venti

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dopo essersi sbattuto con forza la porta alle spalle, jungkook corse fuori per inseguirlo

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dopo essersi sbattuto con forza la porta alle spalle, jungkook corse fuori per inseguirlo.

non avrebbe permesso che quell'accaduto rovinasse ciò che c'era stato tra di loro.

«taehyung! taehyung ti prego, lasciami spiegare.» gli urlò contro ma l'altro sembrò non badarci neppure.

continuò a camminare a passo svelto verso il cancello d'entrata finchè il suo braccio non venne afferrato. lo strattonò in fretta senza dire nulla e riprese a camminare, ma jungkook gli si parò davanti bloccandogli il passaggio.

«ti prego, lasciami parlare soltanto un attimo.» provò a convincerlo ancora.

taehyung non osò guardarlo neanche per un istante, i suoi occhi erano fissi sul terreno che stava calpestando. poi aprì bocca soltanto per richiamare namjoon a gran voce.

il subordinato non tardò ad arrivare e guardando la scena silenzioso, fece un leggero inchino. «come posso aiutarla?»

«portami lontano da qui.» gli ordinò soltanto, sorpassando jungkook per dirigersi verso l'auto.

«ti prego, taehyung. non è come credi.» insistette ancora alle sue spalle ma le sue parole sembravano volare via svelte assieme al vento.

provò ad afferrare nuovamente il suo braccio e questa volta, sembrò scaturire qualcosa nel maggiore che si voltò ad affrontarlo.

il suo sguardo non era come sempre, sembrava aver perso quella luce che jungkook aveva sempre intravisto ed apprezzato.

«non è come credi..» ripetè con una profonda risata amara, sollevando poi gli occhi nei suoi. «sei sempre stato così bravo a mentire, per tutto questo tempo.»

«ti prego.» lo implorò quasi il minore, prendendo una mano nella sua per stringerla. «ti dirò tutto ciò che vorrai.»

taehyung abbassò lo sguardo tra le loro mani unite e la lasciò li per un istante o due, poi la sfilò con amarezza.

voltandogli le spalle, si fermò per parlare ancora. «manderò più tardi seokjin ad occuparsi delle tue cose, mi assicurerò che non resti più nulla di te in questa casa.»

«taehyung, non puoi..» sentì sussurrare alle sue spalle ma continuò senza preoccuparsene.

«potrai finalmente tornare nella tua amata casa. era questo quello che hai sempre voluto, no?» poi, senza attendere una risposta, salì a bordo dell'auto e fece segno a namjoon di partire.

[...]

seokjin richiuse le ante dell'armadio e con le ultime maglie rimaste tra le braccia, si avvicinò alla borsa, piegandole e inserendole lentamente al suo interno.

poi silenzioso sollevò lo sguardo su jungkook che - ancora inerme sin da quando era entrato in stanza -, era seduto sul bordo del letto a fissare il pavimento.

sospirò e richiuse la borsa, cercando di attirare la sua attenzione. «è pronta, signorino jeon.»

jungkook annuì appena, distratto. seokjin allora prese posto al suo fianco e portò una mano a prendere la sua. la strinse e ne accarezzò le nocche cercando di distrarlo.

ma nulla sembrava davvero tirarlo fuori da quei tormentosi pensieri che gli occupavano la testa.

«deve cercare di spiegare la situazione, non può permettere che la lasci andare via senza prima aver risolto con lui.» provò a convincerlo.

jungkook sollevò lo sguardo nel suo. «non mi lascia neanche parlare, forse anche io al suo posto avrei fatto lo stesso.»

«mi guardi.» seokjin fece presa salda sulla sua mano. «conosco il signorino kim meglio di quanto possano farlo i suoi genitori. posso assicurarle che è un uomo fragile, anche se non lo da a vedere. ci tiene a lei ed è per questo che vuole mandarla via, per paura di affrontarla.»

jungkook abbozzò un sorriso e guardò le loro mani strette l'una nell'altra. «posso chiederti una cosa?»

quando seokjin annuì, lui continuò. «puoi smetterla di darmi del lei?»

seokjin rise genuinamente a quella sua proposta e rispose con un'alzata di spalle, non era solito che gli venisse chiesto. poco dopo allargò le braccia e jungkook senza neanche rifletterci lo strinse a se, seppellendo il viso contro la sua spalla.

«grazie per ascoltarmi sempre, hyung.»

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