaceva assolutamente. Difatti disse a denti stretti -Mi scuso per l'ubriacatura, Preside. Le prometto non riaccadrà mai più-

A quel punto l'uomo si alzò dalla sedia, senza mai staccarle gli occhi di dosso e si avvicinò a lei -lo sai perfettamente che non è questo l'argomento da affrontare-

La ragazza abbassò lo sguardo, mentre le gote le si imporporarono pericolosamente, si sentiva tremendamente minuscola al suo cospetto.

-Hermione- pronunciò piano il suo nome, percependo una strana sensazione. Aveva abbandonato ogni forma di risentimento e di sarcasmo, cercando di far capire alla ragazza le sue intenzioni per nulla bellicose. Vide le spalle della giovane Grifondoro sussultare, nel momento in cui l'aveva chiamata per nome. -Guardami- le disse infine, ma senza ottenere alcun effetto, se non quello di una folta chioma di morbidi boccoli scrollare vistosamente in segno di diniego. Sospirò pesantemente decidendo controvoglia di spingersi oltre, altrimenti non sarebbe riuscito a chiarire un bel niente. Anche per il Professore l'argomento da affrontare risultava assai spinoso, ma non poteva sorvolare su quanto accaduto la sera precedente. 

Si permise di appoggiarle l'indice ed il medio della mano destra sotto il mento, facendole alzare il volto con una leggera pressione. Non appena vide le gote rosse della studentessa, provò due sensazioni contrapposte tra loro: da un lato il malsano piacere del disagio della giovane, dall'altro qualcosa di molto simile alla tenerezza. Tentò di scacciar via quest'ultima sensazione, concentrandosi sul proprio obiettivo. 

Non poco stupita dal gesto dell'uomo, conoscendo la sua poca inclinazione al contatto fisico con le persone, appena vide due profondi pozzi neri osservarla attentamente, percepì il forte desiderio di sotterrarsi dalla vergogna. Era divenuta paonazza, letteralmente. Eppure in un angolo remoto di quella forte sensazione, provava nel contempo il bisogno prolungato di quel tocco sotto il mento. Venne risvegliata dalle parole dell'uomo. 

-Perchè quel bacio?-

Hermione stette ad osservarlo in silenzio, la linea delle labbra ben serrata. Non aveva altra possibilità che parlarne. E lo fece non appena Severus staccò le proprie dita dal suo mento, mentre lei si dirigeva verso le grandi vetrate, dandogli le spalle. Guardò il cielo terso ed il paesaggio autunnale stagliarsi fin oltre le montagne, vedendo anche il riflesso di se stessa e del Potion Master, poco distante da lei. 

-Credo sia chiaro il motivo- 

-Eri ubriaca, Granger- dichiarò asciutto l'uomo, le mani congiunte davanti a lui, in piedi. 

A quel punto la giovane scattò, voltandosi verso il proprio interlocutore e alzando la voce -Non ero ubriaca!!!- 

Dal Potion Master ottenne come risposta solo una leggera alzata di sopracciglio. E lei continuò.

-O almeno non lo ero in quel modo quando è successo. Ricordo perfettamente tutto e io so il motivo per cui l'ho fatto- 

Aveva tentato di tener testa all'uomo, ma non ci era riuscita. Non riusciva a continuare quel discorso. Così decise di attraversare l'enorme stanza per uscire al più presto, sentiva l'aria particolarmente opprimente. Lo guardò velocemente, dicendo di fretta -se vuole espellermi, faccia pure. Le posso chiedere scusa per il mio gesto impulsivo, ma non per i miei sentimenti-

Non fece in tempo ad avvicinarsi alla porta che venne trattenuta per un braccio e fatta voltare. 

-Purtroppo non posso procedere con l'espulsione, ma credimi lo farei molto volentieri. Hai compiuto un atto grave, Granger. Hai baciato un tuo Professore. È contro le regole della scuola, oltre che essere tremendamente sbagliato-

-L'amore non è mai sbagliato- 

-Una ragazzina come te non può parlare di un argomento simile, specie se poco prima di baciare un tuo superiore stavi civettando con Baston-

-Ti nascondi dietro questa banale giustificazione, pur di non affrontare l'argomento. Sono sicura che anche tu abbia provato qualcosa, ieri sera-

Il mago assottigliò lo sguardo, percependo un moto d'ira invadergli la testa: prima di tutto per il fatto che la ragazza aveva osato dargli del codardo, in secondo luogo il fatto che si fosse permessa nuovamente di dargli del tu. Le si avvicinò ulteriormente, parlando a bassa voce -Oh si Granger, ti posso assicurare che ho provato non poca voglia di schiantarti, in quel momento- 

-Lasciami andare- disse Hermione in tono sommesso, quasi ringhiando e, dopo essersi scrollata di dosso la mano dell'uomo, se ne andò via di corsa da quel posto. 


Era rimasto solo. Della ragazza non vi era più traccia, se non un leggero sentore vanigliato nell'aria. L'aveva volutamente ferita per allontanarla, ottenendo l'effetto desiderato. Sapeva quanto la Granger fosse cocciuta e di conseguenza non avrebbe potuto parlarle in modo civile per portarla lontana da lui. Inoltre, nel bel mezzo della discussione, quella ragazza aveva fastidiosamente centrato alcuni lati del suo carattere: perchè si, in quei pochi secondi in cui la ragazza gli aveva donato quel bacio, lui aveva provato qualcosa di diametralmente opposto alla voglia di schiantarla e ciò gli procurava una paura folle, al punto tale da rifiutarsi di affrontare l'argomento. 


Riva del Lago Nero - 1 novembre 1998

Hermione sedeva sulla sponda del grande Lago Nero, gambe incrociate e con un bacchetto di ginepro tra le mani. Giocava pensierosa con quel piccolo legnetto, ripensando alle parole proferite poco tempo prima dal Professore. Provava un forte dispiacere, nonostante fosse sicura del fatto che l'uomo avesse solamente timore ad affrontare le proprie emozioni. Era stato, fin da bambino, abituato ad indossare una maschera di freddezza, affinchè il mondo non percepisse i suoi sentimenti. Inoltre il suo vecchio ruolo di spia, di certo, non lo aiutava nel dialogo con le persone, anzi. 

Ripensare a ciò che la vita le avrebbe offerto con Ronald, coetaneo, un bravo ragazzo e confrontare con ciò che ora il cuore le aveva fatto inconsapevolmente scegliere...Era conscia del fatto di quanto fosse tutto assurdo, quasi fuori dalla realtà. Ma credeva realmente in ciò che aveva detto al Professore, ovvero che l'Amore non era mai sbagliato. Ma non aveva ottenuto alcun risultato e forse era ora di deporre le asce, in quanto sapeva quanto fosse testardo il Professor Piton. Forse avrebbe dovuto mettere un freno ai propri sentimenti e concentrarsi altrove, magari sugli studi, su qualche corso extrascolastico. E proprio in quel momento ebbe un'intuizione.  

Emerge - a snamione story (Severus x Hermione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora