novembre '22
Scorrono le stagioni
d'uomini poveri e stanchi
finché di loro
non rimarranno che ossa e cenere
mute testimoni
di feroci ritmi mortali
Luminose case bianche
nascondono oscuri anfratti
scavati nella viva roccia
Attraverso i loro pertugi
vediamo i cuori malinconici
come acquari senz'alghe né pesci
La vita s'inaridisce
al risonar delle catene:
richiami di lutti
parole che non capiamo
gole tumultuose
e ventri divoratori
Emozioni fatte scudi
di vuote retoriche morali
inclementi col dolor
d'incudine soccombente
sotto i colpi d'un martello
E vaghiamo tutti
in una landa dai duri orizzonti
Preghiamo senz'alcuna fede
chiedendoci il motivo di tal viaggio