Capitolo 5

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Mi chino sul tavolo, appiattendomi il più possibile per non farmi vedere da lui. Josh mi guarda stranito, non capendo il motivo del mio comportamento. Gli indico con un cenno della testa la causa di tutto ciò. Lui si gira, e non appena vede Kevin, sgrana gli occhi sorpreso. Il ragazzo, forse sentendosi osservato, si volta dalla nostra parte. Josh preoccupato, si ripara tra i menù, mettendoli in piedi, come una specie di barriera e si mette nella mia stessa posizione.

< Con tutti i ristoranti che ci sono, proprio qui doveva venire? > Mi sussurra incazzato Josh.

< Forse perché era il vostro ristorante > Sogghigno. Sento Josh darmi un calcio sullo stinco, facendomi sbattere il ginocchio sul tavolino di legno, causando un rumore assordante.

< Ssshh > Mi zittisce Josh.

< Ma se sei stato tu a darmi un cal... >

< Ssshhh > Mi zittisce di nuovo. Alzo gli occhi al cielo, infastidita dal suo comportamento infantile. Cazzo mi zittisce se è stato lui a darmi un calcio e quindi a farmi fare tutto quel rumore... Con la coda dell'occhio osservo Kevin, attraverso il piccolo spazio lasciato tra i due menù. I suoi capelli rossicci gli ricadono sul viso, dolcemente, enfatizzando ancora di più i suoi lineamenti delicati. I suoi occhi a mandorla sono quasi del tutto nascosti dal ciuffo che cade naturalmente di lato. Sta seduto dall'altra parte della sala, con dei suoi amici. Ridono. Gli spaccherei volentieri tutti i denti, uno per uno.

< Ehm ehm > Tossisce qualcuno. Entrambi guardiamo in alto, la cameriera di prima ci sta fulminando con lo sguardo, ha i nostri ordini su entrambe le mani. Gli sorridiamo imbarazzati. Ci porge tutto sul tavolo e in modo sgarbato prende i menù, strappandoli dalle mani di Josh, per portarseli via. Che figura... Mi volto verso Kevin e noto con sorpresa che non c'è più, i suoi amici sono senza di lui, dove sarà andato? Non ci tengo neanche a saperlo. Prendo un'ala di pollo dal contenitore e comincio a sgranocchiarla, amo questa roba. Anche Josh inizia a mangiare, da un grande morso al suo panino gigante. Come fa a metterlo tutto in bocca? Lo osservo, con la testa chinata da un lato. Josh si accorge del mio sguardo.

< Cfe sce? > Mi chiede, con la bocca piena di cibo.

< Blea! Josh non parlare con la bocca piena, ho visto tutto il cibo mangiucchiato > Urlo disgustata. Che schifo, ho un conato di vomito... Distolgo lo sguardo e prendo un'altra ala, sono alla quinta, se continuo così finirò per diventare un pallone e sarò costretta a rotolare fuori dal locale. Guardo Josh, è impietrito, lo sguardo è perso nel vuoto. Mi giro per capire il perché. Fuori dal locale c'è Kevin, con qualcuno... Sta baciando un tizio. Sgrano gli occhi e l'attenzione ritorna su Josh. Gli prendo la mano sinistra e lui sembra quasi risvegliarsi dallo stato di trance. È ancora difficile per lui vederlo con un altro, non ostante si siano lasciati ormai da quattro mesi. Mi sorride debolmente, facendomi capire che tra un secondo starà di nuovo bene. Non ne sono molto convinta. Ci alziamo per pagare il conto alla cassa, questa volta pago io, anche se era il suo turno. Usciamo da Nando's e continuiamo la nostra passeggiata. Il vento si è calmato notevolmente, ora si avverte solo una lieve brezza, profumata di iodio. Respiro a pieni polmoni quell'aria così fresca e prendo la mano di Josh, per tirarlo nella mia parte preferita del centro. Quattro pianoforti bianchi a muro sono disposti ordinatamente uno dietro l'altro a circa 4 metri di distanza ciascuno. Il secondo è occupato da un ragazzo biondo, concentrato a suonare. Ci avviciniamo per sentire meglio la sua melodia.  Quando si parla di Liverpool come la capitale della musica britannica, non è solo grazie alla pubblicità che vi fecero e che vi fanno tutt'oggi i Beatles. Qui ogni cosa è circondata da musica. Dalla costa, piena di musicisti di strada, alle famose vie musicali, chiamate anche vie dei Beatles, a questa via, dove lo stato mette a disposizione dei pianoforti, così le persone possono suonarli liberamente e ricevere anche delle offerte di denaro dai passanti che li ascolta. Un piccolo gruppetto di persone si è formato intorno a questo pianoforte. Josh prende il portafoglio e mette 5 sterline nel barattolo d'acciaio, che ormai è quasi pieno. Questo musicista sta riscuotendo davvero un grande successo... Un ragazzo castano, tra la folla, non smette di osservarci. Mi giro verso Josh e noto che sta sorridendo, è totalmente concentrato sul pianista. Sono contenta che si sia lasciato Kevin alle spalle, almeno per oggi.

Give me a reason...to hate youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora