Tra casi irrisolti e poi successivamente archiviati come sparizioni erano avvenuti nella classe di Alan e Beniamino nell'arco di quel primo quadrimestre. Tre studenti, Tommaso, Benedetta e Fiona, erano spariti nel nulla, senza lasciar alcuna traccia.
Ormai era consuetudine che la polizia facesse diverse ispezioni ed interrogatori a scuola, ma di colpo le cose erano cambiate.
La professoressa d'italiano della classe di Alan venne improvvisamente rimpiazzata da un nuovo insegnante: Luca Carta, questo era il suo nome.Indossava sempre un completo scuro con cravatta nera e aveva spesso una spilla a forma di stella appuntata sul taschino. Al polso aveva un orologio e portava un cappello grigio che gli nascondeva lo sguardo.
Non era un insegnante d'italiano qualunque, questo perché era uno dei più fenomenali detective italiani.
Si era molto interessato al "caso della 1a" e quindi aveva deciso di collaborare con la polizia per scoprire la verità.
Infatti, era convinto che le tre sparizioni non fossero casuali. Aveva fatto in precedenza diverse domande ai ragazzi, da cui, però, non aveva ricavato nulla. Così era arrivato ad una conclusione. L'unico modo per capire se tra gli studenti si nascondeva un impostore, era osservarli attentamente ogni giorno, senza che loro lo sapessero. Ed il modo più semplice per farlo era fingendo di essere un loro professore.
Luca Carta era uomo importante. Aveva appena compiuto trent'anni ma era già famoso il tutta Italia per il suo sesto senso che gli faceva risolvere anche i casi più contorti. Aveva un fratello che si chiamava Louise, che stava frequentando la stessa scuola su cui stava indagando lui. Gli aveva fatto promettere di non raccontare a nessuno della sua identità. A scuola infatti la chiamavano "il professor Cartier" e nessuno sapeva davvero chi fosse.Luca Carta, sin dal primo giorno in cui fu assunto, iniziò a far lezioni d'italiano molto particolari.
Era sua abitudine parlare di filosofia, facendo strane domande ai suoi studenti per cercare nelle loro espressioni qualche stranezza. Che fosse un accenno alla tristezza, una smorfia, qualsiasi cosa.
Partiva parlando del concetto astratto dei sogni per poi passare all'amore e ad altri sentimenti ancora più complessi. Parlava di morte, di futuro e di amicizia. Solo alcune persone sembravano toccate da questi discorsi.
Luca Carta aveva notato particolarmente Beniamino. Si commuoveva spesso quando si parlava di "morte" e altrettanto spesso si asciugava in fretta le lacrime, sperando di non essere stato visto. Lucrezia, accanto a lui, cercava di consolarlo.
Era molto sospetto, pensava tra sé e sé Luca.
Alan invece pensava tutt'altro.
Vedendo Lucrezia sempre incollata a Beniamino, per lui era ormai certo che i due fossero una coppia.
Ma non sarebbe durata ancora a lungo quella sceneggiata: il 14 febbraio, il giorno di San Valentino, Yari avrebbe portato Fiona a scuola. Ma Fiona non avrebbe partecipato alle lezioni, anzi; le avrebbe interrotte per dichiararsi al suo vero amore.- - - - - - - - - -
Negli ultimi giorni Yari aveva organizzato un piano eccezionale per uccidere Lucrezia. Dopo aver convinto Fiona di essere innamorata di Beniamino, le aveva anche detto che Lucrezia (una ragazza cattiva e pericolosa) si era fidanzata proprio con quest'ultimo. Fiona doveva fermare questa relazione, ma l'unico modo per farlo, era uccidere Lucrezia e liberare Beniamino da quella orribile compagnia.
Yari aveva allenato duramente Fiona, spiegandole come attaccare e come difendersi in uno scontro corpo a corpo, anche se forse non ce ne sarebbe stato bisogno. Era sempre meglio essere prudenti.
Infine aveva scelto una parola d'ordine: tutto quello che aveva fatto, spiegato e insegnato a Fiona negli ultimi mesi, al nominare della parola d'ordine, sarebbe scomparso. Fiona si sarebbe dimenticata tutto.
Infatti il piano di Yari era proprio quello di far catturare ed incriminare Fiona, così da sdeviare dei possibili sospetti sul suo conto o su quello di Alan.Il 14 febbraio, il giorno di San Valentino, Fiona andò a scuola. Come si era accordata con Yari, ci andò in autobus, facendo però ben cinque cambi, per depistare le future indagini della polizia. Facendo in questo modo, non sarebbero risaliti al luogo della sua partenza.
Appena scese dall'autobus si ritrovò davanti alla sua scuola. Non ci andava da mesi ma non era per nulla agitata. Forse era grazie alle torture di Yari che si sentiva così distaccata dalla situazione.
In mano teneva un coltello. Non era molto grande ma - Yari le aveva spiegato - era affilatissimo come la lama di un bisturi.
Le aveva anche spiegato in che classe doveva andare a quale banco si sarebbe seduta la sua vittima, Lucrezia.... e così Fiona partì.
Con la testa rivolta verso il basso ed il coltello alla mano, Fiona si diresse a scuola, infine entrò e raggiunse la classe di Alan.
Fiona sapeva che dopo l'omicidio si sarebbe suicidata, ma era quasi felice, felice di poter finalmente riposare in pace e senza quelle terribili torture che subiva da Yari ogni singolo giorno.
Fiona si immaginava che dopo la morte sarebbe rinata, magari in un altro universo dove la sua classe era ancora unita.
Un universo dove era ancora la rappresentante e dove poteva essere felice insieme a Beniamino. Fiona non vedeva l'ora di morire.
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'•~Il Biondo e il Bruno~•'
Teen FictionAlan sta per iniziare un nuovo capitolo della sua vita proprio al Liceo Artistico. Farà nuove conoscenze, tra le quali un suo compagno di classe che gli farà provare un sentimento mai sentito prima. Durante il periodo scolastico legherà subito molto...