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"Perché sei arrivato a casa così tardi?!" Sua madre ha urlato non appena ha messo piede nel suo appartamento. "Ho chiamato ma non hai risposto, sai quanto ero preoccupata?!"

Taehyung guardò in basso, afferrando la tracolla della sua borsa.

Quando lui e Jungkook si erano finalmente arrampicati sul cancello, come al solito erano andati prima a casa del più giovane perché abitava più vicino alla scuola, poi Jungkook lo aveva salutato con un bacio promettendogli che avrebbe studiato e gli aveva restituito la borsa perché Taehyung continuasse la via da solo.

Ora eccolo qui, tornato alla realtà mentre sua madre gli urlava di averla fatta preoccupare.

"Yah! Perché stai urlando al povero ragazzo?" chiese suo padre mentre entrava nella piccola sala.
"Ha diciassette anni, sa cavarsela da solo."

"Guardarlo!" Sua madre ruggì. "Non era nemmeno in ritardo perché ha studiato troppo in biblioteca! Era con una ragazza."

Gli afferrò forte il colletto della camicia, tirandolo più vicino a loro e strappando i primi bottoni dal tessuto per rivelare il suo collo, i piccoli resti di plastica che cadevano sul pavimento di legno.

"Che fottuto imbarazzo a guardarti così! Con i capelli in disordine e i fottuti succhiotti sul collo! Non ti vergogni?!"

"Non parlargli così, Gesù." Suo padre sospirò, roteando gli occhi.

Si voltò di scatto, gli occhi quasi rossi.

"Scusa?! Non eri tu a dire che lo avresti ucciso solo poche settimane fa?!" Lo spinse, Taehyung emise un sospiro stanco.

Aveva passato una lunga giornata a scuola di insegnanti facendo pressioni perché studiassero per gli esami, poi facendo da babysitter a Jungkook in biblioteca e facendo sesso in un bagno. Era solo stanco e voleva andare nella sua stanza a riposare.4l

Ma eccolo lì, tra i suoi genitori che si urlavano contro a causa sua.

"Ero arrabbiato! Mi sono scusato!" Si difese, arrabbiandosi lentamente anche lui.

"Beh, ora sono arrabbiata.Guardalo!" urlò, gettandogli una mano.

"Oh mio dio Taehyung cos'è quello sulla tua maglietta!" Suo padre ruggì, afferrandolo per la spalla e prendendo in pugno la sua camicia già rovinata

"Quella è la tua uniforme che abbiamo lavorato duramente per comprarti fottuto ragazzino irrispettoso!" Urlò, così vicino al viso di Taehyung che poteva sentire lo sputo sulla sua guancia.
"Perché dovresti macchiarti come quel fottuto Cristo! Scommetto che è sperma! Lo è, vero?"

"Guardalo quando ti parla." sbottò sua madre mentre si trovava dietro la scena, le braccia incrociate.

Taehyung alzò lentamente gli occhi per incontrare lo sguardo abbagliante di suo padre prima che la sua testa fosse scattata di lato con un forte pugno sul labbro.

"Non guardarmi negli occhi! Abbassa il tuo fottuto sguardo!"

Taehyung sospirò, abbassando gli occhi.

"Non osare prendermi in giro, ragazzo!" gridò suo padre, assestandogli un altro pugno sul labbro e strappandogli la pelle con la pietra dell'anello.

"Scommetto che non è nemmeno suo." Sua madre intervenne, dandogli un calcio alla gamba con la pantofola come per esortarlo a parlare.

Taehyung mantenne lo sguardo fisso sulle sue scarpe, senza osare alzare lo sguardo.

"Dio mio." Lei sospirò incredula.

"Taehyung! Hai... hai fatto?... con un altro uomo?! Ecco fatto!" Suo padre ruggì, inginocchiandosi lo stomaco e facendo uscire tutta l'aria dai suoi polmoni

"Dimmi che ha torto!" Ha urlato mentre continuava a picchiare suo figlio. "Dimmi che non l'hai fatto."

Taehyung poteva solo lasciare che i colpi andassero a segno, suo padre lo prendeva a pugni come non aveva mai fatto prima.

I suoi genitori non si erano mai alleati contro di lui, era sempre uno di loro, con l'altro che lo difendeva e provocava una rissa tra i due, poi lui cercava di fermarla e veniva colpito accidentalmente.

Cadde a terra, gli occhi sfocati mentre guardava i suoi genitori occhi di fuoco.

"Alzati!" Sua madre urlò mentre si faceva avanti per prenderlo a calci nello stomaco e farlo cadere ancora di più, sbattendogli violentemente la testa contro il pavimento.

"Forza ragazzo!" Suo padre si unì a lui, prendendo a calci la sua coscia.

Taehyung si protesse la testa mentre i colpi cadevano sul suo corpo, suo padre si chinava a cavalcioni sui suoi fianchi e lo picchiava come avrebbe fatto se fossero stati su una pista di pattinaggio.

"Alzati!" Entrambi urlarono, una volta che furono entrambi in piedi.

Rotolò lentamente in avanti, alzandosi tremante sulle ginocchia e usando il muro per aiutarsi a stare in piedi.

"Fottutamente patetico." sussurrò sua madre.

"Dai, ragazzo! Prendi una spugna e pulisci quel fottuto sangue, non voglio nemmeno più vederti." Disse suo padre, spingendo la testa all'indietro e allontanandosi con un mucchio di parolacce

Sua madre era ancora in piedi davanti a lui e lo guardava con occhi scuri.

"Sono deluso da te."

Per quanto gli facessero male tutte le membra per essere stato colpito, e per quanto la sua bocca sapesse di sangue, per quanto tremassero le sue gambe; niente, poteva competere con il dolore che sentiva nel cuore quando sua madre se ne andò senza un battito di rimpianti.

Allora sapeva che questa era una volta che i suoi genitori non si sarebbero scusati per le loro azioni.

𝙼𝚘𝚛𝚎 𝚃𝚑𝚊𝚗 𝙹𝚞𝚜𝚝 𝙵𝚛𝚒𝚎𝚗𝚍 ◆ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora