La mattina seguente mi svegliai di buon umore e sorridevo ancora se ripensavo alla serata trascorsa.
Ero pronta ad affrontare anche una pesante giornata di lavoro come quella!
<< Hope! >> rimangio tutto. Ero pronta ad affrontare tutto, tranne il giudice del 5 piano che mi veniva dietro! Mi girai e finsi un sorriso.
<< Buongiorno Fred >> in pochi passi mi fu davanti.
<< Buongiorno, come stai? >>
Io<< Bene grazie, e tu? >> come se mi interessasse davvero.
<< Bene grazie mille, mi chiedevo se... saresti disposta a uscire con me >> ecco fatto. E adesso!?
Su Hope, che vuoi che sia una cena! Vedila come una semplice uscita di lavoro...
Si, Fred era un giudice molto noto in città, e non era per niente brutto, ma... era un tipo noioso e monotono. Un po' come me! Saremmo stati due morti insieme: mai una risata, mai un sorriso.
E poi, aveva almeno 30 anni.
<< Si, dimmi quando >> e la mia coerenza andò a farsi fottere.
<< Pensavo a domani sera, che ne dici? >>
<< Va bene >>
<< Fantastico! Passo a prenderti a casa tua allora? >> annuii e entrai nel mio ufficio.
Sbuffai e mi misi a lavoro.
Stranamente quella mattina il cellulare non squillò.
Ora che ci penso, ieri sera Justin aveva ricevuto una chiamata urgente, spero non sia nulla di grave.
E come sempre, dovevo imparare a stare zitta.
Infatti, poco dopo, sentii un urlo proveniente dall'ufficio accanto, quello del mio capo.
Mi affacciai per vedere cosa avesse tanto da strillare e come me fecero tutti gli altri.
Era per il corridoio, con dei fogli in mano che teneva alzati come fossero una coppa, e con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
<< Si! Si si si!!! Ce l'abbiamo fatta! L'abbiamo trovati! >>
<< Di cosa parla signore? >> disse Demi, anche lei accorsa per le urla.
<< L'abbiamo trovato! Abbiamo trovato il covo del clan che seguivamo! >>
<< Stupendo! Allora che aspettiamo a andare a prenderli? >> disse Fred tutto felice.
Il capo lo fulminò.
<< è quello che stavo per dire, voglio subito 3 volanti della polizia sul luogo >>
<< Signore, non sarebbe meglio mandare anche un avvocato? Non si sa mai... >> il capo lo rifulminò.
<< Stavo per dire anche questo signor Conord... signorina Williams? Si prepari ad andare >>
<< Cosa? Perché io? >>
<< Perchè perché perché dopo il 2 c'è il 3! Su su meno domande e più lavoro >> sospirai e presi il mio cappotto piuttosto scocciata.
Salii in una delle 2 macchine, già parcheggiate all'esterno, e partimmo.
Non feci molta attenzione alla strada, ma quando vidi quella sfilza di case, tutte attaccate, ebbi l'impressione di aver già percorso quella strada...
"Sta calma Hope, non svolterà mica a destra... detto fatto, la macchina girò a destra... sarà una coincidenza.
Vediamo se ora fa la rotatoria. Cazzo. Solo una volta superata la rotatoria, capii perché conoscevo quella strada: l'avevo fatta pochi giorni prima, in macchina di Ryan! Era la strada accanto al covo di Justin, STAVAMO ANDANDO al covo di Justin" pensai tra me e me.
Trattenni il respiro spaventata guardandomi intorno, e il commissario che guidava accanto a me se ne accorse.
<< Va tutto bene signorina? >>
<< S-si... si tutto bene >> continuai a guardare la strada per trovare un piccolo particolare diverso, ma niente, eravamo diretti proprio lì.
Ebbi la conferma quando ci fermammo davanti quella casetta.
Mi si fermò il cuore.
Non volevo quasi scendere dalla volante, ma fui costretta a farlo per non destare sospetti.
Il commissario iniziò a parlare al megafono...
<< Uscite tutti fuori, non potete scappare! >> intanto i poliziotti diedero un calcio alla porta e entrarono con le pistole salde in mano.
Sentii degli urli, anche qualche sparo e qualche rumore di vetro rotto... vidi gli stessi poliziotti uscire, questa volta, però, tenevano stretti i ragazzi. Per un attimo ebbi l'impressione che sarei scoppiata in lacrime.
Chaz cercava di dimenarsi, i capelli scompigliati, segno che stava dormendo...
Ryan si guardava intorno imprecando contro il poliziotto che lo teneva...
Catlin non opponeva resistenza, mentre l'altro ragazzo, William, essendo bello grosso, era tenuto da 2 poliziotti che lo stavano già mettendo in macchina.
Ma mancava lui all'appello, dov'era Justin?
Provai sollievo sperando che non fosse dentro, ma le mie speranze andarono in frantumi quando lo vidi uscire, tenuto dal commissario.
Cercai quasi di nascondermi dietro un poliziotto, che mi guardò confuso.
<< hey hey piano con queste mani, non sono di cemento sai? >> disse scontroso al commissario.
<< Fai poco lo spiritoso biondino, hai finito di scherzare >>
<< Intanto tu fai poco il saputello >> il commissario gli girò il braccio e lo accostò alla macchina.
<< Senti ragazzino, ora che ti piaccia o no tu vieni con noi? Chiaro! Potrei anche darti l'ergastolo quindi non scherzare con il fuoco >>
<< Senti razza di uomo incamiciato! O metti giù le mani dal mio amico o aspetta che mi libero e ti faccio rimpiangere di essere nato >> urlò Ryan mentre il poliziotto cercava invano di tenerlo fermo.
<< Ragazzi portateli tutti in macchina >> fece alzare Justin per metterlo in macchina, e fu lì che i suoi occhi incontrarono i miei, pieni di lacrime per quella scena, mentre i suoi erano solo pieni di rabbia, frustrazione, e forse anche un velo di paura.
Paura di aver fallito, di non aver protetto i suoi uomini, di restare chiuso in una cella per il resto della sua vita.
Misero Ryan, Chaz e Justin con noi.. Catlin e William nell'altra macchina.
<< Avvocato? Andiamo? >> mi chiamò il commissario. Entrai in macchina mentre lo guardavo dallo specchietto retrovisore.
Non sapevo che cosa lui stesse pensando.. e se dovesse pensare che sia stata io a condurli li?
<< Hope? >> disse sorpreso. Abbassai lo sguardo con il cuore in gola.
<< Cosa hai detto ragazzo? >> disse guardando Chaz.
<< Em... I hope we meet again! Beautiful rainbows all around >> cominciò a cantare.
Il commissario lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
Ringraziai Chaz mentalmente per non aver detto niente.
<< Attenzione! Potrebbe essere un messaggio in codice! >> disse ai suoi colleghi.
<< Em.. no signore, è una canzone di Putbull >> gli sussurrai quasi ridendo.
<< Pitbull? Da quando i cani cantano? >> mi guardò confuso.
Chaz si battè una mano in fronte, trascinando anche l'altra per via delle manette che aveva ai polsi.
<< Da quando i poliziotti sono così idioti? >>
<< Bada a come parli ragazzo! Ad ogni modo, non puoi cantare! >>
<< Cosa? E perché? Adesso la legge vieta anche di cantare? >>
<< No la legge dice che tu passerai il resto della tua vita in carcere >>
<< Oh signor commissario, non la facciamo così tragica! Siamo bravi ragazzi intervenne Ryan >>
<< Certo, e i galli fanno le uova >>
<< Ok questa battuta è vecchia come mia nonna >>
<< Zitto tu! Gioventù rovinata, non riuscite a fare i seri nemmeno in circostanze come queste! Siete degli incompetenti >> il commissario cerco di zittirli fallendo miseramente.
<< Chaz? Che significa incompetenti? >> chiese Ryan.
<< Non ne ho la più pallida idea >> risi sotto i baffi.
<< Scusi? Che significa incompetenti? >>
<< Nemmeno sapete parlare! >> disse il commissario rassegnato.
<< Dai me lo spiega? >>
<< E tu in cambio che mi dai? >>
<< Ti insegno delle battute nuove >> Ryan e Chaz scoppiarono a ridere.
Incredibile! Riuscivano a ridere anche quando rischiavano la loro vita!
In tutto questo però, Justin era rimasto in silenzio, serio, a fissare il vuoto oltre il finestrino.
Parlò solo quando il commissario mi chiese:
<< Signorina Williams? Dica un po' a questi ragazzi cosa li aspetta... che pene possiamo dargli? >>
<< Si avvocato >> parlò finalmente Justin << mi dica, di che crimini mi accuserà? Sono proprio curioso di saperlo >> disse con tono di sfida.
<< Lo sapremo una volta arrivati >> abbassai lo sguardo e finimmo di parlare.
Mi sentivo terribilmente in colpa, dovevo parlare con Justin, subito.
<< Commissario? Penso sia meglio portarli subito alla stazione di polizia >> Ryan spalancò la bocca, ma riuscii a fargli un occhiolino dallo specchietto senza che nessuno mi vedesse.
<< Ottima idea signorina >> .
Scendemmo velocemente dalle macchine, e quando anche William e Catlin mi videro, spalancarono la bocca come gli altri, ma io scossi il capo per fargli capire che non centravo niente.
Li misero tutti e 5 in una stanza, dicendo che sarebbero tornati tra poco per l'interrogatorio.
Perfetto, avevo solo 10 minuti per chiarire con loro.
Una volta accertata che il corridoio fosse deserto, entrai nella stanza facendo il più piano possibile.
La richiusi alle mie spalle, ma non feci in tempo a girarmi, perché delle grandi e potenti mani mi presero per la gola sbattendomi al muro.
<< Eccolo qui il nostro avvocato del cazzo! Pensi che non ti ho riconosciuto!? >> disse stringendo la presa sulla mia gola.
<< Fammi spie... >> non riuscii a finire la frase per la mancanza d'aria.
<< Dovrei ucciderti lo sai?! >>
<< No >> disse Justin avvicinandosi a noi.
<< No William, lasciala, devo avere io la soddisfazione >> mi guardò con uno sguardo gelido.
<< Justin lasciami parlare >>
<< Solo una domanda: perché? >> disse con tono calmo.
<< Non centro niente io, non li ho portati io al covo, ti prego credimi >> dissi supplicandoli.
<< Lo so >> disse tranquillo << ieri sera mi ha chiamato Chaz dicendo che ci avevano seguito >>
Allora ecco di chi era la chiamata urgente di ieri sera!
<< Allora mi credi? >>
<< A cosa serve? Ormai siamo qui >>
<< Io.. non volevo che succedesse, davvero... mi hanno anche obbligata a venire a prendervi >> mi passai una mano davanti la faccia, lo facevo sempre quando ero stressata.
<< In ogni caso, ora che succede? >> disse con tono spaventato.
<< Ora viene il commissario a farvi delle domande, ma c'è un modo per non finire in prigione. Non rispondete a nessuna delle sue domande, anche se dovesse strapparvi i capelli, voi non fiatate! Vi sbatterà in cella >>
<< Wow, e questa me la chiami soluzione? >>
<< Lasciami finire! Per questa notte dovete dormire qui... domani mattina, vi libererò io >> dissi convinta.
William rise.
<< e perché dovrei fidarmi di te? >>
<< Sta zitto cazzo! >> urlò Justin contro William.
<< Posso fidarmi Hope? >> mi guardò con quegli occhi da cucciolo.
<< Devi >> gli accarezzai il volto.
<< Io gli credo >> disse dopo un po'...
<< Anche io, in fondo, è la nostra unica possibilità, che abbiamo da perdere? >>
<< Io... spero che sarai di parola >> sussurrò Catlin.
<< Ve lo prometto, cercherò di fare il prima possibile... ora devo scappare, se mi trovano qui sbattono dentro anche me >> feci per uscire, ma Justin mi tirò per un braccio.
<< Hope... >> lo guardai per farlo continuare.
<< Grazie >> sorrisi.
<< Grazie a te per avermi aperto gli occhi... la vita non è solo legge >> sorrise anche lui, e mi stampò un nuovo bacio sulle labbra.
Quel bacio mi diede il coraggio di cui avevo bisogno. Lo guardai per un'ultima volta e uscii da quella stanza frettolosamente.
<< Hope? >>
<< Freddi? >> dissi spaventata.
<< Cosa facevi li dentro? >>
<< Stavo... cercavo di convincerli a parlare con il commissario ma non sembrano voler collaborare >> trovai una scusa.
<< In ogni caso, tutto confermato per domani sera? >>
<< Si si certo, a domani >> lo vidi allontanarli verso l'ascensore, poi sentii bussare da dentro la stanza.
Aprii e mi trovai Chaz che rideva come un pazzo.
<< Shh zitto idiota vuoi farci scoprire!? >>
<< Scusami, ma non ce la faccio ahahah ma chi è quel cascamorto? >>
<< è il giudice del 5 piano >>
<< Ma dai! E cosa avete domani sera? >>
<< Ma voi i fatti vostri mai? Mi ha invitato a cena! >>
<< COSA!? Ma avrò 20 più di te! >>
<< Infatti non accadrà niente di quello che pensate voi >> feci per uscire.
<< Hope? >> mi chiamò Justin. Lo guardai. Rideva sotto i baffi.
<< Se ci prova, mi raccomando, il calcio nelle parti basse fa sempre effetto.. e poi dimmi se ha trovato un posto più originale del mio >> risi anche io, dopo di che uscii di lì, con l'intenzione di ritornarci il giorno dopo. Per liberarli. L'avevo promesso non solo a Justin, ma anche agli altri, e non li avrei delusi.
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Manette a forma di cuore. (Justin Bieber)
FanficIo: amore, hai mai pensato a cosa vorresti fare dopo il liceo? J: sinceramente no, non ci ho mai pensato, tu?? Io: pensavo di fare l'avvocato Rise J: Allora io sarò il delinquente, così saremo uniti per sempre Pensavo fosse una battuta, chi l'av...