35.

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Khvicha.

Domani è il grande giorno. Non riesco a pensare ad altro che non sia il nostro incontro. Per tutta la giornata sono stato come imbambolato, anche il mister durante gli allenamenti mi ha detto che sembravo perso tra le nuvole e non aveva torto. Ora è notte e sono sdraiato sul mio letto che ancora odora di lei anche se proprio ieri la colf ha cambiato tutte le lenzuola. Forse il suo profumo me lo sto immaginando, forse sono davvero pazzo. Forse lei mi ha davvero fatto perdere la ragione e questo mi preoccupa. Mi preoccupa perché se domani lei dovesse lasciarmi, se dovesse dirmi di non sentirsela di continuare io uscirei pazzo. Non sto esagerando, io senza di lei non voglio vivere e non riesco ad immaginarmi una vita che non contempli la sua presenza.
Faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi, devo cercare di dormire. Non appena lo faccio, però, suona il campanello di casa. Giro di scatto la testa verso la sveglia che ho sul comodino che segna le 03:47 e scuoto la testa per capire se sto sognando o sono sveglio. Poi il campanello suona di nuovo ed è realissimo, stavolta non ho dubbi.
Chi può essere a quest'ora? E perché il portiere di notte non mi ha avvisato? Forse è il mio vicino che ha bisogno di qualche tipo di aiuto, può essere.
Salto giù dal letto e ancora scalzo vado a passo svelto verso la porta. La apro e mi ritrovo di fronte l'ultima persona che mi sarei immaginato di ritrovarmi fuori casa a quest'ora della notte.
I suoi occhi sono lucidi, non ha trucco, i capelli sono scompigliati ed è avvolta in una camicia che sembra essere stata presa a caso.
«Ginevra... va tutto bene?» le domando. Mi sembra molto provata, non vorrei che fosse successo qualcosa anche perché sono le quattro di notte e non so quale cosa urgente l'ha spinta a venire qui da me a quest'ora. Non mi risponde, mi fissa e sento il suo respiro farsi sempre più pesante. Continua a non rispondere ma ad un tratto fa due passi veloci verso di me e mi butta le braccia al collo. Mi stringe forte e mi sciolgo. Mi sciolgo perché io quando sto con lei divento un'altra persona, lei mi completa, lei mi fa essere chi sono davvero. Con lei mi sento me stesso, con lei non ho bisogno di fingere. Con lei e solo con lei.
Ma ora questo suo comportamento mi preoccupa, che sta succedendo?
«Gin, va tutto bene?» stacco per un attimo la sua guancia dal mio petto e cerco di far incontrare i nostri occhi. Sono preoccupato per davvero.
«Ti amo Khvicha, ti amo e sono pronta a fidarmi di te.»
I suoi occhi sinceri si perdono nei miei e vi giuro che mi viene da piangere per quanto sono felice. Sorrido e le prendo il viso tra le mani per averla proprio di fronte al mio viso.
«Davvero? Ne sei sicura?»
«Sicurissima.»
Le prendo le mani e gliele stringo, mi sembra tutto un sogno ma voglio essere sicuro al cento per cento che ne sia convinta e non sia come l'ultima volta.
«Dopo tutto quello che è successo ti fidi ancora di me?»
«E tu di me?»
Me lo chiede con la voce bassa e rauca, con chiarissimi sensi di colpa e sto per risponderle quando è  lei a continuare.
«Khvicha, ti giuro che stavolta è diverso, stavolta sono davvero convinta e sicura di voler stare con te ma per davvero. Mi fido di te e so che qualunque cosa accada io e te la supereremo insieme. Non ho più dubbi» spiega e il cuore mi batte così forte che sembra voler uscire fuori dalla gabbia toracica.
Sono così felice, così felice che non so descriverlo a parole.
«Sono felicissimo, davvero. Quindi domani andiamo a comprare il vestito per la festa con la squadra?» le domando e lei più sorridente di me annuisce.
