Capitolo 3

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Aperto il portone di casa, trovo il mio comodo divano di finta pelle che mi chiama ed io stremata mi ci butto a peso morto. Questa giornata è stata più tosto stressante, soprattutto a causa di quel tizio inquietante, mi auguro di non vederlo mai più. Se penso che sarebbe potuta andare molto male, ho pensato al peggio in quella situazione, per fortuna c'erano Bob e Josh... anche se un aiuto dal pubblico, così interessato alla vicenda, sarebbe stato più che gradito. Perché la gente ha tanta paura di esporsi in situazioni del genere? Io non riesco proprio a comprendere il perché di certi comportamenti. Per fortuna la giornata è proseguita in modo del tutto diverso. Ho fatto anche nuovi incontri, quei ragazzi erano davvero simpatici, se fossi stata un'altra probabilmente gli avrei già chiesto il numero... soprattutto al biondo, Niall. Al suo ricordo le guance si accendono, colorandosi di un rossore lieve e solo dopo, mi accorgo di star sorridendo. Basta Sam, pensa ad altro. Povero Josh... il lunedì pomeriggio è sempre così faticoso, pieno di gente che esce dal lavoro o di ragazzi che escono dalle scuole per svagarsi, rimanendo spesso anche tutta la sera. Dovrà lavorare sodo per servire tutti quei clienti da solo, mi dispiace per lui. Mi ricordo le pochissime volte che ebbi il turno serale, ero così stremata che già alle 10:00 mi si chiudevano gli occhi; per questo Bob evitò successivamente di darmi turni serali, se non per casi eccezionali. Decido di sfilarmi il blazer nero e le ballerine in tono che per pigrizia mi ero tenuta fino a quel momento. Butto la borsa sul tavolino di vetro basso difronte al divano, che ovviamente scivola e casca per terra, facendo fuoriuscire gran parte di ciò che vi era all'interno. Impreco, mai che me ne vada bene una. La rialzerò più tardi o lo lascerò fare a Ian, maniaco delle pulizie com'è... Sento la porta aprirsi. È Ian, quando parli del diavolo... Anche lui è appena rientrato dal lavoro. È stanchissimo, si nota dalla sua fronte corrucciata e la ruga formatasi tra le sue spesse sopracciglia nere che si accentua maggiormente, sta diventando vecchio così velocemente...molto probabilmente domani lo ritroverò con la pelle flaccida e rugosa di un'ottantenne. Rido, nell'immaginarlo con quelle sembianze, probabilmente non si definirebbe più un dio greco sceso sulla terra per farci capire a tutti cos'è la bellezza, se si vedesse così.

< Ciao sistah, com'è andata a lavoro? > Si toglie la sua inseparabile giacca di pelle nera, ha solo quella, o probabilmente ne ha tante uguali. La mette ordinatamente sull'attaccapanni, di legno, accanto alla porta.

< Come al solito > dico, cercando di essere più indifferente possibile, mettendomi seduta in modo decente. Si siede di fianco a me, scruta la stanza, notando il caos creato dal mio arrivo, sospira e mi guarda. Conosco quell'atteggiamento, sta cercando di capire se sto dicendo la verità.

< Non dire cazzate, hai un sorriso che va da un orecchio a l'altro. Chi hai rimorchiato Sam? > Dice incuriosito, con un'espressione di chi la sa lunga. Spalanco gli occhi, pensavo di essermelo levato! Mi copro la faccia con un cuscino per sfuggire al suo sguardo indagatore. Che imbarazzo! Prende il mio cuscino e lo butta dall'altra parte del divano. < Chi è? Lo conosco? Non è un punk vero? > Sputa velocemente, neanche fosse Eminem. Si ferma e comincia ad avvicinarsi lentamente, con gli occhi che piano piano diventano due fessure < Non è un mafioso vero? > Continua. Ma che cazz...

< Non ho incontrato nessuno! > Urlo, arrossendo violentemente. Mi alzo di scatto per dirigermi in cucina. Spero non mi segua anche lì. Apro il frigorifero e cerco qualcosa da preparare per cena. Non c'è molto, domani devo assolutamente fare la spesa. Per sta sera ci possiamo anche accontentare di una bella insalata. Chiudo il frigo.

< Allora? Non mi hai ancora risposto! > Sbuca all'improvviso Ian da dietro il frigo. Sussulto per lo spavento, ma mi riprendo subito. Per fortuna che avevo solo il sacco d'insalata in mano, altrimenti si sarebbe rotto qualcosa ed io non avrei di certo pulito.

Quanto si diverte a farmi prendere i colpi. Prima o poi mi verrà un infarto, me lo sento e il mio fantasma vagherà per la casa e lo perseguiterà per tutta la vita.

Give me a reason...to hate youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora