Capitolo XIV

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𝓓𝓮𝓼𝓲𝓭𝓮𝓻𝓲𝓸

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𝓓𝓮𝓼𝓲𝓭𝓮𝓻𝓲𝓸

Anno 2023

Tentò di emettere meno rumore possibile, Sua Altezza, quando varcò velocemente la soglia della sua stanza, come al solito, in compagnia del suo più fedele consigliere.
Si strofinò con veemenza i palmi delle mani contro il lungo mantello, colorato di un possente verde petrolio, che gli copriva gran parte della figura, in modo da poter eliminare, anche se di poco, le innumerevoli macchie di sangue che gl'imbrattavano l'indumento.
Sbuffò, quando si rese conto di non poter poi far molto per la sua insignificante causa momentanea, così, slacciò velocemente il soprabito e lo lasciò cadere sul pavimento.
Il principe allentò le maniche della camicia, fino ad arrotolarla completamente sui gomiti. Aprì qualche bottone di questa e, con nonchalance, si adagiò contro la sua fidata poltrona in velluto, rigorosamente verde smeraldo — colore abbastanza predominante nell'intero loco — portandosi una mano a massaggiarsi profondamente il ponte del naso, sospirando rumorosamente.
Un'altra pesante nottata era quasi passata e, Kim Taehyung, sembrava non provare più alcun tipo di giubilo nel suo infausto lavoro.
Ormai, cacciare, rinchiudere e, talvolta, uccidere giovani creature della notte — quelle che decidevano di trasgredire le regole reali, per potersi avventurare nelle città ed ammazzare esseri umani, come se fossero milioni di prede — non riusciva più ad allettarlo, anzi, si sentiva quasi annoiato.
Un tempo, anche lui avrebbe visto un gruppo di mortali come uno sfizioso sacchetto di caramelle da cui trarne ogni dolce beneficio, ma con il lesto susseguirsi degli anni, persino un animo frizzante come quello del principe, finisce per accuietarsi.
Così, spedizione dopo spedizione, arresto dopo arresto, il corvino si ritrovò in quel preciso istante a chiedersi quanto sarebbe stata lunga la sua eternità.
Cadde nell'oblio del suo passato, lì, accomodato contro la stoffa morbida di quella poltrona, mentre gli anni migliori della sua vita gli passavano dinnanzi agli occhi, come treni a vapore.
Lui, un principe che aveva tutto: soldi; potere; rispetto; divertimento e tanti corpi con cui dilettarsi, caduto nella più divina ed avvenente trappola che potesse mai essergli tesa.
Come ogni istante in cui i suoi ricordi tornavano a posarsi su quell'esatto momento, un strana rabbia cominciò a ribollirgli dentro e la voglia di riallacciare il nastro della sua vita, per poter cambiare radicalmente il corso degli eventi, lo pervase.
Sapeva esattamente cos'avrebbe fatto.
Si sarebbe recato fino a quelle stanze e, nel cuore della notte, avrebbe spento la fiamma ardente e maligna di quelle maledette iridi azzurre.

«Mio signore, vi sentite bene?» Fu una voce calda e bassa a parlare, una che Sua Altezza conosceva fin troppo bene.
Voltò lo sguardo verso l'uomo che aveva preso parola, il secondo prima e, regalandogli un leggero ed incerto sorriso, decise di tranquillizzarlo.

«Naturalmente, Yoongi...» Affermò, con voce ferma, per poi ricadere nuovamente contro la poltrona, lasciando ciondolare il capo verso il basso, in segno di stanchezza. «... sono solo esausto, questa nottata è stata estenuante». Chiuse gli occhi.
Yoongi teneva stretto tra le mani il mantello che il principe aveva lasciato cadere qualche minuto fa, mentre osservava quest'ultimo con un misto di sospetto e preoccupazione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 03, 2023 ⏰

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