«Assolutamente sì.»
«E te lo regalo io» dico assottigliando gli occhi e guardandola aspettando la sua reazione. Non voglio metterla alla prova ma voglio capire se davvero vuole sforzarsi di migliorare, questa volta.
«Ovvio, è il minimo» mi fa la linguaccia e si sposta i capelli dietro l'orecchio per poi abbassare un attimo lo sguardo. Quando lo rialza ha un sorriso dolce e disteso sul volto che però non riesco a decifrare.
«Domani mattina però, voglio offrirti io la colazione perché sarà una colazione speciale.»
La guardo curioso e lei continua.
«Ci sono mia madre e mia sorella e voglio fartele incontrare.»
«Non vedo l'ora...»
«È mia sorella che mi ha convinta a venire qui stanotte, senza di lei non saremo a questo punto.»
«Ma ti ha convinta lei a ricominciare con me o...»
«Scemo, intendo a venire qui adesso. Sarei venuta domani mattina, dubbi non ne ho sulla decisione presa e non mi ha convinta di certo mia sorella» dice guardandomi male per un attimo.
La bacio di nuovo e mi sembra di star ricominciando a vivere dopo un periodo di buio totale. «Ora andiamo a letto?» le lascio un bacio sul collo e lei si morde la bocca annuendo.
Dio mio quanto è sexy. Quanto la desidero, è la donna più bella che io abbia mai visto. E mi manca così tanto toccarla e starle dentro che mi sembra di impazzire. Arriviamo in camera da letto e lei mi tira sopra al suo corpo. Inizio a baciarla prendendomi tutto il tempo di cui necessito per recuperare tutto il tempo perso fino ad oggi. La guardo: un fascio di luce della luna che entra dal balcone le illumina parte del viso e posso osservarla bene. Ha la pelle chiara e liscia, le labbra sono rosa e ancora umide per i nostri baci, gli occhi sono socchiusi e seguono le mie mosse. Lentamente le tolgo la camicia e noto che sotto ha un pigiama, era a letto prima di correre da me nel bel mezzo della notte.
Mi calo su di lei e la bacio ancora, non mi sazio mai dei nostri baci. Le sue mani si perdono subito tra i miei capelli e so che sta per iniziare qualcosa di meraviglioso. La spoglio e poi spoglio me, siamo nudi e abbiamo voglia di mescolarci come non ne abbiamo mai avuta prima. Mi appoggio con la mia erezione tra le sue gambe e la sento fremere per un attimo. Mi stacco e mi allungo verso il comodino per prendere un condom da mettermi perché non voglio esagerare. Non voglio spaventarla già alla prima sera.
Lei però, non è d'accordo. Mi blocca il polso con le sue dita lunghe e sottili tirandomi a lei e facendo in modo di essere occhi negli occhi con me.
«Voglio sentirti tutto» dice quasi in imbarazzo e giuro che non ho mai sentito cosa più eccitante uscire dalla sua bocca.
«Sei sicura? Non dobbiamo per forza...»
«Mi fido di te» dice e mi tira a lei facendomi abbassare sulle sue labbra e baciandomi.
Mi sembra tutto un sogno, la amo più della mia stessa vita.
Le entro dentro dolcemente e sentire la sua pelle avvolgermi mi fa sentire subito in paradiso. Non ricordavo nemmeno più cosa si sente a farlo così ma è la cosa più bella che possa esistere. E infatti non riesco a durare troppo, questa serata è troppo provante per me e dopo qualche minuto siamo entrambi ansimanti e spero soddisfatti.
Mi era mancata da morire e sapere che ora, finalmente, potremo viverci al cento per cento mi fa essere la persona più felice del mondo.

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I CAMPIONI DELL'ITALIA SIAMO NOOOIII, SIAMO NOOOIII, I CAMPIONI DELL'ITALIA SIAMO NOI!!!💙🇮🇹

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora