Dimentica chi sono, e chi sei tu.. torniamo indietro nel tempo.

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Appena mi resi conto di quello che stavo facendo mi allontanai.
<< Ma che cazzo fai? >> dissi spingendolo via da me.
<< Come se ti dispiacesse, lo so che sei ancora innamorata di me >>
<< Non farmi ridere, lasciami in pace Justin >> feci per andarmene.
<< Io dico che ancora ti piaccio >>
<< Cosa ti da questa certezza? >>
<< Altrimenti mi avresti già arrestato >> mi bloccai senza voltarmi.
<< Non posso arrestarti se non hai commesso nessun crimine >>
<< Oh, andiamo! Lo sai benissimo tutti i crimini di cui sono accusato >>
<< Allora si, devo arrestarti >> mi girai verso di lui.
<< Allora fallo >> mi venne incontro, e quando fummo uno davanti all'altra mi porse le mani per farsi mettere le manette. Le fissai per un po', poi scossi il capo.
<< Sarebbe troppo facile, ti arresterò quando sarai colto sul fatto >> rise.
<< Lo vedi, tu sei ancora innamorata di me >>
<< Te lo ripeto Justin, lasciami in pace >> detto questo mi chiusi in bagno.
Sentii dei passi farsi sempre più leggeri, segno che se ne era andato.
Appena uscii, il corridoio era deserto.
Avevo un forte giramento di testa, così decisi di tornare a casa.
Andai nella stanza dove c'erano tutte le borse, presi la mia, infilai il cappotto e uscii da quella casa.
Avevo ancora il cuore a mille, rivedere Justin dopo tanto tempo, e scoprire che non era cambiato affatto, mi faceva ricordare il liceo, quando tutto era più semplice e ci amavamo tranquillamente. Soprattutto, scherzavamo su quello che non sapevamo che un giorno sarebbe diventata la nostra realtà.
Mi venne un altro flashback, troppi quella sera...

<< Ahahah dai sei pessima! >> disse tirando a canestro.
<< Hey non è colpa mia! Sei tu che sei troppo bravo >>
<< Ma io sono bravo in tutto >> disse dandomi un bacio a stampo.
<< Poco modesto il ragazzo eh? >> rise.
<< Devo essere modesto, e dovresti esserlo anche tu >>
<< Perché? >>
<< Perché come insegnerai a tuo figlio ad avere la propria autostima? >>
<< Ci penserà suo padre >>
<< Appunto >> disse abbracciandomi da dietro << quindi il padre deve essere modesto >>
<< Ok dopo questo tuo ragionamento contorto, cosa ti fa pensare che tu sarai il padre di mio figlio? >>
<< Perché, non è così? >> disse guardandomi.
<< Chi lo sa, se staremo ancora insieme >> dissi facendo spallucce.
<< Se devo avere un figlio voglio che sia tu la madre... tu e nessun'altra, voglio te, oggi, domani e per sempre >> mi sussurrò prima di baciarmi...
#fine flashback..

Solo adesso mi rendevo conto di quante cose erano cambiate, ma allo stesso tempo erano sempre le stesse. Io e lui eravamo cambiati, ma contemporaneamente eravamo sempre due ragazzi, con le stesse abitudini di un tempo, sempre noi, ma diversi. Cresciuti.
Mentre pensavo a queste cose arrivai davanti casa mia.
Misi le mani nella borsa per prendere le chiavi di casa, quando mi accorsi di non avere il portafogli.
Che stupida che ero stata! Se c'era Bieber, sicuramente c'erano anche i suoi "scagnozzi" alla festa. Erano stati loro, sicuramente.
Mi arrivò un messaggio: Numero Privato.

Non sapevo che l'avessero preso, scusami. Vediamoci domani pomeriggio al nostro posto e ti restituirò il portafogli.

Non mi ci volle molto a capire chi era.

Risposi:

Che scagnozzi disubbidienti, eh Bieber? Comunque io domani pomeriggio lavoro. E poi, quale sarebbe il nostro posto?

Rispose poco dopo:

Non ci credo che non ti ricordi qual è il nostro posto! Meglio, allora ci vediamo domani sera.

Ricordavo benissimo qual era il nostro posto, ma ormai non lo era più...
Io:

Non è più il nostro posto. E grazie per l'invito, ma credo che non accetterò.

Manette a forma di cuore. (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora