sette

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[...]

più tardi, la signora hyojung si avvicinò al grande tavolo imbandito con piatti d'argento contenenti svariate porzioni di cibo dall'odore invitante.

jungkook ringraziò sottovoce e guardando dall'altro capo del tavolo, potè sentire lo sguardo insistente del signor kim perforargli quasi la pelle.

si guardò le braccia e notando i tatuaggi esposti, li coprì in fretta con felpa. inoltre il suo vestiario dava un po' all'occhio, mentre i presenti erano fasciati da abiti formali e pregiati, lui indossava una tuta morbida e delle vecchie nike di cui non si sarebbe mai separato.

si sentì fuori luogo ancora una volta e si schiarí la gola a disagio, che taehyung al suo fianco notò. così poggiò una mano sulla parte inferiore della sua schiena e la accarezzò leggermente.

jungkook gli riservò soltanto una leggera occhiata ed un sorriso appena accennato, poi iniziò a mangiare. ad ogni boccone, poteva sentire l'atmosfera appesantirsi, forse a causa del silenzio assordante presente nella stanza.

«sono proprio curioso. jungkook dimmi, che lavoro fanno i tuoi genitori?» fu la prima cosa che gli disse il signor kim, quella sera.

il minore bevve un lungo sorso di vino rosso, lo mandò giu e sollevò lo sguardo nel suo. «sono morti anni fa.»

proseguì un imbarazzante silenzio, poi continuò con un mezzo sorriso nervoso. «mio padre era un ingegnere, mia madre lavorava in un ospedale a busan.»

«era una dottoressa?» chiese ancora e jungkook scosse il capo, tornando a guardare il piatto pieno di prelibatezze.

«no, si occupava della pulizia.» a quella risposta, il signor kim storse il naso ma cercò di nascondere quella sua smorfia espressiva, continuando a parlare. «e tu di cosa ti occupi?»

«al momento di nulla, stavo cercando occupazione prima di trasferirmi qui. ma in passato ho lavorato come barista, mi piace molto lavorare con i cocktail.»

ancora una volta, calò un silenzio raggelante. il signor kim bevve del buon vino e poi mise giu un sorriso tutto denti. «allora dovresti prepararmi un buon drink prima o poi.»

«volentieri.» rispose jungkook con lo stesso sorriso, l'attimo dopo riprese a mangiare ancora più stressato di prima.

quella situazione non gli piaceva, quel posto lo metteva a disagio e il personale sembrava non vederlo affatto di buon occhio.

[...]

«tuo padre mi detesta.» sospirò una volta entrato in camera.

taehyung abbozzò un sorrisino e prese posto sul letto, portando le mani sui suoi fianchi per avvicinarlo a se. li accarezzò da sopra la maglia e lo guardò. «non ho mai portato in casa nessuno e non si aspettava che l'avrei mai fatto. e mia madre spera ancora che mi sposi con una giovane donna e che crei una grande famiglia piena di bambini frignanti.»

jungkook sorrise alla sua risposta e prese una mano nella sua. «forse non avresti dovuto portarmi qui. alla fine guardami, sono cosi diverso fa te. tutto questo non mi appartiene, non fa per me essere seguito da delle guardie del corpo e sentirmi dare del lei. sono anche il più piccolo della casa.» scherzò, ma con una punta di verità.

«so che tutto questo è nuovo per te, ma ora che ti ho trovato non ho alcuna intenzione di lasciarti andare.» confessò l'altro, che prese il suo viso tra le mani per poterlo guardare meglio.

i suoi occhi si spostarono cauti sulle sue labbra e ora più che mai, le desiderava. così non aspettò altro tempo e accarezzandole con il pollice, le schiuse e ci portò al di sopra le sue.

la sua lingua scivolò al suo interno e perlustrò il suo palato, poi si intrecciò alla sua in un turbine di saliva senza fine. gli succhiò il labbro inferiore e lo prese tra i denti, tirandolo verso di se cosi da produrre uno schiocco al rilascio.

infine poggiò la fronte sulla sua e gli portò una ciocca dietro l'orecchio. «non azzardarti a tagliarli, amo quando li leghi.»

poi li tirò appena, facendogli gettare la testa all'indietro così da poter lasciare un caldo bacio sul suo mento. «mi fai perdere la testa, jungkook.»

il minore sorrise contro la sua pelle e si sollevò dalle sue gambe, si distese sul materasso e allargò le gambe, invitandolo col dito ad avvicinarsi. quando lo fece, le portò attorno al suo bacino e le strinse, così da far unire i loro corpi.

con un sorriso perverso, sollevò entrambe le braccia sopra la sua stessa testa e mise i polsi l'uno sull'altro. «mi piace quando mi lega i polsi, signorino kim. può farlo di nuovo?»

taehyung si abbassò a mordere quelle labbra invitanti e non potè fare a meno di sorridere contro di esse. poi si sollevò e sotto il suo sguardo lussuoso, si sfilò la cintura e la strinse attorno ai suoi polsi. «non osare fare rumore o dovrò colpirti con questa.»

«allora urlerò a pieni polmoni.» lo stuzzicò l'altro, portando le mani legate dietro la sua nuca per spingere le sue labbra contro le proprie.

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