diciotto

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una settimana dopo

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una settimana dopo.

«questa va bene?» jungkook afferrò una piccola ciotola tra le mani e la mostrò alla donna, che scosse il capo sorridente.

«quella non basterebbe neanche per lei, signorino jeon.» scherzò la signora hyojung, poi con le mani sporche di farina indicò un ripiano più in alto. «prenda quella, dovrebbe andar bene.»

jungkook si allungò e sulle punte, afferrò la ciotola riposta nel ripiano più in alto. portandola sul ripiano, sollevò le maniche della felpa e aiutò l'anziana donna con l'impasto.

ruppe il guscio di svariate uove e le versò al suo interno, poi susseguì lo zucchero e un'abbondante dose di farina. infine afferrò la confezione di latte ma nel farlo, gli scivolò dalle mani, finendo per versare il liquido sul pavimento.

«cazzo.» imprecò, poi si scusò con la donna con un gentile sorriso e afferrando un panno, si piegò sulle ginocchia per pulire. «mi scusi, non sapevo che la busta fosse già aperta.»

la signora hyojung tentò di chinarsi e aiutarlo ma jungkook le sorrise. «non si preoccupi, ci penso io qui.»

«lo aiuto io.» quando sollevò lo sguardo, si rese conto che lì in piedi c'era yoongi e che qualche macchia di latte era finita sulla sua maglia.

si scusò e cercò di passare il panno sul tessuto, ma non fece altro che peggiorare la situazione. così yoongi scosse il capo divertito e gli afferrò il polso, fermandolo. «stai tranquillo, ne metterò un'altra.»

jungkook spostò lo sguardo sulle loro mani che si stavano toccando e la ritrasse in fretta, annuendo mentre portava lo sguardo altrove.

yoongi che parve notare il suo disagio, si schiarì la gola e gli disse soltanto: «assicurati soltanto di dire ad hoseok di portarti una maglia pulita e portamela non appena avrai finito.»

[...]

jungkook strinse il tessuto tra le mani, socchiuse gli occhi e fece un gran respiro. bussò due volte e quando gli fu detto di entrare, lo fece con una stretta allo stomaco.

quella stanza gli ricordava ciò che aveva sperato di rimuovere in quella lunga settimana ed ora si ritrovava nuovamente lì, stretto in quelle quattro mura soffocanti.

yoongi era rivolto verso lo specchio e la sua schiena nuda e pallida quasi sembrava riflettere la luce. jungkook distolse lo sguardo e poggiò la maglia pulita sopra la sua scrivania, tornando alla porta.

ma prima che potesse andare via, yoongi parlò: «perchè corri via in quel modo?» poi si voltò a guardarlo con un lieve sorriso. «siediti, volevo parlarti di una cosa.»

«ho promesso alla signora hyojung che l'avrei aiutata in cucina.» rispose in fretta ma il suo corpo non si mosse.

piuttosto, si girò ad affrontarlo. «smettila di pensare a quel giorno.»

yoongi rise sottovoce e prese la maglia che gli era stata portata, rigirandosela tra le dita. «a cosa dovrei smettere di pensare, esattamente?»

«a quel bacio.» parlò a fatica il minore, sentendo di nuovo la gola far male.

poi un rumore alle sue spalle attirò la sua attenzione e quando si voltò, taehyung era in piedi davanti alla porta ancora aperta.

«di quale bacio stai parlando?»

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