Verso il sud America🔞

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Alza lo sguardo malconcio verso di me e le labbra si inarcano teneramente. Ho fatto scivolare quelle parole fuori dalla mia bocca senza doverci pensare più di tanto e sento di aver inserito un nuovo tassello nello spazio giusto del puzzle. Come per lui, anche per me è stata una necessità, un bisogno.

Avvicinandosi, mi toglie il casco dalle mani e mi afferra prepotentemente i fianchi.

Gli sorrido di rimando, notando che la paura e il malumore iniziano a dissolversi lentamente, lasciando il posto a qualcosa di migliore; tuttavia, i suoi occhi sono ancora cupi e stentano a recuperare l'alone cristallino che li caratterizza. 

"Sono qui per te, in ogni modo tu voglia." gli dico a bassa voce, appoggiando la fronte sulla sua e spingendogli una mano verso il basso.

"Sbaglio o le tue mutandine sono ancora nella mia tasca?" sussurra sulle mie labbra.

Un brivido mi percorre le gambe scoperte e lo stomaco si contrae costringendomi a mantenere il silenzio dopo le sue parole.

Sposta una mano sotto il vestito, accarezzando le cosce e avviandosi verso l'inguine. Il palmo è caldo e morbido, in contrasto con le dita insolenti che premono contro la pelle come a voler penetrare nella carne.

Senza esitazione, si avventura tra le gambe mentre con l'altro braccio continua a tenermi stretta la vita, così da non permettermi di muovermi.

"Adoro quando sei già così pronta per me, cupcake" sorride arrogante, infilando un dito.

Sono costretta a socchiudere le labbra per dare spazio all'aria di entrare ed uscire più velocemente.

Le sensazioni aumentano a dismisura quando infila anche un secondo dito, spingendo più in profondità, facendomi riempire gli occhi di lacrime.

"Ti sto facendo male?" si preoccupa di chiedermi senza, tuttavia, fermarsi.

"No" riesco a dire in un filo di voce.

"Bene, brava piccola" sfila le dita e mi prende in braccio, in modo tale che abbia le gambe divaricate intorno alla sua vita.

Si spinge verso un albero vicino e mi schiaccia con la schiena contro il tronco, così da liberare una mano e abbassarsi i pantaloni.

La penetrazione è veloce e profonda; sento il vuoto sotto di me e tutto il peso è scaricato proprio sul suo bacino, il che mi permette di godere di ogni singolo movimento.

Mi tengo sulle sue spalle e sentire i muscoli contrarsi per tenermi e per spingere mi fa impazzire, letteralmente.

"Amore..." dice a bassa voce, iniziando ad aumentare la velocità. La schiena mi inizia a bruciare contro l'albero.

"Vieni, Jay".

Queste parole hanno sortito esattamente l'effetto desiderato. In pochi secondi esce da me, mi rimette giù e mi spinge con la testa verso il basso, infilandomelo in bocca e arrivando subito dopo.

Non me lo aspettavo.

Mi rialzo pulendomi gli angoli della bocca, guardandolo con un'espressione indecifrabile ma che sicuramente oscilla tra il "potevi dirmelo" e il "adoro quando vieni per me". La sua mano è ancora tra i miei capelli ma, piano piano, ha allentato la presa.

"Cazzo, scusami Kie" si giustifica.

Faccio segno di no con la testa.

"Non sono una delle tue troie, Jay. Certe cose dovresti chiedermele prima di farle" lo rimprovero leggermente.

"Scusa...".

"Non mi è dispiaciuto, comunque" concludo facendogli l'occhiolino e ricevendo in cambio un sorriso imbarazzato.

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