18.

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Altro giorno a scuola tra i bimbi, altro giorno della mia routine che ormai sto odiando. Non odio i bambini, eh, sia chiaro. Loro li adoro e li adorerò sempre ma davvero non mi rende più felice lavorare a scuola. Poi si aggiunge anche la lontananza da Khvicha che ormai dura da giorni ed ecco spiegato il mio pessimo umore degli ultimi tempi.
«Ma scusa, se non lo vuoi fare più, non lo fare e basta» Simona la fa facile ma facile, purtroppo, non è.
«Mi licenzio, ok. Lo stipendio a fine mese chi me lo dà, tu? Smetto di dare gli esami, ok. La mia laurea triennale e gli altri corsi che ho seguito che fine fanno? Nel wc?» scuoto la testa, sospiro e poi continuo. «Non posso tirarmi indietro ora, te l'ho detto, finirò quello che va finito e poi vedrò che fare. Poi c'è sempre l'incognita Khvicha, lo sai...»
«Khvicha cosa?»
«No è che non so cosa mi riserverà la vita con lui...» alzo le spalle e la guardo.
«Nessuno può sapere cosa ci riserverà la vita, ovvio. Ma poi con lui come sta proseguendo la cosa? Sempre niente sesso?» mi domanda e sul mio viso appare in automatico un super sorriso.
«L'abbiamo fatto prima che partisse, sabato notte. È stato fantastico, lui è fantastico in tutto, davvero» spiego e lei sembra contenta.
Questo mi sembra il momento giusto per chiederle di Elif, ci sono rimasta un po' male che non mi abbia detto nulla.
«Visto che ci siamo, volevo dirti una cosa... qualche giorno fa Khvicha mi ha detto che tu ed Elif vi vedete. È vero?» le domando anche se non vorrei farla sembrare un'accusa o qualcosa di simile. E invece da come reagisce forse un po' attaccata si sente, e mi dispiace. Si schiarisce la voce e abbassa lo sguardo, è in imbarazzo.
«Sì, è successo qualche volta ma è solo sesso. Non abbiamo null'altro in comune io e lui» spiega.
«E perché non me l'hai detto? Lo sai che non ti giudicherei mai, giusto?»
«Ma sì, lo so, il problema è che non è niente di serio e io non amo parlare delle cose poco importanti, lo sai.»
«Sì, l'avevo pensato. Comunque l'importante è che stai bene.»
«Sto bene. Il sesso è una cosa effimera e forse inutile ma da quando mi vedo con Elif sto molto meglio, l'umore è migliorato e riesco a concentrarmi di più. Finché lui è disponibile per me va bene» racconta sempre più imbarazzata.
Lei è sempre stata quella timida del gruppo, non è quasi mai stata con un ragazzo solo per sesso e le volte in cui è capitato quasi non voleva raccontarlo nemmeno a noi amiche. Ora si sta sciogliendo molto e finalmente ha capito che fare sesso fa bene ed è bello e che non serve essere per forza innamorati per farlo. Certo, quando c'è l'amore è tutt'altra cosa ma anche il sesso fine a se stesso è piacevole.
«Fai benissimo, poi lui mi sembra un ragazzo a posto» mangio un trancio di pizza e lei annuisce.
«Lo è, e poi ti giuro, è più fissato di me sulla pulizia e sulle protezioni» lo dice con un sorriso a trentadue denti, sprizzando felicità da ogni poro.
«Perfetto per te» rispondo sorridendole e lei smette di ridere e torna seria, fissandomi.
«Ginevra...»
«Mh?» alzo la testa dal piatto e la guardo. Smetto di masticare e aspetto che parli.
«Tu e Khvicha siete attenti, vero?» mi domanda preoccupata. Io la fisso ancora qualche attimo poi scoppio a ridere scuotendo la testa.
«Tranquilla, mammina, non siamo stupidi» rispondo restando vaga e lei lo capisce.
«Ginevra, guardami negli occhi» mi prende il viso con una mano e fa in modo di guardarmi dritta negli occhi.
«Non abbiamo usato precauzioni, Simo, ma sappiamo come fare per evitare conseguenze. Stai tranquilla.»
«No, Ginevra, non sto tranquilla. Ma che ti prende? Nemmeno con Michele che ci sei stata per un anno e passa lo facevi senza preservativo. Ginevra...» mi scuote prendendomi da un braccio.
«Che c'è? Era un bel momento e non era bello interromperlo per il preservativo, dai» spiego ma lei è sempre più incazzata.
«Avete ventidue anni a testa Ginevra, vuoi rovinarti la vita così?» mi dice e stavolta chi si incazza sono io.
«Simo, prima di tutto ti ho detto che siamo stati attenti, non mi è arrivato dentro, non siamo stupidi. E poi anche se fosse? Qual è il tuo problema scusa?»
«Non ci credo...» ora è lei a scuotere la testa e a guardarmi con la bocca e gli occhi spalancati.
«Cosa?»
«Vuoi farti mettere incinta? Ginevra, è così?»
«Simona tu non stai bene! Ma sei seria? Abbiamo fatto l'amore solo due volte e non abbiamo usato il preservativo, ok, è vero ma questo non vuol dire che voglio farmi mettere incinta, anche perché non dipende da me» dico seria.
«Ma se dipendesse da te...»
«Ma che stai dicendo? Non è così, ho detto solo che se succedesse non sarebbe la fine del mondo, ecco. Non ho detto che voglio fare un figlio con lui adesso» spiego bene la situazione ma lei non sembra ancora convinta.
«Anche perché lui non sa di questa tua idea, giusto?»
«Simo, senti, lascia stare. Non voglio fare nessun figlio in questo momento, va bene?»
«Io lo dico per te, ti voglio bene lo sai.»
«Lo so... ora ordiniamo il dolce che ne ho voglia?»
«Sì, ordiniamo» torniamo a rilassarci e ordiniamo i profiteroles.
Finiamo di mangiare e ognuna torna a casa sua.

I giorni passano lentissimi e tutti uguali, mi vedo ancora con Simona e qualche sera con noi esce anche Elena. Con lei non è più lo stesso rapporto che avevamo prima ma ci vogliamo comunque molto bene e questo non potrà mai cambiare. Khvicha mi scrive in continuazione, mi chiede dove sono, quando torno a casa, con chi sono. Mi piace il modo in cui è sempre presente per me e non vedo l'ora di stare di nuovo con lui.

"Domani quando torno voglio fare l'amore dieci volte di seguito, senza fermarci mai" mi scrive la sera prima del suo ritorno.
"Non vedo l'ora" rispondo e sono eccitata già da ora.

Il discorso che faceva Simona non è sbagliato, so che dobbiamo usare qualche contraccettivo ma alla fine se non se lo fa lui il problema perché dovrei farmelo io? In questo momento una gravidanza è l'ultima cosa che voglio ma dovrebbe fregare anche a lui, no? Comunque se lui è bravo e lo sa fare non corriamo rischi, poi se vorrà, useremo qualcosa di più sicuro. Questo al momento è l'ultimo dei miei pensieri, ora il mio pensiero ricorrente è rivederlo e poterlo finalmente abbracciare.
E il giorno dopo, finalmente, torna. Vado a prenderlo in aeroporto e corriamo a casa sua dove facciamo l'amore con ancora più trasporto delle prime volte.
«Il Napoli mi ha proposto il rinnovo con un aumento di stipendio» mi dice quando siamo abbracciati nel letto e gli accarezzo i capelli come faccio sempre quando siamo rilassati. Lo guardo ed ha un'espressione felicissima stampata in viso.
«Davvero?»
«Sì, me l'ha detto ieri il mio agente. Non sai quanto sono felice, mi sembra tutto un sogno» continua e io resto spiazzata. Pensavo ambisse a qualcosa di più del Napoli ma a quanto pare mi sbagliavo.
«Vuoi davvero rimanere ancora a Napoli a lungo? Non ti piaceva il Real? O altre squadre più forti in Europa?» gli chiedo. È vero che ne capisco poco di calcio ma so che lui potrebbe giocare nelle più grandi squadre europee e non deve limitarsi a Napoli.
«Il Real è il mio sogno, così come la Premier o il PSG ma sono giovane e devo fare le cose con calma. Napoli è perfetta per me, qui sto davvero bene e magari un altro paio di anni qui li posso fare. Dici che sbaglio?»
«No, non dico che sbagli, dico solo valuta bene» ribatto e lui annuisce.
«Sì, certo. Anche perché al momento non ho offerte dal Real né da nessun'altra grande squadra, ma comunque, a prescindere, l'offerta del Napoli è ottima» mi spiega e io lo ascolto.
«Pensaci» ripeto e lui sospira.
«Ho tutta la vita e la carriera davanti, ho tutto il tempo per esaudire ogni mio sogno» è calmo mentre ne parla e devo dire che il suo ragionamento è giustissimo.
«Hai ragione, ma se fossi io e mi chiamasse il Real o altre grandi squadre non ci penserei due volte, già da ora» rispondo e lui gira il viso verso di me e mi fissa.
«Non ho fretta, poi deciderò. Ora devo pensare solo alla stagione fantastica che stiamo ancora giocando. Devo concentrarmi su questo e basta.»
«Sì, ma nel frattempo pensaci bene» chiudo il discorso.
«Nel frattempo ci penso bene e faccio l'amore con te» mi dice risalendomi addosso e ricominciando daccapo.

Mi era mancato tantissimo e onestamente non voglio più stargli lontana.

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora