chapter 8;

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Mariasole's point of view

La cosa buona era che la febbre mi era passata, lasciando un insopportabile naso chiuso.
Albe si era addormentato sul mio seno, tenendo le braccia intrecciate attorno al mio busto, cullato dal mio battito cardiaco.
Non so bene quante volte lo facemmo, forse due o forse tre, ma la mia unica certezza era che l'ora di pranzare fosse passata da un bel po', o meglio, l'ora di pranzo milanese era passata da un bel po'.
Non lo volli svegliare, mi limitai a giocare con i suoi capelli con la mano sinistra, mentre nella destra avevo la mia sigaretta.
Mugugnò qualcosa e mi strinse più forte a sé ed accoccolandosi meglio sul mio petto.
Sembrava un angelo.
Schiacciai la sigaretta nel posacenere e mi concentrai sul soffitto, vedendo proiettate le scene di noi due sul piumone.
Avevo le persiane aperte, pregai che nessuno ci avesse sentiti.

~•~

«Ben svegliata bella addormentata» lo presi in giro vedendolo arrivare dalla camera da letto «Rivestiti però» mi voltai di nuovo sui fornelli.
Lo sentì ridere e lo vidi con la coda dell'occhio tornare in stanza.
Si mise solo i jeans dal momento che io avevo la sua felpa dei Nirvana.
Venne in cucina e mi abbracciò da dietro, lasciandomi qualche segno rossastro sul collo.
«É tardi per pranzare» sbadigliò sulla mia spalla.
«Questo lo dici tu milanese» risi girandomi verso di lui per creare contatto visivo.
Rimase senza dire una parola, come se non se lo aspettasse che mi sarei voltata verso di lui.
«Il gatto ha mangiato la lingua ad Alberto» ridacchiai tornando a cucinare «Non dire niente di imbarazzante, siediti a tavola e fa qualcosa» obiettai prima che potesse dire una di quelle frasi fatte super imbarazzanti.
Lui rise e si sedette a tavola guardando il cellulare.
Mi scattò una foto, sentì il rumore del tasto.
Mi girai verso di lui e, quella volta, mi misi in posa.
«Ho un nuovo sfondo» sorrise come uno scemo ma lo assecondai «Sole» mi chiamò e prima che potessi girarmi mi prese il polso e mi mise a cavalcioni su di lui.
«Andremo con calma, vero?» mi chiese sfiorando il mio naso con il suo.
Rimasi un po' spiazzata da quella domanda.
Avevamo fatto sesso due volte (e una nemmeno la ricordavo) e, in tutta franchezza, non mi ero soffermata nemmeno un secondo a riflettere su cosa fossimo, se dovessimo andare con calma, se dovessimo andare di fretta o che ne so.
Non avevo mai pensato a questa cosa.
«I-io non lo so» balbettai guardandomi le mani.
Mi mise le mani sui fianchi e mi sistemò meglio sulle sue gambe.
Mi sollevò il viso con due dita.
«Dimmi che mi vuoi» mi disse serio «Dimmi che mi vuoi come io voglio te».
Rimasi in silenzio a guardarlo e deglutì a vuoto.
«Io ti voglio Albe, lo giuro» ero rossa fino alle orecchie e, alle mie parole, vidi i suoi occhi illuminarsi.
Mi baciò le labbra, poi tornai a cucinare.





my space
io che mi sento sola scrivendo capitoli della mia stessa storia sono la fine del mondo onesto
trovatevi qualcuno che vi guardi come Albe guarda Sole
come state?
scusate l'assenza, ho cercato di postare due capitoli per ogni storia prima di mettermi a studiare
se riesco vedo di aggiornare ancora
vi amo mwah

eravamo da me e?||TananaiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora