Natalia

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Sono le 7:21 del mattino, mi sono appena svegliata. Ora sono in bagno, sto facendo una doccia fredda.
<< NATY CI SEI?>> sento la voce della mia migliore amica Stefania.
<< Stefy sono in bagno>> dico io urlando uscendo dalla doccia mettendomi l'accappatoio.
Stefania entra in bagno e si siede sul gabinetto.
<< ti devo raccontare>> dice lei sorridendo.
<< cosaaa?? Dimmi Stefy>> dico io
<< ieri sera in discoteca Luca mi ha baciata>> dice Stefania elettrizzata.
<< non ci credooo. Com'è stato?>> dico io
<< bellissimo Na, l'ho sempre amato lo sai>> dice lei abbracciandomi.
<< lo so, sono felice per te Stefy>> dico io sorridendole.
<< dove vai??>> mi chiede lei.
<<ste, oggi inizia la scuola, insegnerò finalmente.> dico io emozionata.
<< andiamo a fare colazione insieme da Krispy Kreme?>> dice Stefania.
Krispy Kreme è il nostro negozio di donuts preferito, andiamo ogni mattina a fare colazione li.
<< sii,finisco di truccarmi e andiamo>> dico io.
Stefania è la mia migliore amica da ormai 20 anni, avevamo entrambe 6 anni quando ci siamo conosciute e ci siamo sempre state per entrambe.
<<ok ho finito, prendo la borsa e andiamo>> dico io.
Io e Stefania stiamo passeggiando, New York è stupenda sia l'inverno che l'estate.
<< che bella giornata oggi>> dico io sorridendo.
<< vero>> dice lei.
Siamo arrivate da Krispy Kreme.
<< buongiorno stellina mia>> dice la moglie del proprietario del negozio. Ormai mi conosce da molti anni, abbiamo confidenza ed è una signora con un buon cuore.
<< buongiorno Mary, come stai??>> dico io abbracciandola.
<< bene tu?>> dice lei
<< bene, oggi inizia la scuola ed io insegnerò matematica >> dico io sorridendo.
<< te lo meriti tesoro mio>> dice lei.
Io e Stefania siamo sedute a bere un cappuccino e mangiare un donuts al cioccolato.
<< che fai oggi?>> chiedo io
<< nulla, alle 10:00 devo andare a casa di mia sorella, devo aiutarla con il matrimonio>> dice lei sbruffando.
<< non ti diverte??>> dico io ridendo per prenderla in giro.
<< no per niente>> dice lei.
<< mi dispiace solo non poter dare una mano a tua sorella Miriam, dille che la prossima volta ci sarò>> dico io.
Miriam ha 30 anni e tra meno di un mese si sposerà, sono tanto felice per lei, finalmente ha incontrato un uomo che la ami.
<< sono le 7:50, la campanella suonerà tra 20 minuti. devo andare>> dico io alzandomi dalla sedia.
<< va bene Na, in bocca al lupo per oggi, te lo meriti>> dice Stefania abbracciandomi.
<< grazie ste. Ci sentiamo>> dico io andando via con il mio cappuccino in mano.
Sto accelerando il passo.
<< stia attenta>> mi urla contro un uomo.
<< mi scusi>> dico io dopo aver notato di avergli buttato il cappuccino addosso.
Prendo i fazzoletti che ho dentro la borsa e inizio a pulirlo.
<< stia ferma guardi, lasci stare. Guardi la strada la prossima volta>> dice lui.
Io senza dire nulla continuo a camminare e finalmente sono arrivata a scuola. È così grande, oggi insegnerò alle elementari, ho tutte le classi dalla prima elementare alla sesta elementare ( in America gli anni delle elementari sono 6).
Mi presento a tutti i miei colleghi e guardo sul tabellone in quale classe sarò alla prima ora.
3 elementare... bene...
Sono le 8:10 del mattino, tra pochissimi minuti arriveranno i miei alunni, non vedo l'ora di insegnare.
È suonata la campanella, vedo i miei alunni entrare in classe, sono bellissimi.
Si siedono nei loro posti e inizio a parlare.
<< buongiorno bimbi, io sono la vostra nuova maestra di matematica, spero che insieme riusciremo a fare un buon lavoro. Oggi ci conosceremo un po' ok?>> dico io sorridendo.
<<sii>> dicono i bimbi in coro.
Dopo aver fatto conoscenza con i bambini e aver memorizzato i loro nomi decido di fare un piccolo gioco con i numeri.
<<allora bambini. Ripassiamo i numeri ok? Quanto fa 2x2?>> dico io
<<4>> mi rispondono loro contenti.
<< bravissimi. Esatto>> dico io.
<<5x2>> dico sempre io.
<<10>> dicono loro quasi in coro.
Noto una mia alunna non rispondere a nulla e sta in silenzio.
<< ok bimbi, ora vi do un scheda, svolgete la attentamente>> dico io.
Mi avvicino alla mi alunna dandole la scheda.
<< tu sei Nora giusto?>> dico io
<<< si. Nora>> dice lei
<< che hai? Sei molto silenziosa>> dico io
<< niente>> dice lei abbassando lo sguardo sulla scheda.
Sono le 12:00, siamo tutti nelle mensa poiché è ora di pranzo. Io sono seduta con i miei colleghi e intanto osservo i miei alunni della 3.
<< posso fare una domanda?>> dico io
I  miei colleghi fanno un cenno con il capo.
<< insegno nella 3D, ho un alunna di  nome Nora Miller, sapete perché non parla mai?>> dico io.
<< oh si. Nora certo. La madre l'ha abbandonata quando aveva 2 mesi e l'ha lasciata con il padre. È il miglior chirurgo di  Manhattan e poi è così sexy>> dice una mia collega.
<< cavalcherei Jordan Miller ogni notte>> dice un'altra mia collega.
Io intanto sto pensando a Nora poiché non è cresciuta con una figura materna.
Stiamo rientrando tutti in classe poiché il pranzo è finito.
<< ok bimbi, ora correggerò le vostre schede>> dico io passando tra i banchi e raccogliendole.
Mi risiedo dietro la mia cattedra e inizio a correggere le schede, dopo un po' mi imbatto in quella di Nora. Noto che non ha svolto nulla, ma scritto soltanto il suo nome.
Io la guardo e noto che anche lei mi guarda ma abbassa subito lo sguardo.
La scuola è finita. Sto aspettando i genitori dei miei alunni che vengano a prendere i figli.
Quasi tutti sono andati via, manca solo il padre di Nora.
Ne approfitto per parlare con lei.
<< Nora, hai fratelli o sorelle?>> domando io
<< nooo>> dice lei quasi infastidita.
<< papà>> dice Nora correndo tra le braccia del padre.
Oddio ma è l'uomo con cui ho avuto quel piccolo dibattito stamattina.
<< mi ricordo di lei. Mi ha buttato il caffè addosso stamattina>> dice lui.
<< mi scusi ancora, ma vorrei parlarle di sua figlia>> dico io
<< Nora vai in macchina>> dice Jordan.
<< cosa vuole?>> dice lui scorbutico.
<< intanto si calmi. Nora non fa nulla in classe, non è attenta e ha lasciato la scheda degli esercizi bianca. C'è qualche problema a casa?>> domando bene.
<< mi stia bene a sentire. Faccia il suo lavoro di insegnante che io faccio il mio di padre>> dice lui voltandomi le spalle.

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