Capitolo VIII

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𝓘𝓷𝓽𝓮𝓻𝓵𝓾𝓭𝓲𝓸

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𝓘𝓷𝓽𝓮𝓻𝓵𝓾𝓭𝓲𝓸

Anno 2023

La Reggente dell'Antico Consiglio, Lady Park Sooyoung, era un vampiro secolare di qualche anno più grande del re.
La sua trasformazione avvenne molti anni prima, quando scelse di morire, per poter iniziare a vivere sotto un regime ed una forma diversi.
La sua autorità, nel mondo delle creature sovrannaturali, era seconda solo a quella di Sua Grazia, in quanto, si trattava quasi di un secondo sovrano.
Il ruolo di Sooyoung, era difatti quello di occuparsi della maggior parte della sfera burocratica e diplomatica d'interessamento reale, per poi stipulare un verbale da poter così presentare in rapporto al sovrano e discuterne con esso, in separata sede.
Proprio per quel motivo, i viaggi che svolgeva la donna tra la Reggia del Consiglio, distante diversi chilometri da Naridia — si diceva di trovasse addirittura nella capitale — ed il palazzo reale, erano davvero molti al mese, non che alla donna dispiacesse, per intenderci, traeva piacere anche dalla più futile delle chiacchierate con sua maestà.
Eppure, quella sera c'era qualcosa di diverso e Lady Park lo intuì molto prima che facesse l'incantevole conoscenza di quel ragazzino biondo, con cui aveva cenato.

Era raro venisse richiamata la sua attenzione proprio da Sua Grazia.
Nella stragrande maggioranza dei casi, apparteneva a lei l'iniziativa di recarsi al cospetto del re, per poter, appunto, disquisire riguardo ai rapporti del Consiglio.
Eppure, un presentimento, Sooyoung ce l'aveva.
Quasi mandò delle richieste alle più alte divinità del cielo, per far sì che le sue previsioni si rivelassero vane, ma quqndo vide quel volto, ogni sua preghiera, diventò come fumo nell'aria.
Erano di nuovo al punto di partenza, aveva pensato la donna.
Che sciocca era stata, nello sperare che, a distanza di pressoché vent'anni dall'ultima volta, Jungkook avesse smesso di cercare, smesso di tormentarsi, nella speranza di ritrovare qualcuno che, Sooyoung lo sapeva, fosse perduto da tempo.

Chi mai avrebbe avuto il coraggio di contraddirlo? Di certo non lei.
Non lei che pendeva dalle sue labbra, quel giorno come tanti anni prima.
Lei che lo guardava come se fosse la più bella delle meraviglia, fin dal primo momento che l'aveva conosciuto, sperando nel concretizzarsi di un qualcosa che, temeva, non sarebbe mai avvenuto.
Eppure, si nascondeva dietro parole non dette, autoconvincendosi fosse per colpa di queste, che Jungkook non lo notasse.
No, il re non riusciva a vederlo, perché troppo accecato dal suo utopico obbiettivo, come un esaltato.
Sooyoung ci aveva sperato, così tanto da pensare, per un solo momento, che l'avesse mandata a chiamare semplicemente per passare del tempo con lei, a cena.
Quando aveva notato l'assenza di Taehyung, per poco non saltava dalla felicità.
Si diede della patetica bambina, nonostante avesse più di tre secoli.
Quello però era Jeon Jungkook e lei, pur avendo molti anni più di lui, si era sempre sentita così piccola a suo confronto.
Persino quella sera, quando si era richiusa alle spalle quella pesante porta in legno massiccio ed era entrata a passo lento in quello studio che, ormai, conosceva a memoria.
La stessa scrivania, lo stesso camino, le stesse poltrone e lo stesso cesto in vimini con le solite nove melagrane all'interno.
Quell'uomo era così abitudinario, a volte.
Prese entrambi i lembi del proprio abito, per poter avanzare sino ai bordi della poltrona, su cui aveva intenzione di sedersi, prima che Sua Grazia le rivolgesse una semplice occhiata, perché nulla celava al suo interno, mentre posizionava due calici contro la superficie di quel pregiato tavolo.

𝐀𝐌𝐀𝐑𝐀𝐍𝐓𝐇 "무한" 𝓙𝓲𝓴𝓸𝓸𝓴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora