𝓕𝓲𝓭𝓪𝓽𝓲 𝓭𝓲 𝓶𝓮
Anno 2023
Non passava neanche un filo d'aria in quella camera.
Eppure, Jimin percepiva gelo.
Si girò e rigirò tra quelle fredde lenzuola, sentendo delle piccole gocce di sudore colare dalle sue tempie.
Non ne capiva il motivo, ma continuava a vedere un rosso purporeo nella sua mente. Un rosso profondo, tagliente ed inumano. Occhi di quello stesso colore che avevano come unico compito quello di trafiggerlo, per poi cibarsi della sua anima.
Jimin per pochi secondi non urlò, quando alzò di scatto la schiena, mettendosi seduto.
Si guardò intorno, stralunato, mentre il fiatone gli squarciava la gola.
Era ancora in quella maledetta camera, dalle pareti di quel colore orrendo, ricolma di quei fiori che trasudavano un aroma che il biondo stava iniziando a sentir pizzicare nelle proprie narici.
Cercò di stabilizzare il respiro, quando si rese conto di non essere al cospetto di quell'essere mostruoso, ma si ritrovò a trasalire, notando una nuova figura nel suo campo visivo.
Era sicuramente un uomo, anche lui alto, con delle spalle notevoli e, questo, Jimin lo notò perché era proprio quella l'unica cosa che riuscí a vedere.
Sembrava stesse armeggiando con qualcosa e, dati i rumori che stava emettendo, il minore immaginò potesse trattarsi di una qualche sorta d'intruglio.
Cercò invano di allungare il collo, per poter vedere, oltre quelle grandi mura, — poiché non vi era altro modo con cui Jimin potesse soprannominare quelle spalle — cosa, quell'uomo ancora sconosciuto, stesse combinando ed era quasi sul punto di procurarsi una contrattura cervicale, quando l'individuo decise di parlare.«Ci hai messo un po' per svegliarti, ho quasi creduto fossi cerebralmente deceduto». Disse l'uomo, quasi con sarcasmo.
Aveva una voce estremamente calda e chiara, quasi confortante, osò pensare Jimin e, quando la figura si voltò, dovette dire lo stesso anche del suo volto.Davanti ai suoi occhi, vi era un bellissimo ragazzo dalla pelle leggermente abbronzata, nonostante il leggero grigiore del viso.
I capelli castano scuro, tirati indietro da uno strato di gel, fecero in modo che al ragazzino fossero ben visibili gli zigomi alti e quelle graziose fossette sulle guance.
Per un attimo, Jimin si trovò a pensare di essere tornato a respirare.
Gli occhi di quel ragazzo erano di un insolito color giallognolo, tendente all'ambra e, nonostante fossero visibilmente anormali e quindi non umani, a Jimin sembravano dare una confortante sensazione di familiarità, per il quale non poté fare a meno di sorridere.«S-sono sveglio ora...» Sussurrò Jimin, ma sembrava risuonare più come una domanda che un'affermazione e, proprio per questo motivo, lo sconosciuto prese a sogghignare.
«Naturalmente, posso vederlo». Iniziò ad avvicinarsi al letto del biondino ed al suo corpo, mentre tra le dita stringeva un'ampolla in cristallo, dentro il quale sembrava brillare un bizzarro liquido blu cobalto.
Il bruno prese a scuotere il tutto con frenesia, facendo in modo che si creassero delle minuscole bollicine all'interno di quel piccolo contenitore.
Quando l'uomo si trovò a pochi centimetri da Jimin, allungò una mano ad afferrargli il polso, premendo il pollice contro quel punto, per poi chiudere gli occhi e concentrarsi.
Jimin s'irrigidí sotto quel tocco improvviso, questo l'uomo parve avvertirlo, perché si sentí in dovere di parlare. «Mi chiamo Kim Namjoon, sono il medico reale». Tornò a guardare negli occhi Jimin che parve quasi tranquillizzarsi, anche se non seppe dare una spiegazione a quella sua strana calma improvvisa, quasi come se fosse stata scaturita da quella stessa persona. «Jungkook mi ha mandato a darti un'occhiata veloce...» Jimin sobbalzò per il nome citato in quel momento. «... e ha fatto bene, sei un po' deboluccio, piccoletto». Asserí, lasciandogli il polso e portando le dita a rimuovere il piccolo tappo al di sopra di quella fiala.
Il bruno l'avvicinò al volto del ragazzo, probabilmente aspettandosi che questi lo bevesse, ma ciò non accadde, perché Jimin si limitò ad afferrare quel contenitore con le dita, per poi osservarlo con curiosità.
STAI LEGGENDO
𝐀𝐌𝐀𝐑𝐀𝐍𝐓𝐇 "무한" 𝓙𝓲𝓴𝓸𝓸𝓴
FanfictionIN PAUSA "무한" «Ci sono anche altri fiori, oltre a questo». «Non m'interessano le cose destinate ad appassire». In città li chiamavano figli del demonio. Jimin quasi rise, per quanto sembrasse ironica quella frase. Difatti, Lucifero era il più bell...