LE CATENE E IL NERO
«Che cosa? L'amico di quello che sospettavo che avesse ucciso i miei genitori?» sbottò lei infuriata. Risentire quel cognome le faceva ribollire la rabbia nelle vene
«E credo che Camillo conosca Rodolfo» concluse Lavinia incerta.
A sera, mentre si stavano preparando per andare a dormire, la discussione del pranzo non era proprio andata giù a nessuno dei due
«Io penso sia il caso di parlare con qualcuno di quella famiglia» propose Vittorio
«No! Te lo scordi, io non ci penso nemmeno, dopo quello che è successo mi rifiuto!» disse lei incrociando le braccia al petto, Vittorio si avvicinò a lei «Intendo parlare con la sorella maggiore, Laura» aggiunse quest’ultimo, Ginevra gli accarezzò il viso e gli diede un bacio, il ragazzo fece un leggero sospiro«Io lo so perché a volte ti chiudi in silenzio, ti mancano i tuoi genitori, e non riesci a sopportare l’idea che non sono più qui, vero?» chiese lui e le sollevò il mento, aveva già capito. Ginevra lo guardò con occhi lucidi «Si…va bene…mi mancano, voglio vederli a tutti i costi. Vorrei abbracciarli, ma non posso, e il mio cuore piange all’idea che non potranno vedere me e i miei fratelli crescere. Sono morti troppo presto» ammise lei chinando il capo, non voleva guardarlo negli occhi «Vorrei dirgli di tutto, ma non è possibile. Mi sono chiesta se fosse uno scherzo e…» si interruppe e si allontanò da lui e guardò fuori dalla finestra
«…e invece, era tutto vero» si strinse le braccia intorno al petto come per proteggersi dal freddo, Vittorio la abbracciò da dietro, mentre la ragazza piangeva in silenzio «Se davvero dobbiamo parlare con la sorella o con il fratello di colui che credevo che avesse ucciso i miei…allora lo farò» concluse facendo un piccolo sospiro, una lacrima scese sul suo candido viso, Vittorio le diede un bacio sulla tempia
«Sei coraggiosa, questo lo apprezzo» disse lui a bassa voce, la ragazza sorrise piano tra le lacrime.
Una settimana dopo riuscirono a parlare con Laura Stanghi, la quale abitava nella casa di famiglia, affacciata sull’Arno.
Era un po' più grande di loro: era alta, con un petto robusto, e i capelli castani e mossi che ricadevano sulle spalle con delicatezza«Mi dispiace davvero di ciò che le è successo» disse lei facendoli accomodare in sala riunioni, mentre si rivolgeva a Ginevra, e si poggiò una mano sul petto, lei non disse nulla
«E comunque, vi devo dire una cosa, ci sono delle cose che non sapete, ma non devono uscire da qui» i ragazzi alzarono lo sguardo e annuirono «Siamo tutto orecchie» disse VittorioLaura sospirò
«In realtà Tiberio, vi ha mentito: si, ha elogiato il vostro coraggio, ma è stato lui che molto probabilmente ha fatto fuggire nostro fratello quella sera. Lui è molto vicino a Ferretti, quei due manipolatori, e poi ce n'è un altro, ma il nome mi sfugge ora»
I due rimasero in silenzio
«Mio fratello è scappato per colpa di queste persone, e giuro su Dio che romperei la testa a ognuno di loro» proseguì
«Cosa ha fatto vostro fratello per meritarsi questo? Non capisco» disse Vittorio, Laura fece un respiro profondo
«Mio fratello era visto come uno facile da manipolare, non è così facile come sembra» ammise lei
«Quindi...voi non eravate a Palazzo Vecchio il giorno della congiura?» chiese Ginevra
«No, né io né i miei fratelli» rispose Laura, Ginevra la guardò senza saper che dire
«Lo so di quel pugnale che avete visto a ottobre, ma ve lo giuro su Dio che non è della nostra famiglia» proseguì, Vittorio non sapeva cosa dire, Ginevra era senza parole
«Grazie per le informazioni che ci avete dato» disse Vittorio mentre stava per aprire la porta di casa «Grazie a voi per essere venuti, mi raccomando, nessuna parola con nessuno» disse Laura con un piccolo sorriso, i tre si strinsero la mano in segno di rispetto.
I ragazzi si allontanarono e salirono a cavallo per tornare a casa e segnare quello che avevano scoperto.
Né Tommaso, né Ilaria, e neanche Leonardo e Michela dovevano essere informati, almeno per il momento. Mentre stavano percorrendo una strada poco affollata, le parole di Laura risuonavano nella testa di Ginevra, era tutto così confuso, non riusciva a capire: perché era successo tutto questo?
Ma in quel momento l’immagine delle catene si mostrò davanti ai suoi occhi, tutto divenne buio, poi all’improvviso si sentì un urlo straziato di un uomo e di una donna. Vide della pelle violacea, e altre urla strazianti, e ancora catene.
Poi, cadde in un vortice, e tutto divenne nero.
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Un Criminale Nascosto A Firenze - Volume 2
Mystery / Thriller2 𝙫𝙤𝙡𝙪𝙢𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙩𝙧𝙞𝙡𝙤𝙜𝙞𝙖 [𝐒𝐞𝐪𝐮𝐞𝐥 di Un Mistero Sanguinoso A Firenze] 1471. Fine marzo Ginevra e Vittorio hanno lasciato in sospeso quello che che è successo a novembre, e non riescono a trovare nuovi indizi. Durante un fine s...