CAPITOLO V

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IL FOGLIETTO BAGNATO

Filippo ci mise un po’ per riprendersi da quello che era successo, spesso si preoccupava del fatto di dover uscire di casa, e rischiava a volte degli attacchi di panico, portandolo a massaggiarsi il petto con forza.
Vittorio, Enrico, Ginevra e i suoi fratelli gli rimasero vicini il più possibile per non lasciarlo solo.


Una mattina la ragazza si svegliò con una forte nausea mattutina, e uscì di casa pochi minuti prima del pranzo. Quel giorno non riuscì a mangiare quasi nulla, l’odore del cibo le faceva girare la testa.
Era da almeno tre mesi che non aveva questi sintomi, eppure per tanto tempo non aveva avuto nulla.
Nel pomeriggio andò con Ilaria a comprare qualcosa al mercato.

Sfortunatamente la ragazza non poteva sopportare quell’odore nauseabondo di frutta fresca e carne di maiale, così se ne tornò prima a casa.

Quella sera scese a cena con la testa che le faceva male e il sonno che la faceva sentire debole
«Insomma, non ha mangiato nulla, cosa le prende?» chiese Lavinia preoccupata «Suvvia, un po’ di digiuno non ha mai fatto male a nessuno» disse Vittorio sulla difensiva, la ragazza arrossì e si alzò educatamente.

Una settimana dopo era arrivato aprile, a Ginevra era passato tutto, probabilmente era qualcosa legato a stress o roba del genere. Ma presto sapeva che non sarebbe stato così.


Era un mercoledì particolarmente nuvoloso, e stava andando con Lavinia a prendere Vittorio da lavoro, voleva fargli una sorpresa.

Quest’ultima aspettò fuori e Ginevra entrò nella banca della famiglia Solimberghi, ogni tanto incrociava qualche parente o cugino del marito, finalmente riuscì a trovare lo studio del marito e bussò «Avanti» disse Vittorio, la ragazza aprì la porta piano
«Sorpresa» disse lei sorridendo, lui le sorrise, si alzò e le diede un bacio a stampo sulle labbra
«Ho finito, dai, andiamo a casa» disse lui sorridendo. Si presero per mano e si diressero verso casa.


Ma mentre stavano camminando qualcuno li aggredì da dietro una via, Lavinia strillò e scappò, Vittorio sguainò la spada, e porse a Ginevra un pugnale, i due uomini erano incappucciati e duellarono con il ragazzo. Uno si allontanò dai due e puntò la spada alla ragazza, ma lei combatté con coraggio, un tuono rimbombò e cominciò a piovere, i vestiti e i capelli dei quattro si bagnarono.

La ragazza sollevò, dopo esser stata quasi aggredita, con la forza il cappuccio di un uomo «A-Arturo…» disse a bocca aperta sconvolta, il volto del giovane venne constatato da Vittorio che stava immobilizzando il volto dell’altro uomo.


I due si liberarono e fuggirono, ma non si accorsero di aver perso un foglio.


Ginevra e Vittorio si alzarono tremando e completamente fradici, il ragazzo prese il foglio, poi si girarono e andarono verso casa


«Dove eravate finiti?» chiese Lavinia piangendo, Ginevra e Vittorio raccontarono cosa fosse successo e chinarono il capo. Poco dopo Vittorio raggiunse la ragazza in salotto, il camino era stato acceso per riscaldare i ragazzi e la stanza

«Secondo te, cosa dice questo?» chiese Vittorio mostrandole il foglietto bagnato «Bella domanda, mettiamolo ad asciugare e lo scopriremo» rispose lei sistemandosi i capelli.
Finalmente, dopo quella che era parsa un’eternità il foglietto si era asciugato, il ragazzo lo aprì delicatamente per evitare di romperlo


Casa bianca, Porta 15, 9

In basso a destra c’era anche una piccola macchia di sangue

«Eh? E questo?» chiese Ginevra constatando il foglio, non c’era scritto nient’altro
«Ma che scherzo è mai questo?» si domandò Vittorio
«Non c’è scritto altro. E poi di che palazzo parla?» si chiese lei.
Il ragazzo fece un giro per la stanza

«Lo sai che lavoro fa Arturo?» chiese, lei non rispose, lo conosceva di vista, ma si dimenticava sempre cosa facesse «Fa il dottore, ma non capisco perché abbia fatto cadere questo» aggiunse.
Il silenzio piombò nella stanza, nessuno dei due disse qualcosa «E poi chissà chi era l'altro giovane» intervenne lei, lui si morse il labbro

«Eppure forse lui conosce un certo Camillo, anche lui dottore» disse Ginevra, Vittorio poggiò una mano sul tavolo
«Arturo sta facendo qualcosa di losco, e qualcosa mi dice che quella goccia di sangue sul foglio non è qualcosa di buono» disse lui.


Il giorno dopo, mentre pranzavano da soli parlavano del foglietto

«E poi ho notato dei segni sul polso di quel tizio che era con Arturo» ricordò Vittorio
«Esatto, come se fosse stato incatenato o roba del genere» disse Ginevra

«Scusate se mi intrometto» disse Lavinia «Ieri accidentalmente ho sentito la vostra conversazione, vi posso assicurare che Arturo conosce Camillo. Anche perché questo era e forse è amico di quello che si chiamava Rodolfo» spiegò.


Ginevra rimase sbigottita

Un Criminale Nascosto A Firenze - Volume 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora