Venticinque

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Liyela

Io e Ingayo ci tuffiamo nell'acqua, dove galleggia lo yacht.
Nuotiamo fino alla scaletta in metallo, che ci permetterà di salire a bordo. Ingayo sale per primo, senza timore.
Si sporge per porgermi la mano.
<<Forza, sali>>-dice. Rimango ferma, titubante, indecisa se farmi aiutare da lui. Dopotutto, non ho altra scelta.
Gli afferro la mano, mentre mi aiuta a salire. Una volta a bordo ed esserci rimessi in piedi, tre uomini armati ci puntano contro le loro pistole. Indossano pantaloncini e canottiere luride, lercie.
<<E voi chi diamine sareste?>>-esclama, quello al centro, dallo sguardo minaccioso.

Alziamo le mani in segno di resa.
<<Abbassate le armi, veniamo in pace>>-dico, sincera. Non vogliamo far loro del male. Almeno io. Cerco solo un posto sicuro.
<<Ma sono alieni!>>-dice, il tizio alla sua destra, lasciandoci senza parole.
<<Ma che dici?>>-dice l'altro tizio, dai denti mancanti, incredulo.
<<Come avete fatto a scoprirlo?>>-domanda Ingayo.
<<Vi cercano in tutta la nazione>>-risponde, quello al centro, dalla barba lunga. Ci mostra un filmato con le nostre facce, riprodotto al telegiornale nazionale.
Siamo ricercati in tutta la nazione...wow. Avrei dovuto immaginare fosse una mossa di mio padre per tenerci sottocchio.

<<Maledizione...>>-borbotta Ingayo, facendo un passo avanti. <<Sentite->>-sta per dire qualcosa, ma il tizio al centro gli dà un colpo di canna dritto nello stomaco. Ingayo si accascia, tenendoselo tra le mani. Dolorante come una ragazzina.
Trattengo una risata.
Ben gli sta.
<<Siete arrivati al momento giusto>>-dice, l'uomo sconosciuto, girandoci attorno per scrutarci. I suoi amici lo seguono.
<<Sai quanti soldi ci facciamo con questi due?>>-dice, l'altro uomo, euforico.
<<Lei è pure una principessa. Diventeremo milionari>>-quell'altro si intromette, guardandomi maliziosamente e facendomi l'occhiolino. Ha un enorme verruca al centro della testa.
Trattengo un conato di vomito.
<<Puoi dirlo forte>>-dice, il capo suppongo, facendosi una grossa risata.
Ridono e scherzano, festeggiando.

I miei occhi catturano qualcosa di orribile, nell'acqua. Mi sporgo sul parapetto, quanto basta per non cadere.
Con le pupille disintegrate dal dolore.
<<Che state facendo a quella povera balena?>>-domando, sconcertata. C'è una balena bellissima, ma morta che galleggia inerme nell'acqua. Le hanno messo un arpione in direzione del petto.
<<Risparmiati le lacrime, è già morta>>-dice, il tizio di prima.
<<È la stagione della caccia. Le catturiamo. Anche se ci mettiamo un po', sono restie a cedere talvolta>>-spiega quell'altro.
Serro la mascella, cercando di trattenere la rabbia e le lacrime. A Yasara, le balene sono sacre. Sono simbolo di prosperità e fino a quando ci sono loro, c'è vita.
E gli umani sono degli spietati assassini.
<<Perché?>>-domando, stringendo i pugni al fianco.
<<Perché cosa?>>
Mi volto verso di loro.
<<Perché lo fate?>>-domando.
<<Per soldi>>

A quella risposta, la mia rabbia diventa vera e propria ira.
<<Figli di...>>-sto per accanirmi contro di lui, ma Ingayo mi afferra dai fianchi. Mi costringe a stare ferma, mentre io gli urlo di lasciarmi andare.
Anche solo che mi tocchi, mi fa venire la nausea.
<<Liyela, tesoro calmati>>-dice, a denti stretti. Tesoro? <<Vogliate scusarla, mia moglie è molto sensibile a queste cose>>-continua.
Moglie?
Mi strattono dalla sua presa, guardandolo storto. Mi calmo, capendo che sta fingendo. Probabilmente, dal suo sguardo, deduco che ne va della mia vita. Quindi resto al gioco.
<<Farai meglio a tenerla a bada>>-lo minaccia il capo. Ingayo annuisce, fintamente dispiaciuto.
<<Non si preoccupi>>
<<Riportateci in America!>>-esclamo, intromettendomi, non del tutto calma. L'uomo dal cappello lercio, mette su un ghigno.
<<Non prima che abbiate riempito le mie tasche>>-risponde, voltandosi insieme ai suoi amici per lasciarci qui.

Una volta lontani da noi e distratti, Ingayo mi afferra nervosamente dal polso. Mi costringe a guardarlo nei suoi occhi verdi.
<<Ascoltami bene ragazzina, se metterai a rischio la mia vita di nuovo ti ucciderò con le mie stesse mani>>-mi minaccia, susurrando. <<Ci siamo intesi?>>-Così tanto vicino a me e con tono crudele, che annuisco.
Anche perché ho perso la mia pistola in acqua.
<<Vedi di comportarti bene>>
Se ne va, raggiungendo i bracconieri. Serro la mascella, chiedendomi quando finirà di darmi ordini.
Lo odio dal più profondo del mio cuore.
Si sbaglia se pensa che farò quello che dice.

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