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Capitolo 22






La musica alta entra dentro come dei pugni che picchia violentemente sul tavolo.
Questa volta è una bella sensazione.
I corpi sudati.
Alcool serviti a valanghe nei bicchieri.
Persone che ballano frenetiche a ritmo di musica.

Pierre e Sara sono nel privè tutto per loro e si stanno scatenando come se non ci fosse un domani.
Luci psichedeliche, fumi e musica.

Litri di alcolici sul loro tavolo e continuano a ballare spensierati.

Ne sentono il bisogno di svagarsi.
Sono liberi.
Sono spensierati.
Non hanno catene che li tengono prigionieri della loro quotidianità.

I loro corpi sono vicino, fin troppo vicini, ma i due ragazzi sanno quale sia la soglia da non oltrepassare.

Si sentono capiti, sanno il danno che arrecherebbe nei loro confronti se fanno quel passo sbagliato.

Sara ha bevuto un casino e vorrebbe divertirsi come non ha mai fatto nella sua vita.
Ma sente un vuoto dentro di sé, lo fa percepire anche al suo amico che è di fronte.

Il suo cellulare s'illumina diverse volte, tra messaggi e chiamate perse, ma Sara non se rende conto perché è troppo impegnata a ballare con Pierre.

Ad un certo punto Sara impazzisce quando il deejay mette una canzone al quanto importante per lei.

Si lascia andare, non sente stanchezza, s'immagina di aver Esteban al suo fianco.
Lo vorrebbe qui al suo fianco, ma non se la sente di vederlo.
Esteban è nei suoi pensieri costanti, ma riesce a mandare giù il suo comportamento. Si è rotta le scatole di esserci solo per convenienza nella sua vita, aspetta, ma cosa?

Questa domanda gli frulla per la testa, ma Pierre, prende la sua mano e le fa fare una giravolta, quando è con lui, Esteban diventa una priorità secondaria.

Vuole divertirsi.
Ad un certo punto della nottata, Sara intravede quattro persone molto familiari.
Si domanda che ci fanno qui, ma è troppo impegnata a ballare e pensa di immaginarsi quelle persone.

Si lascia trasportare dalla musica e ogni tanto balla vicino a Pierre, si sente voluta bene e libera.

Occhi blu sul grigio.
Belli, appena incontra la luce sono ancora da ammirare.
Le fossette formate tramite il suo sorriso, fa sciogliere Sara.
Deve riprendersi, ha troppo alcool nel circolo e sente la testa girarsi, ma non le importa.

La notte è giovane.

«Ehi, basta bere» s'intromette Pierre.
«Ma cosa dici?!» continua a bere il suo cocktail, non vuole ascoltare. «Lasciami stare»

Pierre alza gli occhi al cielo.

«Sara, sei ubriaca» l'indice con un tono fermo. «Non ti stai rendendo conto di essere così appiccicosa nei miei confronti» Sara lo guarda malissimo.
«Come scusa?» Cede, per fortuna Pierre la prende in tempo così non cade sul tavolino.
«Dai, andiamo è tardissimo»

Improvviso - Esteban OconDove le storie prendono vita. Scoprilo ora