Sei

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Hokkun

Entro nella mia stanza reale, spalancandola arrabbiato.
Non ci posso credere.
Non posso credere che mia figlia mi abbia tradito. Dopo l'inseguimento, l'ho persa di vista. Non riesco neanche più a tracciarla.
Maledizione!
Tiro un urlo così forte, che non riesco a tenere le mani occupate. Prendo un tavolo e lo lancio verso la finestra, rompendolo.
La servitù viene da me correndo, preoccupata.
<<Signore, signore. Cosa è successo?>>-domanda, il mio più fedele schiavo. Mi volto di scatto verso di lui, con le vene del collo ingrossate.
Si doveva sposare. Io dovevo diventare ricco!
<<È scappata! Mia figlia...è scappata!>>-gli rispondo, portandomi disperato le mani tra i capelli.
<<Se può rallegrarla, signore, abbiamo delle notizie per voi>>-dice, attirando la mia attenzione. Con lo sguardo più serio che ho, gli poggio una mano sulla spalla e gliela stringo.
<<Sarà meglio per te che siano positive>>-gli dico, quasi come fosse una minaccia.
<<Oh altroché se lo sono>>-dice.
~~~
Poco dopo, siamo tutti riuniti nella sala delle riunioni. Il mio fedele servo, cinque dei più bravi cavalieri, la mia compagna e un uomo che non conosco.
Siamo tutti in piedi attorno a un tavolo di ultima tecnologia, touch screen. Riflette la mappa di Yasara.
Il mio servo, Tonuk, in mano ha un tablet trasparente.
<<La nostra astronave ha captato un segnale, appena siete tornato. Non sapevamo bene come comportarci, per questo abbiamo chiamato un esperto>>-dice, digitandoci sopra qualcosa. Alzo lo sguardo verso la mia sinistra, dove un signore che non sembra della mia dimensione mi porge la mano.
È basso, ha i capelli bianchi e la pelle rugosa.
<<Signore, è un piacere conoscerla. Io sono il dottor Collins. Medico e ingegnere aereo spaziale>>-dice. Gliela stringo, anche se non capisco se posso fidarmi di lui o meno.

Voglio solo sapere dov'è Liyela al momento.
<<Lei sa chi ha mandato quel segnale?>>-gli chiedo, speranzoso. Annuisce, allungando le mani verso il tavolo.
Zoomma sulla mappa, che rivela l'immagine di un'astronave che va a schiantarsi contro un pianeta. Quella di mia figlia.
<<Sì. Stando alle statistiche, c'è una possibilità su cento che qualcosa possa oltrepassare il muro che separa un pianeta da un oggetto sconosciuto>>-spiega, gesticolando.
<<Arrivi al punto>>-gli dico. Annuisce, scrollando sul touch screen per mostrarmi un video: mia figlia che precipita dentro una città. A velocità elevata.
Rimango stupito.
<<Se sua figlia fosse morta, o dispersa, allora perché si è sentito quel boato? L'astronave si sarebbe dovuta disintegrare all'impatto con la terra>>-dice.
<<Quindi mi sta dicendo che...è viva e qualcuno la ospita?>>-domando, non riuscendo a credere a quello che sto vedendo.
Liyela è entrata in un mondo straniero, viva tra l'altro. Come è possibile?
<<Un ragazzo. Di nome Tate Turner>>-risponde, lasciandomi senza parole.

Tate

Alzo immediatamente le mani in segno di resa, anche perché dalla sua espressione incazzata noto che fa sul serio.
<<Oh ehy ehy calma...non voglio farti del male>>-le dico, calmo, cercando di farle capire che sono dalla sua parte. Tiene il dito sul grilletto, ma non spara.
Mi urla contro qualcosa di incomprensibile. Capisco subito che non parla la mia lingua.
<<Che c'è?>>-domando, confuso. Continua a blaterare cose senza senso, ma non la capisco.
<<Tate, va tutto bene lì?>>-domanda, Step, da fuori.
Improvvisamente, la ragazza scatta pericolosamente verso di me. Pensavo volesse uccidermi, invece mi sviene tra le braccia.
<<Merda>>-dico, afferrandola prima che possa cadere. La tengo stretta al mio petto, poggiandola sulle mie ginocchia. <<Ehm...direi di no...>>-rispondo, osservandola priva di sensi.
È ferita, perde sangue dalla fronte. Come ho fatto a non accorgemene prima?
I miei occhi ricadono sulla sua pancia. Sollevo la mano che la copre, notando una copiosa fuoriuscita di sangue.
Forse era questo che cercava di dirmi...
Sgrano gli occhi, capendo immediatamente che la situazione è più grave di quanto pensassi.
<<Chiamate un'ambulanza! Presto!!>>-dico, prendendo in braccio la ragazza e uscendo fuori dall'astronave in men che non si dica.

Corro per la stazione, nonostante sia senza fiato.
<<Tate! Tate aspetta!>>-dice, Danny, cercando di raggiungermi. <<Ma che stai facendo?>>-continua. Mi fermo, per riprendere fiato.
<<È ferita. Ha bisogno di aiuto>>-gli rispondo.
<<Okay, ma con calma. Stai per collassare>>-dice, passandomi una mano sulla fronte bagnata. Annuisco, prendendo un respiro profondo.
<<Lo so. È che non voglio che muoia tra le mie braccia, non di nuovo>>-gli dico. Non voglio che accada di nuovo, che qualcuno muoia tra le mie braccia.
Mi è bastato mio fratello.
Annuisce.
<<Abbiamo chiamato i soccorsi. Vado a parlare con la polizia>>-dice, correndo via per scavalcare il cancello.
<<Vengo con te!>>-Step lo segue. Rimasto solo, mi siedo per terra stanco. Tengo stretta la ragazza, cercando il più possibile di fare pressione sull'emorraggia.
Non ha una bella cera.
<<L'ambulanza sta arrivando. Tieni duro>>-le dico, maledicendo il momento in cui mi è venuta la meravigliosa idea di venire qui.
~~~

In ospedale, osservo i medici portare via la ragazza su una barella. Resto fermo, davanti all'ascensore, sollevato sapendo che è fuori pericolo. Ma ho una strana sensazione nel petto, come se non fosse finita qui.
A riportarmi alla realtà, è Danny. Mi dà delle pacche sul petto.
<<Dai, andiamo. Abbiamo fatto il possibile>>-dice. Annuisco, seguendolo nell'ascensore.
<<Sì, andiamo>>-gli dico, anche se non del tutto convinto. Non lo dirò a nessuno ma...
C'è qualcosa che non mi convince in quella ragazza.

Tornato a casa e infilatomi il pigiama, si sono fatte le due di notte. Spengo la luce del bagno, entrando in camera mia.
Dopo l'incontro con quella strana ragazza, mi è calato un sonno improvviso. Sbadiglio, stendendomi sul letto e osservando il soffitto. Con un braccio piegato sotto la testa, penso. Non riesco a chiudere sonno, sebbene io sia stanchissimo.
Ho paura di rivederlo.
Come ogni notte, di rivedere mio fratello. La famiglia che ho ucciso. È per colpa mia se i miei genitori adesso si sono separati.
Prima di rovinarmi la notte, decido di non pensarci. Mi sistemo il cuscino, girandomi su un fianco.
Chiudo gli occhi e cerco di pensare ad altro, mentre pian piano mi addormento.

Mi sveglio di scatto, in preda a un incubo.
Wow, detengo il record mondiale di aver dormito soltanto per due minuti.
Appena apro gli occhi, mi ritrovo davanti una donna. È sopra di me, i suoi occhi viola mi guardano.
La riconosco subito, ricordo ancora l'incontro di qualche ora prima.
È quella ragazza.
Ha un dito tra il naso e la bocca, mi intima di fare silenzio.
Corruccio le sopracciglia, spaventato, ma annuisco.
Non capisco cosa sta succedendo. Perchè devo fare silenzio?
Con la lingua dei segni, mi dice di non muovermi.

Improvvisamente, sento un rumore assordante e la casa inizia a tremare leggermente.
Un elicottero si sta mantenendo in volo fuori casa mia, all'altezza della finestra della mia camera.
La luce dei fari dell'elicottero illumina tutto come se fosse giorno.

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