tredici

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min yoongi tirò su il capo dal proprio portatile, lo squadrò da capo a piedi e aggrottò la fronte

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min yoongi tirò su il capo dal proprio portatile, lo squadrò da capo a piedi e aggrottò la fronte. «posso aiutarti?»

il ragazzo sospirò e annuì distrattamente. «sto cercando taehyung, l'hai visto?» poi sembrò ricordarsi del linguaggio formale e si schiarì la gola a disagio. non era mai stato bravo in quello.

prima che potesse proseguire però, yoongi accennò un lieve sorriso appena visibile. «puoi darmi del tu.» poi indicò la porta di fronte alla sua. «è in videoconferenza, aspetta che finisca.»

«ho bisogno di parlargli.» insistette jungkook, quasi dall'aria irrequieta.

yoongi non chiese, piuttosto gli fece segno di sedersi sulla poltrona di fronte alla propria. «non ho ancora avuto modo di parlare con te, eppure sei qui da poco più di una settimana.»

jungkook prese posto in silenzio, annuì soltanto con un sospiro e sentendo il suo sguardo addosso, si guardò le braccia che erano scoperte e che mostravano numerosi tatuaggi artistici.

abbassò le maniche e yoongi rise sottovoce. «non nasconderli, anche io ne ho qualcuno.» poi sollevò la maglia e gli mostrò delle scritte vicino il basso ventre. «sono di anni fa, dovrei farli ribattere.»

jungkook si sentì sollevato dalla sua risposta e gettò la testa all'indietro, contro lo schienale della poltrona. infastidito dai lunghi capelli poi, prese un elastico e li legò in una piccola coda alta.

«ne hai anche uno dietro l'orecchio?» domandò sempre più curioso yoongi, sporgendosi col corpo in avanti per poterlo vedere meglio. «è un ideogramma giapponese?»

«conosci il giapponese?» quel ragazzo attirò tutta la sua attenzione e jungkook sollevò il viso per poterlo guardare.

yoongi annuì pensieroso. «ho vissuto lì con mia madre per alcuni anni, mi trovavo bene. ma a causa del suo matrimonio ci siamo trasferiti qui.»

«non sembri andare d'accordo con taehyung.» ammise a voce alta e yoongi abbozzò un sorriso, alzandosi e camminando verso la finestra.

estrasse un pacchetto dalla tasca e portò una sigaretta alla bocca, accendendola. poi si voltò verso di lui ed espirò una nube di fumo. «non dirlo in giro.»

«non lo farò se me ne offrirai una.» yoongi sollevò un angolo delle labbra a quella richiesta.

«sei furbo. ora capisco perchè gli piaci.» disse lentamente, invitandolo ad avvicinarsi per prenderla.

ne estrasse un'altra e la portò direttamente tra le sue labbra, accendendola senza mai staccare gli occhi dai suoi. poi si appoggiò con la schiena sul davanzale della finestra e lo osservò meglio. «quindi anche a te piace quella roba strana che fa?»

jungkook ispirò e rilasciò la nicotina poco dopo, guardandolo confuso.

«quella roba la, legare e frustare la gente.» quando lo vide annuire, yoongi non potè fare altro che storcere il naso in una smorfia divertita. «eppure non hai l'aspetto di uno che sta sotto.»

«per via dei tatuaggi?» rise sottovoce jungkook, gettando la testa indietro e mostrando lo sporgente pomo d'adamo. poi si ricompose e fece un altro tiro dalla propria sigaretta. «con il mio ex mi piaceva cambiare spesso i ruoli.»

quando riportò lo sguardo nel suo, yoongi si era fatto più vicino e lo stava fissando. «sembravi nervoso prima, è successo qualcosa?»

«dovevo soltanto parlare di una cosa con taehyung.» rispose in fretta, non volendo ripensare alla discussione avuta qualche ora prima.

per via della caduta di un bicchiere, seokjin d'istinto aveva stretto la sua mano nella propria e l'aveva tenuta in quel modo senza rendersene conto. quello, era stato motivo di occhiate non gradite da parte di taehyung, che l'aveva poi trascinato via con se.

«dev'essere un tipo davvero geloso, chiunque lo sarebbe al suo posto.» yoongi spense la sigaretta nel portacenere e fece un altro passo in avanti, quasi viso contro viso.

«sei così diverso dai suoi soliti partner, sai? ha sempre trovato i tatuaggi qualcosa di volgare e poco affascinante, eppure le tue braccia ne sono ricoperte.» con le dita, gli accarezzò gli avambracci inchiostrati. «l'hai stravolto. che cosa gli hai fatto?»

yoongi fissò le sue labbra sottili, poi accarezzò la sua guancia e le baciò. le mosse piano contro le sue, mentre le dita si insinuavano lente tra i suoi capelli, che sciolse.

la sua lingua calda gli esplorò la bocca e le sue mani scesero a stringere dolcemente i suoi fianchi da sopra la maglia. indietreggiarono sino a sbattere contro la scrivania e yoongi gli sollevò le gambe, facendolo sedere su di essa.

morse appena le sue labbra e lentamente scese fino all'orecchio, baciando quel tatuaggio quasi nascosto.

jungkook aprì d'impatto gli occhi e l'immagine di taehyung sparì all'istante, dando posto a quella del fratellastro. lo spinse dalle spalle e scese dalla scrivania, sistemandosi la maglia.

non riusciva a crederci. era furioso con taehyung per quella sua scenata di gelosia infondata ed era finito per comportarsi anche peggio di lui.

si era lasciato trascinare in quel bacio e la voglia di prendersi a pugni lo assalì. era stato uno stupido, come aveva potuto lasciarsi andare in quel modo.

nervoso, camminò verso la porta e si pulì la bocca con la manica, strofinandola quasi fino a farla sanguinare. «cosa cazzo ti è passato per la testa.»

«era da tempo che volevo vedere questo tuo lato, perchè l'hai soppresso per tutto questo tempo?» yoongi fece un passo in avanti ma jungkook indietreggiò contro la porta, intimandogli di non avvicinarsi. «sei così debole quando sei con lui, dovresti fare uscire questo tuo bel caratterino, lo sai?»

«sta zitto.» jungkook afferrò il colletto della sua camicia e quasi lo sollevò da essa. «non dobbiamo mai più parlare di questo, non è mai successo.»

yoongi sollevò un angolo delle labbra e scese lo sguardo sulle sue, sollevando poi le mani in aria. «se è questo che vuoi.»

nel momento in cui lasciò andare la sua camicia, qualcuno aprì la porta e la voce profonda di taehyung gli giunse alle orecchie. «chiedi a namjoon quali sono gli app-»

i suoi occhi guardarono la scena in silenzio. «che ci fai tu qui?»

yoongi prese nuovamente posto sulla poltrona e scrollò le spalle con naturalezza. «ti stava cercando e gli ho detto di aspettarti qui.»

jungkook non osò voltarsi, non avrebbe saputo sostenere il suo sguardo. così gli disse: «dovevo parlarti di una cosa.», mentre lo afferrava dal polso e lo trascinava fuori dalla stanza.

yoongi si godette la scena silenzioso, sorrise debolmente ed estrasse un'altra sigaretta che si portò alle labbra.

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