CAPITOLO XVI

17 7 14
                                    

❝VOLEVA PROTEGGERVI❞

«E va bene!» sbottò Ilaria esasperata come se stesse per avere un attacco di panico o una crisi di pianto, l’insistenza della ragazza la spaventava, così con gli occhi lucidi fece un respiro profondo e iniziò a raccontare


«Lei si ricorderà molto bene che nel periodo in cui Carlo Stanghi chiese quel piccolo prestito ci furono altre persone, nonché gli usurai misteriosi che presero molto più denaro dalla famiglia…»

cominciò

«Si…tutte le famiglie che il signor Palombi vi ha elencato sono state truffate da usurai molto potenti, un conto è quando qualcuno vi chiede un prestito ma vi ridà tutto senza troppi problemi. E un altro conto è qualcuno che truffa la vostra famiglia, portando alla perdita di eccessivo denaro» fece una pausa e proseguì

«Nel periodo in cui il signor Stanghi aveva chiesto quel prestito, passò qualche giorno e gli usurai truffarono la vostra e le altre famiglie, e si anche la vostra signor Solimberghi» disse spostando lo sguardo verso Vittorio, il ragazzo rimase in silenzio

«Questo ha portato le famiglie ad avere meno denaro. E così la vostra famiglia ha dovuto lavorare moltissimo per poter riavere tutto quello che era stato rubato»

«Chi sono questi usurai? E poi chi li comanda?» intervenne Vittorio
«Sanno nascondersi bene, e nessuno sa chi li comanda, sono misteriosi. Si nascondono tra vari banchieri che lavorano qui a Firenze» rispose Ilaria

«E allora perché quando gli usurai hanno truffato la mia famiglia nessuno ha detto nulla?» chiese Ginevra

«Non volevano farla preoccupare signora. Tutti questi eventi sono avvenuti nel periodo in cui lei doveva sposarsi» rispose Ilaria

«Vostro padre, quanto è vero Dio, mi aveva fatto giurare di non dirle nulla. Per evitare che lei lo sapesse volevano farla sposare, non era una cosa che vi riguardava. Dico davvero. Vostro padre, vostro zio e i vostri cugini hanno dovuto dare il massimo per poter rimettere in piedi la banca di famiglia. Perfino il vostro cugino Edoardo e suo padre sono dovuti rientrare prima da Arezzo per rimettere a posto la banca di famiglia»


Oltre a Enrico e Filippo, figli del fratello di suo padre, zio Michele, Ginevra aveva altri due cugini che vedeva di tanto in tanto: Edoardo e Mia. Ma erano di secondo grado, poiché erano i figli del cugino di suo padre e suo zio, Renato.
Renato non viveva da molto tempo a Firenze, e si era trasferito ad Arezzo con la moglie e i figli, ma lui e il figlio maggiore davano lo stesso una mano alla famiglia nonostante la distanza.

L’ultima volta che li aveva visti se li ricordava perfettamente: era il giorno del suo matrimonio, e poi erano venuti un mese prima a casa sua per parlare di lavoro


«Vostro padre voleva proteggervi da quello che stava succedendo. Voleva risolvere la situazione senza farvi preoccupare. Ora la vostra famiglia e le altre si sono rimesse in piedi grazie al duro lavoro, eppure i Valeriani e i Puri stanno ancora cercando di capire chi siano gli usurai» concluse Ilaria.


Ginevra non sapeva cosa pensare: tutto questo era successo alle sue spalle, e lei non aveva potuto fare nulla perché suo padre le aveva nascosto il problema di famiglia.
Eppure gli usurai sapevano nascondersi bene: sicuramente avevano la faccia da bravi ragazzi, e mascheravano facilmente chi fossero e tutti gli affari loschi che facevano.

Ma tutto questo faceva male, molto male: si immaginava suo padre, suo zio, i suoi tre cugini Enrico, Edoardo e Filippo lavorare sodo per rimettere in piedi la famiglia.
E quanta fatica c’era dietro, probabilmente spesso avevano rinunciato al sonno e alla fame, e tutto questo lo avevano fatto per proteggere lei e i suoi fratelli.

Era convinta che se non si fosse sposata ci sarebbe comunque, in qualche modo arrivata.

Non sapeva proprio cosa pensare.


Dopo quella lunga chiacchierata Ginevra se ne andò in camera per stare un po’ da sola, si chiuse la porta alle spalle e si buttò sul letto: aveva un gran mal di testa, era come se potesse scoppiare il cervello da un momento all’altro, non ne poteva più, una cosa dietro l’altra era venuta fuori, ormai era inutile stupirsi.

Non sapeva quanto tempo fosse passato, era stata tutto il pomeriggio a pensare e a riflettere, senza rendersene conto si era addormentata.

Mentre riposava avvolta in un calda coperta una voce proveniente dal corridoio la riportò sulla terra


«Non era una cosa che riguardava Tommaso!» urlò una voce maschile, la ragazza balzò in piedi dal letto
«Ma che dici! Lui lavora in questa famiglia da un sacco di tempo!» urlò un’altra voce maschile. Ginevra era così confusa che non capiva cosa stesse succedendo.

Si mise la coperta sulle spalle, e con i capelli leggermente spettinati aprì la porta.

Vide Vittorio che camminava avanti e indietro per il corridoio, e non era solo: suo padre discuteva con lui
«Vittorio non urlare! Non lo tollero da parte tua!» disse Sandro infuriato
«In questa casa vivo io! Non tu! Non puoi avermi tenuto nascosto tutto questo. Tu l’hai fatto solo per non parlarmi di quello che gli usurai misteriosi stavano facendo!» ribatté il ragazzo infuriato
«Smettila di urlare Vittorio, modera il tono. Tommaso non è stato avvertito di tutto ciò perché tutto questo era successo tra luglio e agosto» il ragazzo diede un pugno al muro e si voltò di scatto

«Io sono stanco che le cose non mi vengano mai dette, stessa cosa vale per le decisioni!» prima che Sandro potesse ribattere Ginevra si avvicinò piano a loro.


I due la guardarono in silenzio
«Voi» disse piano e guardò Sandro
«Voi sapevate tutto. Sapevate che la vostra e la mia famiglia si stava rovinando, e cosa fate? Fate sposare due ragazzi che non si sono mai visti se non una volta e non parlate di quello che sta succedendo, non è così? Oppure mi sbaglio? Mi corregga signor Sandro» l’uomo la guardò

«Se con questo vi salvate, allora vi chiedo di fare attenzione, perché anche se Tommaso non c’entrava nulla, nonostante fosse al vostro servizi da anni, doveva essere avvisato. E se succedeva qualcosa dovevamo essere avvertiti. Punto» finito di parlare si voltò e se ne andò.


Dopo aver passato un po’ a pensare a quello che era successo, a Vittorio era rimasto l’amaro in bocca, e così decise di confrontarsi con Ginevra, per fortuna la trovò in salotto a fare le coccole a Paolo.

Un Criminale Nascosto A Firenze - Volume 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora