Prologo

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𝓟𝓻𝓸𝓵𝓸𝓰𝓸

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𝓟𝓻𝓸𝓵𝓸𝓰𝓸

Gli esseri umani hanno una data di scadenza.
Non è cosa troppo sconvolgente da sapere, poiché, ognuno di noi, purtroppo è destinato a dover scomparire.
Tale scomparsa, prende un nome assai temuto dalla maggior parte degli uomini, un nome scandito dalla bellezza tagliente di ben tre consonanti, intente a racchiudere e proteggere, le due vocali.

Morte.

Un porto in cui chiunque è destinato ad approdare, pur non conoscendone sempre la via.
Quando questa sopraggiunge, ha il macabro compito di svuotare i corpi dalle proprie anime, lasciando un involucro vuoto e senza linfa vitale.
Il corpo, a seguire, sarà vittima di un lungo processo di decomposizione, lasciando scivolare ogni briciolo di bellezza che vi abbia mai abitato con esso.

Ogni essere umano è destinato a morire.
Ogni cosa deve finire.
Sì, questa è la logica delle cose.
Qualsiasi forma di vita è inevitabilmente segnata da una propria demarcazione temporale.

Oh, forse...

In botanica, una pianta segue un ciclo vitale ben preciso. Vi sono ben sette fasi da attraversare, partendo dall'impollinazione, fino ad arrivare allo stadio di germinazione della stessa, da cui a seguire, ne nascerà una nuova.
Parlando principalmente di fiori, sono molti i modi in cui questi potrebbero morire.
I casi più comuni sono quelli di soffocamento.
La pianta subisce l'eccessiva presenza di acqua, non riuscendo così a bere nel momento esatto in cui essa lo necessita, assorbendone completamente l'intera quantità. Le foglie perdono la rigogliosità dei loro colori e lo stelo, inevitabilmente, si affloscerà.
In questo modo, il fiore non potrà far altro che appassire, diventando, man mano, sempre più secco.
A quel punto, tornare ad inumidirlo, purtroppo è del tutto inutile.
Anche i fiori, proprio come gli esseri umani, muoiono.

E se esistesse qualcosa d'immortale?
Un essere capace di fiorire in eterno.

L'Amaranthus retroflexus, anticamente chiamato dai greci Blito ed odiernamente identificato con il semplice nome di Amaranto è una pianta erbacea annuale con fusto eretto.
In antichità, questo fiore dall'aspetto abbastanza singolare, veniva utilizzato come erba cerimoniale religiosa, tal volta aveva scopi medicinali e, spesso, molti lo utilizzavano come vero e proprio alimento, date le sue notevoli proprietà benefiche.
Nonostante questo, l'amaranto colpisce la maggior parte della popolazione, fin dai primi tempi, a causa della sua longevità.
Questa pianta, difatti, non appassisce né muore. Quando è sradicata o avvizzita, basta rimetterla in acqua, per far in modo che questa riprenda il suo turgore.

Nel linguaggio dei fiori, l'amaranto significa letteralmente "Che non appassisce" oppure "Eternità".

Qualcosa destinato a splendere per sempre. Una forma di vita capace di non perdere mai la propria bellezza.

Immortale.

Ebbene, se di piante e fiori stiamo parlando, non vi è collegamento alcuno con il ciclo vitale di un essere umano.
Un individuo costretto alla morte.

𝐀𝐌𝐀𝐑𝐀𝐍𝐓𝐇 "무한" 𝓙𝓲𝓴𝓸𝓸𝓴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora