Non è un gioco

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Resto impalata lì mentre Sarah mi raggiunge per abbracciarmi.

Con gli occhi colmi di lacrime, vedo Cleo che si tormenta le mani e respira affannosamente.

Scoppiamo entrambe in un pianto che, però, si trasforma in misto di risate e stridolii perché cavolo se siamo entrambe sotto ad un treno.

Ci sediamo sul tronco.

"Mi dispiace, Cleo" le dico.

"Non è colpa tua, Kiara. Lui è ossessionato dalla vostra storia ed è come se tutti i mesi passati da quando vi siete lasciati non fossero mai trascorsi. Non riesco a capire come faccia a non rendersi conto che gli basterebbe girare di poco lo sguardo per trovare qualcuno che sarebbe felice di stare con lui. Ho provato in tutti i modi a farglielo capire, ma ho perso le speranze: è evidente che non sarò mai nel suo radar" ci confessa.

"Cleo non dire così. Pope è solo confuso e spaventato dalla situazione che stiamo vivendo. Cerca di aggrapparsi alla sua vecchia vita per non dimenticarsi chi è, quali sono i suoi sogni e qual è sempre stato il suo posto nel mondo. Credo che sia per questo che costringe sé stesso a restare ancorato alla storia con Kiara" risponde Sarah.

"Cleo lo penso anche io, davvero. Sono sicura che l'abbia superata anche lui, solo che ancora non lo sa. Tra l'altro, sono anche dell'idea che piano piano stia capendo di avere un nuovo porto sicuro e ti stia iniziando a guardare con occhi diversi. Non sei più un'estranea, ora sei parte della nostra famiglia e più questa cosa si consoliderà più lui prenderà coraggio nel guardarti con occhi diversi" le dico poggiandole una mano sulla gamba.

"Andiamo a cercarli?" suggerisce Sarah.

"Sì" dico io sospirando e alzandomi in piedi.

"Sì, ma tu vai a cercare JJ. Ha fatto quella cosa con la mano, sono preoccupata" continua Sarah.

"Certo, lo andrò a cercare. Per evitare problemi, anche se non li troviamo ci rivediamo qui tra circa 30 minuti. Più o meno riuscite a regolarvi senza orologio?" chiedo.

"Tranquilla, stai solo attenta perché sei da sola, mentre noi siamo in due" dice con premura Cleo.

"Certo, ci vediamo dopo" e mi incammino nella direzione in cui era sparito JJ.

Durante la notte, il rumore del mare e quello del vento si combinano in un suono strano che mi fa sentire in un'altra dimensione.

Ma dov'è finito.

Cammino per circa 15 minuti prima di sentirmi chiamare dalla penombra di un albero leggermente spostato dalla riva.

"Kie, sei tu?"

Riconosco la sua voce.

"Ehi, eccoti. Ti sto cercando da un po'" gli dico avviandomi verso di lui.

"Ti ho riconosciuta per i ricci. Dove sono gli altri?" domanda JJ.

"Sarah e Cleo sono andate a cercare Pope e Jhon B, mentre io sono venuta a cercare te" gli spiego.

"Capisco" – continua – "ma non dovresti essere qui. In fondo, Pope ha ragione: che ci fa uno come me con una come te, Kie? Io sono al livello più basso della catena alimentare, faccio schifo persino a me stesso, non faccio mai niente di buono..." inizia a vomitare parole su parole, portandosi le mani alla testa e iniziando a tirarsi i capelli leggermente.

"JJ, ma cosa stai dicendo?" – gli domando mentre mi accovaccio di fronte a lui prendendogli le mani, mentre il cuore mi batte forte.

"... sto dicendo la verità, Kie. Tu sei una kook e io non posso nemmeno definirmi un pogue, sono più in basso pure di loro" conclude.

Provo a guardarlo nel buio della notte, gli appoggio una mano sulla guancia dove – inaspettatamente – c'era una lacrima calda pronta a salutarmi.

"JJ, tralasciando il fatto che tu mi abbia appena chiama kook..." inizio io. Lo sento sorridere appena.

"...non devi mai più dire una cosa del genere. Le persone non si misurano in base a ciò che hanno, ma in base a ciò che sono. Ti sei fatto mettere in galera per Pope, hai subito le botte di tuo padre senza mai smettere di volergli bene, hai rischiato di farti sparare per proteggere noi" continuo.

"Io non ho nulla da perdere, Kie. Lo avrebbe fatto chiunque" risponde.

"Sbagli, JJ. Sbagli di grosso. Non è vero che non hai nulla: hai Jhon B, hai Pope - anche se ora è arrabbiato - hai me" dico, marcando volutamente l'ultima parola.

Alza la testa, finalmente mi guarda. Gli occhi azzurri luccicano nel buio della notte, illuminati dalla luna sgombra di nuvole. Il vento è forte, i capelli si muovono e questo non mi permette di vedere bene quello che stava per succedere.

JJ si allunga verso di me, mi mette una mano sul collo e mi bacia. Il tocco è morbido e il rumore delle nostre labbra che si toccano è delicato.

Oddio, sto baciando JJ Maybank, lo stesso ragazzo a cui facevo da spalla alle feste per aiutarlo a portarsi a letto le ragazze.

Questo pensiero mi provoca un senso di disgusto e mi allontano dal suo bacio.

"Cosa c'è? Scusa Kiara, io non dovevo" dice JJ quasi impanicato.

Che carino.

"No, non è questo. È che..." provo a dire.

"Cosa?" incalza.

"E' che è vero quello che diceva Pope. Ti sei scopato tutte le ragazze più belle delle Outer Banks, dalle pogues alle kooks, alle turiste di passaggio" confesso.

"Kiara, io... mi dispiace" dice a bassa voce.

"Non c'è nulla da dispiacersi, solo che non voglio essere scelta perché sono la tua unica possibilità qui" dico.

"Kie, non puoi essere seria. Sono anni che aspetto solo te" mi dice.

"Questo non è un gioco, JJ. Non lo è per me, intendo" continuo.

"Non è un gioco, Kie" conferma lui.

Ferma la mano sulla mia guancia, è gelida.

"JJ ma tu sei congelato, dobbiamo tornare all'accampamento subito. Hai bisogno di metterti vicino al fuoco".

"No, aspetta solo un attimo" e mi dà un altro bacio, mentre sposta la mano dietro la schiena e mi tira verso di sé.

Sento i suoi muscoli irrigidirsi, mentre accarezzo dolcemente le sue spalle.

"Andiamo, stupido" gli dico sorridendo.

Ci alziamo e andiamo dal resto del gruppo che, nel contempo, era già tornato all'accampamento.

"Non è passata mezz'ora, Kie. Stiamo aspettando da molto più tempo, ci avete fatto preoccupare da morire" urla Sarah correndomi incontro per abbracciarmi.

"Scusami, non lo trovavo" dico sorridendo.

"Non importa" dice mentre si sposta da me e abbraccia JJ, dopo averlo prima schiaffeggiato sul petto.

"Scusa principessa" le dice sorridendo.

Ok, forse dovrebbe smetterla di chiamarla così.

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