Il mio sonno fu presto interrotto da un rumore proveniente dall'altra stanza.
Mi girai dall'altro lato cercando di riaddormentarmi, ma non ci riuscii, così uscii dal letto e mi diressi nell'altra stanza per bere un bicchiere d'acqua.
Aprii la porta insicura e trovai solo Justin seduto ad un tavolo di legno, con circa un centinaio di fogli intorno.
<< Hei, non riesci a dormire? >> sorrise quando si accorse di me.
<< No, volevo un bicchiere d'acqua >>
<< Prendilo >> disse indicando la bottiglia accanto a lui.
Presi un bicchiere e ne bevvi un sorso osservandolo.
Era assorto nei suoi pensieri, concentrato, lo si notava dal modo in cui si mordeva il labbro, e osservava quel foglio senza mai staccare gli occhi. Guardai l'orologio: le 5 a.m.
<< Che stai facendo? >> dissi avvicinandomi a lui.
<< Lavoro >> rispose serio.
<< Che tipo di lavoro? >>
<< Oh, questo non posso dirtelo >> sorrise guardandomi per un secondo e poi tornò ai suoi fogli.
Allungai di poco il collo per vedere cosa stava facendo, ma lo ritrasse subito.
<< Hope, scusami ma sono cose private >> intanto ero riuscita a vedere qualcosa scritto a matita: Whoper Street, 58... o qualcosa di simile... Quel nome era alquanto familiare, ma non ricordavo dove lo avevo sentito.
<< Dove sono tutti gli altri? >> dissi cambiando discorso.
<< Sono a casa loro >> iniziò a raccogliere i vari fogli.
<< E tu? Non vai a casa? >>
<< No io resto qui... e poi non potevo lasciarti da sola >>
<< Perché resti qui? >> fece spallucce e non rispose. Sospirai.
<< Puoi riportarmi a casa? Dovrei prepararmi per andare a lavoro >>
<< Certo, dammi un secondo che sistemo questo e andiamo >> disse mettendo tutti i fogli in una cartellina rossa che poi posizionò insieme ad altre nella libreria.
<< Vado a prendere il giubbotto >> disse andando in un'altra stanza.
Mi avvicinai furtivamente a quella cartellina, feci per prenderla ma sentii dei passi farsi sempre più vicini, così ritrassi la mano e mi girai a guardare Justin.
<< Andiamo? >> annuii.
Salimmo nella sua macchina e partimmo.
Dovevo scoprire cosa c'era in quella cartellina così segreta, tanto che Justin non mi aveva fatto leggere. E dovevo sapere che cosa avrebbero dovuto far saltare in aria alle 3 in punto di oggi pomeriggio.
Salutai Justin ringraziandolo del passaggio, entrai in casa mia e mi feci una doccia veloce.
Intanto nella mia mente giravano sempre le stesse parole: Whoper Street 58...
Era forse il covo di qualche loro nemico?
Whoper Street 58...
Pensa Hope, pensa!
Whoper Street 58...
Cosa può esserci in quel posto? Dovevo pensare a qualcosa di grande, qualcosa che avrebbe potuto attirare la loro attenzione, ma niente.
Mi vestii, afferrai la mia cartella e andai in ufficio.
Come sempre salutai i poliziotti all'entrata, poi mi diressi a passo svelto nel mio ufficio.
Appena entrai, notai una scatolina vicino alla tastiera del mio computer... lo aprii e all'interno trovai un anello, con un enorme diamante sopra... Oh, di nuovo il giudice del 5 piano. Si arrenderà mai?
Lo riposi nella scatolina e lo misi nel cassetto, pronta a restituirglielo la sera stessa.
Bussarono alla porta.
<< Avanti >>
<< Signorina? >>
<< Si Demi? >>
<< C'è un ragazzo che vuole parlare con lei >> rabbrividii. Non sarà così incosciente da venire qui, no?
<< Chi è? >>
D<< Non lo so, mi ha detto solo che è urgente >>
<< Va bene fallo entrare >> Annuì e se ne andò.
Poco dopo la porta del mio ufficio si aprì nuovamente, questa volta per lasciare entrare un ragazzo biondo, con il volto abbastanza coperto da uno scalda collo.
Si tolse il cappuccio della felpa senza però alzare la testa e andò velocemente alla finestra sotto il mio sguardo allibito. La aprì, ed entrarono altri 2 ragazzi.
Poi si girò verso di me e finalmente riuscii a vedere chiaramente il volto di Ryan. Ricominciai a respirare regolarmente.
<< Oh mio Dio mi hai fatto prendere un colpo... ma che ci fai qui? Ti ha visto qualcuno? >> dissi richiudendo la finestra.
Anche Chaz e Justin si tolsero lo scalda collo da davanti la bocca e si abbassarono il cappuccio della felpa.
<< Ma che ci fate voi qui? >> dissi allarmata.
<< Shh calmati Hope! Dobbiamo parlarti >>
<< Ma siete matti!? Non potevate chiamarmi quando tornavo a casa? Come vi salta in mente di venire qui? >> e iniziai con le mie domande a raffica.
Si, quando ero preoccupata potevo diventare anche logorroica.
<< Uscite subito di qui, ne parliamo più tardi. Ne va del mio lavoro! >> sussurrai.
<< Tranquilla non se ne accorgerà nessuno... non siamo >> ma venne interrotto dalla voce di Chaz.
<< Woooow Hope non sapevo che fossi corteggiata dal principe Harry! >> disse osservando l'anello che avevo aperto poco prima.
<< No è un regalo del giudice del 5 piano... mettilo giù! >>
<< Se non fosse che è per te me lo sarei già venduto! >> disse stupefatto.
<< Ragazzi smettetela! Siamo venuti per una cosa seria >> disse poi guardandomi.
<< Che succede? >>
<< Succede che ieri sera uno dei tuoi amichetti poliziotti ha arrestato uno dei miei >>
<< E io cosa posso farci? >> dissi confusa.
<< Semplice, tu puoi farlo uscire >> disse osservando nei minimi particolari la mia scrivania.
<< Cosa!? No non se ne parla >> affermai con un tono che non ammette repliche.
<< Dai Hope! Sei l'unica che può farlo. Tu non capisci! Quel ragazzo è uno dei migliori che ho! >>
<< Justin non andrò mai contro il mio lavoro. E mi stupisco che tu mi abbia chiesto una cosa del genere! Ma come ti salta in mente!? Dovresti saperlo che non lo farò mai >>
<< Ti prego Hope! >> disse con gli occhi lucidi.
<< No Justin, nemmeno se me lo chiedi in ginocchio >> incrociai le braccia al petto.
<< Ma guarda che non devi fare niente di che! Devi solo dire davanti al giudice che non è stato lui e che hai prove sufficienti che lo dimostrano >>
<< E dove le trovo queste prove secondo te!? >>
<< A quello pensiamo noi! >>
<< Di che crimine è accusato? >> si guardarono un secondo tra di loro.
<< Sequestro di persona >>
<< Cosa? >>
<< Su non è una cosa così grave, puoi dire tranquillamente che la persona sequestrata non era altro che la sorella! E che l'ha denunciato per una lite >> disse come se stesse raccontando una storiella.
<< Chaz non è un gioco cazzo! Non posso farlo >>
<< Ma se... >>
<< No Ryan, lascia stare >> lo fermò. Mi guardò negli occhi, poi scosse il capo.
<< A mali estremi, estremi rimedi... andiamo >> e così facendo, riuscì dalla finestra che dava sulla strada con Chaz al seguito. Ryan invece uscì dalla porta per non destare sospetti. Mi sedetti alla mia scrivania sconsolata. Come avevano anche potuto pensare che avrei fatto una cosa del genere??? Si, ero loro amica un tempo, ma ora le cose erano cambiate, e avrei potuto arrestarli anche per corruzione, tutti e 3.
Ma cosa aveva voluto dire Justin con la frase "A mali estremi, estremi rimedi?" cosa aveva in mente? Lo conoscevo bene, fin troppo da sapere che non si sarebbe arreso. Almeno non così facilmente. Avrebbe provato a tirare fuori il suo amico di persona? Impossibile, il nostro carcere era sorvegliato giorno e notte in tutti gli angoli da poliziotti armati. Non ci sarebbe mai riuscito.
Pochi minuti dopo, ribussò alla porta la mia segretaria.
<< Signorina mi scusi, sono arrivate le pratiche per la causa del detenuto di domani >> disse porgendomi una cartellina.
<< Grazie mille Demi, portami il suo fascicolo >>
<< Subito >> disse uscendo dall'ufficio.
Aprii la cartellina e presi in mano il primo foglio.
Lo vidi subito.
Brian Holdan, detenuto nel carcere di Stratford dal 12... mmm... da due giorni...
Poi il mio cuore perse un battito. Anzi, 500!
Brian Horan, carcere di Sratford, Whoper Street 58.
Ma certo! Come ho fatto a non ricordarmi!?!?
Whoper Street 58 era esattamente il luogo dove sorgeva il carcere di Stratford.
Automaticamente, tutti i pezzi andarono al loro posto.
Justin voleva far saltare in aria il carcere per liberare il suo amico, ed evidentemente era venuto da me per chiedere se potevo aiutarlo, evitando una strage! Ed ecco perché, quando avevo rifiutato, aveva detto "a mali estremi, estremi rimedi". Lui ci aveva provato, ma io senza saperlo mi ero data la mia condanna da sola.
Lo chiamai immediatamente al telefono, ma era staccato.
Provai a chiamare Chaz e Ryan sui loro vecchi numeri, ma, come sospettavo, li avevano cambiati.
Richiamai Justin si nuovo, e questa volta squillò, ma non ricevetti nessuna risposta.
Richiamai altre 6 o 7 volte prima che lui rispondesse.
<< Pron... >>
<< Cosa stai combinando Justin!? Vuoi far saltare in aria il carcere oggi alle 3?! >>
<< Cosa? Tu che ne sai? >>
<< Ti ho sentito ieri sera parlare con gli altri, e questa mattina ho letto la via su uno dei tuoi fogli. Spero che tu stia scherzando Justin >> dissi allarmata. Lo sentii ridere.
<< Io non scherzo mai Williams >> ed ecco che riprende a chiamarmi per cognome. Brutto segno.
<< Ti conviene non venire, ci sarà una carneficina a cui il tuo povero stomaco non resisterà... oh! Puoi anche mandare i tuoi poliziotti, ormai le bombe sono state attivate e nascoste in modo da non essere trovate.. >>
<< Sei un essere spregevole Bieber! Riuscirò a fermarti! >> dissi piena di rabbia in corpo.
<< Che vinca il migliore allora >> attaccò.
Presi il telefono dell'ufficio e chiamai subito la centrale di polizia dicendogli di farsi trovare prima delle 3 a Whoper Street; non feci però il nome dei colpevoli.
Me lo chiesero, ma dissi che erano semplicemente appartenenti ad un clan. Non chiedetemi perché. Guardai l'orologio: 1.00 p.m.
Perfetto, tra 2 ore esatte, io e Justin saremo tornati nemici come prima.
STAI LEGGENDO
Manette a forma di cuore. (Justin Bieber)
FanfictionIo: amore, hai mai pensato a cosa vorresti fare dopo il liceo? J: sinceramente no, non ci ho mai pensato, tu?? Io: pensavo di fare l'avvocato Rise J: Allora io sarò il delinquente, così saremo uniti per sempre Pensavo fosse una battuta, chi l'av...