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Capitolo 14

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Capitolo 14





«Sara, dobbiamo raccontare la verità» Ecco la risposta della sorella che non tarda ad arrivare subito dopo.

Con tanto coraggio, inizia a scrivere a suo padre, di sicuro sarà arrabbiato perché non hanno detto nulla e da una parte si sente in colpa, ma dall'altra è anche stufa di questo comportamento da parte dei suoi genitori così oppressivi nei confronti delle povere due ragazze.

Non vuole vedere la risposta e decide di riporre il telefono nella sua tasca dei pantaloni e concentrarsi a guardare le qualifiche. Di sicuro stasera ci sarà una rimpatriata con tutti per passare un momento tutti assieme.

Sara ha interesse di conoscere i due ragazzi, sinceramente non ha avuto un'occasione di conoscerli in questi giorni, ma di sicuro ci sarà questo incontro.

Guarda la televisione e ogni tanto chiede qualche informazione per capire cosa significa i numeri rossi nella griglia e annuisce quando le spiegano cosa consistono le qualifiche di oggi.
Appena vede inquadrato sul maxi schermo il tempo e la macchina che guida Esteban, Sara rimane incantata e incrocia le dita come portafortuna.

Più i minuti passano e l'ansia cresce perché Sarà si sente sola e non sa cosa fare per non guardare l'esito, si sente un po' in colpa della prestazione di Esteban. Non è in una buona posizione, ma forse ci sarà qualche problema alla macchina, ma lo scoprirà presto appena rientrerà dentro quando finisce il primo tempo.

Le qualifiche consistono in tre manche.
Nel primo round, gli ultimi cinque piloti saranno eliminati dalle qualifiche perciò i quindici restanti andranno nel secondo tempo.
Nel secondo, rimarranno dieci.
E nell'ultimo sarà la griglia di posizione per la domenica.

«Forza tesoro» dice a bassa voce, ma diventa rossa appena si è resa conto di come lo abbia chiamato in questo momento. Spera che nessuno si sia accorto, se no si dovrebbe nascondere per l'imbarazzo.

Otmar è dalla pit lane che guarda l'andamento delle due Alpine e nega con la testa, Sara lo vede ed inizia a preoccuparsi, dovrà parlargli dopo? Oppure lasciarlo da solo? Non sa nemmeno lei cosa dovrebbe fare in queste situazioni.
Un ragazzo si avvicina a Sara e sorridere forse per metterla a suo agio.
Sara ritorna a guardare il maxischermo e incuriosita guarda gli ultimi due minuti della prima parte di qualifica, ma non è in una buona situazione Esteban.

«Tranquilla, adesso succederà qualcosa» Sara inarca le sopracciglia perché non capisce questa frase. Ma tutti sussultano quando vedono il tempo di Esteban. Anche lei si mette in piedi e rimane scioccata per il tempo.
Si ritrova per adesso in quinta posizione, si abbracciano anche se non sa chi sia. Si sente fiera del suo amico, o forse del suo spasimante? Non sa nemmeno lei come definirlo, però sente un qualcosa e vuole capirne qualcosa con calma.

Basta parlarne.

Appena sente un rumore assordante penetrare nelle sue orecchie si rende conto che si tratti del suo Esteban e non vede l'ora di abbracciarlo e congratularsi per il primo tempo. Sara aspetta con ansia vederlo uscire dalla sua monoposto e comunque quel blu dipinto sulla macchina le piace tantissimo perché si distingue da tutte le altre.

«Complimenti ragazzo» tutti si congratulano con lui, ma Sarà non riesce a raggiungerlo per troppa folla che c'è attorno a lui, perciò decide di distaccarsi e più tardi riuscirà a dirgli qualcosa. Se non dovrà salire all'istante per partire a fare altri giri.

Ma più i minuti passano per Sara è sempre più difficile parlare due secondi al pilota, perciò se ne esce un momento dai box e decide di andare dalla sorella perché almeno può parlare con calma con una persona conosciuta. Però è stata una scelta sbagliata perché appena inizia a camminare alcuni fotografi iniziano a perseguitarla con alcune domande e foto. Sara non sa come sbarazzarsi di questi parassiti, però stanno facendo il loro lavoro e non è nemmeno colpa loro.

«Come ti chiami?»
«Come mai ti trovi qui?»
«Sei la fidanzata di Esteban?»
«Quanti anni hai»

Queste sono le domande che porgono alla povera ragazza, l'unica cosa è di non rispondere a nessuna domanda perché vuole preservare la sua privacy, ma non può nemmeno mandarli a quel paese perché qualsiasi cosa che dica è peggio per lei. Cerca di fare dietrofront, ma è circondata dai fotografi e non ha uno spazio per dileguarsi. Il suo respiro diventa irregolare e non sa cosa fare, si sente chiusa dentro in una piccola stanza e le arriva poco ossigeno dentro ai suoi polmoni e vorrebbe urlare di essere lasciata in pace, ma non riesce a dire una piccola parola perché i fotografi sono proprio appiccicati con lei che non le permettono di avere un po' di spazio.

L'unica cosa che cerca di fare è di rilassarsi e fare dei respiri profondi, così almeno capirà no che la poveretta è in ansia, ma niente. La tartassano di domande e cercano sempre di più scattare qualche foto per venderli sui social o sui giornali, ma cerca di evitare però inizia ad avere un po' di nervosismo quando un fotografo le prende un braccio per cercare di fotografare del tutto la sua faccia.

«Lasciatemi stare e non toccatemi» queste parole non servono niente perché i paparazzi non sentono, e come se avessero dei tappi e non sentono una minima cosa.
«Avete sentito?! Andatevene!» sussulta perché non pensava di essere salvata da qualcuno, ma si sente già più tranquilla. Appena intravede il suo viso si rilassa la cento per cento.

È arrivato nel momento giusto.

Esteban li guarda seriamente e anche Sara si sente in soggezione vedendo gli allineamenti del suo viso così tirati e si sente di nuovo in colpa per aver commesso un altro errore.
Appena si avvicina, abbassa la testa.

«Ehi, dai vieni»
«Non so come mai ho deciso di uscire da qui» Esteban la guarda.
«Sasa, non devi giustificare niente. Sono loro che non sanno fare il loro lavoro»

Improvviso - Esteban OconDove le storie prendono vita. Scoprilo ora