Capitolo 12

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Pov Josh

Caldi raggi sfiorano la mia pelle, percorrendo lentamente tutto il mio profilo. Mi giro dall'altra parte, per impedire a quella luce di finirmi sul viso. Il mio corpo si scontra contro qualcosa. Lentamente apro gli occhi. Sbatto più volte le palpebre per capire se ciò che vedo è reale o puro frutto della mia immaginazione. Dinanzi a me vi è un bellissimo ragazzo sorridente. Mi osserva intensamente con aria estremamente sexy, scorrendo i suoi occhi vispi sul mio viso, per poi soffermarsi sul collo. Sorride, nel notare il suo marchio violaceo. È così bello da illuminare ogni angolo della stanza. Da quant'è che mi osservava? Perché non mi ha svegliato? È disteso di profilo, con la testa poggiata sulla sua mano sinistra, facendo apparire una piccola piega tra la guancia e le labbra. Resisto a quell'impulso frenetico di baciarla e mordicchiare quella carne mobida ma leggermente ispida a causa di alcuni fili di barba che minacciano di uscire. I suoi capelli chiari ricadono ricci lungo il suo volto, infatizzandone i lineamenti davvero perfetti. Il suo petto nudo è contratto, per via della sua posizione innaturale. Il mio sguardo vaga desideroso lungo tutto il suo corpo. Le coperte gli coprono a pena l'inguine, facendo intravedere qualche ciuffo nero del pube... lo sento sogghignare per la mia attenzione verso quella parte. Il mio sguardo ritorna al suo volto, così bello da sembrare quello di un dio greco.

< Sei bellissimo > Gli sussurro, con la voce ancora impastata dal sonno, quasi senza pensarci. Lui sorride, imbarazzato e il suo sguardo si abbassa, concentrandosi su un punto indefnito del materasso. Delle piccole rughe si formano hai lati della bocca sottile e rosea, così come intorno ai suoi occhi, di un colore indefinito tra il verde e il marrone. Con la mano libera si sposta i capelli da un lato, lasciando scoperti tutti i lineamenti regolari. Allungo una mano verso il suo viso, per accarezzare con il dorso la guancia ispida, solleticando la mia pelle.

< Hai dormito bene? > Parla finalmente Sam, la sua voce risuona melodiosa nelle mie orecchie. Lo sentirei parlare per ore. Annuisco, ripensando alla scorsa notte, hai nostri corpi, uniti in una cosa sola. Mi giro a pancia in su, mettendo le mani sotto la testa. Chiudo gli occhi e faccio un profondo sospiro. Quando li riapro lui è sopra di me, ha pochi centimetri dal mio viso, si regge sulle mani per mantenere una certa distanza dal mio corpo, quasi a volermi torturare. Arrossisco leggermente per la sorpresa. Vedo il mio riflesso nei suoi occhi, profondi come due pozzi. Tolgo le mani da sotto la testa e mi poggio sui gomiti, eliminando quella distanza diventata ormai troppo ingombrante. Gli do un leggero bacio all'angolo della bocca. Le mie labbra non fanno in tempo a staccarsi del tutto dalla sua pelle che con una mano mi afferra le guance, avvicinando nuovamente il mio volto al suo, premendo poi con forza le sue labbra sulle mie. Il suo corpo si attacca al il mio, incastrandosi perfettamente, come due pezzi della Lego. La mia bocca si schiude, permettendo libero accesso alla lingua di Sam. Le mie mani stringono i suoi morbidi capelli, per poi tirarli con forza, facendo piegare di poco la sua testa all'indietro. Un piccolo gemito esce dalla sua bocca, diventata ormai inresistibile. Stringo delicatamente tra i denti il suo labbro inferiore, mordicchiando quella carne morbidissima. Le sue unghie graffiano le mie gambe, che si stringono ancora di più alla sua vita. La nostra eccitazione cresce ad ogni secondo che passa. Con una mano afferra le mie, staccandole delicatamente dai suoi capelli, per affondarle con forza sul cuscino sopra la mia testa. I miei occhi in fiamme, vagano su tutta la sua carne, morendo dalla voglia di baciarla, succhiarla, morderla... Stringo il mio labbro inferiore tra i denti, cercando di reprimere un gemito, ma inutilmente, a causa della lingua di Sam sul mio collo. Con la mano libera accarezza il mio pettorale destro, per poi concentrarsi sul capezzolo, pizzicandolo, fino a inturgidirsi. La sua lingua percorre tutta la linea della masella, lasciandomi scie umide, quasi incandescenti, fino ad arrivare al mio orecchio. Lecca e mordicchia con veemenza il mio lobo. Non riesco a trattenere un altro gemito, che si trasforma in un piccolo urlo, quando sento graffiarmi la carne, della linea centrale degli addominali. Stufo di non poterlo assaporare,con uno scatto del bacino inverto le posizioni, ritrovandomi sopra il suo corpo possente.

Give me a reason...to hate youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora