Capitolo II

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𝓛𝓪 𝓓𝓲𝓰𝓲𝓽𝓪𝓵𝓲𝓼 𝓹𝓾𝓻𝓹𝓾𝓻𝓮𝓪

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𝓛𝓪 𝓓𝓲𝓰𝓲𝓽𝓪𝓵𝓲𝓼 𝓹𝓾𝓻𝓹𝓾𝓻𝓮𝓪

Anno 2023

Jimin teneva in mano il suo calice di vino, con la paura che, ad un singolo passo falso, oltre che a rovesciarsi il bicchiere, sarebbe caduto anche lui.
Camminava in punta di piedi, quasi come se fosse terrorizzato dall'idea di arrivare a destinazione, trovandosi di fronte quel ragazzo sconosciuto che, dal primo istante, non aveva fatto altro che scatenare in Jimin strane ed invasive sensazioni.
Eppure, come quando i nodi vengono al pettine, così anche il biondo si ritrovò, dopo svariati passi, a dover uscire allo scoperto.
Nel momento esatto in cui entrò nel cono di luce di quell'individuo, le gambe divennero quasi molli e tutta la "Semi-convinzione" che aveva avuto fino a quel momento, svanì come granelli di sabbia al vento.

Gli occhi dello sconosciuto lo studiarono da capo a piedi, senza tralasciare un solo dettaglio della sua esile figura e, come se fosse perfettamente normale, Jimin lo lasciò fare, senza proferire una sola parola. Il fiato gli si era bloccato e, qualsiasi frase, sembrava trattenuta da una qualche forza esterna sulla punta della sua lingua, senza darle la spinta necessaria per poter uscire.
Quando il giovane distolse di poco lo sguardo per poter osservare il proprio calice, con un ghigno stampato sul suo volto — che sembrava ideato da menti brillanti, quali quelle di Botticelli o Michelangelo, veri e propri geni della bellezza — Jimin sentì di poter tornare a respirare, finchè lo sconosciuto non decise di dar voce ai propri pensieri...

«Ti va di sederti?» Chiese il corvino, indicando, con un cenno del capo, lo sgabello accanto al suo.
Il biondo boccheggiò, non sapendo cosa rispondergli, ma limitandosi semplicemente ad annuire frettolosamente e fare come gli era stato chiesto.
Passarono altri secondi interminabili, secondi in cui gli occhi di Jimin si facevano sempre più curiosi ed indagatori e, più osservavano minuziosamente ogni tratto di quel ragazzo, più lui si rendeva conto di non aver mai visto nulla di più bello nella sua intera vita ed, inevitabilmente, il biondo si ritrovò a chiedersi a quale tipo di fiore avrebbe potuto associare quel volto misterioso. Così bello e seducente, intriso di una sensualità che era totalmente nuova nel mondo adolescenziale di Park Jimin.
Come avrebbe potuto fare? Sarebbe stato troppo difficile per lui, collegare quel giovane ad un fiore, senza sapere assolutamente nulla, neanche la più misera delle informazioni. E fu così che, in pochi secondi, Jimin iniziò a bramare con tutto se stesso di saperne di più su quel volto, anzi... su ciò che si nascondeva, dietro quel volto. «Quindi, stasera è il tuo compleanno». Affermò il giovane, alludendo all'ovvio, probabilmente solo per rompere quel ghiaccio così spesso.

Jimin si ritrovò ad annuire nuovamente e, senza che potesse pensarci più di tanto, si ritrovò a rispondere...

«È-esattamente, dopo la m-mezzanotte». Il biondo balbettò e, ci mancò davvero poco, che non prendesse addirittura a singhiozzare.

𝐀𝐌𝐀𝐑𝐀𝐍𝐓𝐇 "무한" 𝓙𝓲𝓴𝓸𝓸𝓴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora