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«Da sola stasera?» Mi giro e lo guardo un attimo, poi scuoto la testa cercando di essere il più fredda possibile.
«No, le mie amiche sono dentro che mi aspettano.»
«Ah ok, ti ho vista qui tutta sola e ho pensato che avessi bisogno di compagnia. È pericoloso per una ragazza stare fuori da sola. E poi fa freddo, sei troppo scoperta per stare qua al freddo, prendi la mia giacca.» Se la toglie e prova a mettermela sulla spalle dopo avermi squadrata da testa a piedi ma mi sottraggo.
Mi ha davvero detto che sono troppo scoperta? Vuole decidere come devo vestirmi? Io non ce la posso fare.
«Non mi serve, grazie. Devo entrare, ciao.» Gli rispondo acida girandogli le spalle e lo sento ribattere poco dopo.
«Come preferisci, ciao miss simpatia.»
«Ciao mister me le scopo tutte» dico con un filo di voce e quasi spero che non mi abbia sentito. Lo lascio lì fuori e me ne torno dentro. Cerco con lo sguardo Elena e la vedo seduta al tavolino che sorseggia un drink e chiacchiera con un ragazzo. Più mi avvicino più mi sembra un incubo: seduto accanto a lei c'è Elif. Ma che ci fanno questi qua? Ci seguono?
«Ciao Elif.» Lo saluto non appena sono abbastanza vicina e lui si alza venendo a baciarmi le guance. Guardo un attimo Elena e dal suo sguardo so che sa.
«Che coincidenza incontrarci qua, Elena mi aveva detto che era impegnata con lo studio e che non sarebbe uscita per questo non le ho detto che venivamo.»
«Sì, infatti non dovevamo uscire fino a poco fa, poi ci siamo liberate all'ultimo ed eccoci qui.» Rispondo e vedo Elena illuminarsi subito.
«Te l'avevo detto che ho organizzato all'ultimo dai, non te la prendere. Ora scusaci ma io e Gin dobbiamo andare un attimo in bagno.» Mi prende da un braccio e mi trascina via come suo solito.
«Ma che cazzo! Ma ci seguono?»
«L'hai visto lui?» le chiedo e lei annuisce incupendosi.
«Da lontano, ho visto che usciva fuori.»
«Sì, l'ho incontrato proprio lì.»
«Ti ha detto qualcosa?»
«Mi ha chiesto come mai fossi da sola là fuori e voleva darmi la sua giacca per ripararmi dal freddo.» Deglutisco rumorosamente un flotto di saliva e vedo i suoi occhi spalancarsi ad ogni mia parola.
«Brutto bastardo...» dà una specie di pugno nel muro e poi continua. «Che gli hai risposto?»
«Che non avevo bisogno della sua giacca e che c'eravate voi dentro ad aspettarmi e me ne sono andata.»
«Un bel palo, ottimo. Se lo merita.»
«Non penso che ci stesse provando, ma io sono stata chiara, perentoria.»
«Hai fatto bene. Ora torniamo di là e lo ignoro, se dovesse venire da me farò finta che non esiste.» Sembra convinta e io la appoggio.
«Andiamo.»
Torniamo nella sala principale del locale e ci sediamo ai nostri divanetti. Simona ci raggiunge e le spieghiamo quello che è successo. Poi le mie due amiche si alzano e vanno dagli altri ragazzi per vedere chi vuole ballare mentre io riposo qualche minuto. Ho bisogno di qualche istante di calma prima di ricominciare la mia serata.
«Siamo rimasti di nuovo da soli...»
Non ci credo, è di nuovo lui e si siede di nuovo accanto a me. Non ce la faccio più, mi sento sotto pressione come se una pressa industriale mi stesse per accartocciare. «Ti ho preso qualcosa da bere.» Continua e io lo guardo male. Ha una voce così calda e avvolgente, ma nello stesso tempo sottile e rauca. Mi mette i brividi ma fingo che mi sia indifferente. Devo farlo.
«Non accetto alcolici da sconosciuti.»
«È Sprite e fragola, non è alcolico.»
«Non ho sete, grazie.»
Come devo fare per liberarmene?
«Okay, te lo lascio qui quando vuoi te lo bevi» mi sorride e fa un sorso dal suo bicchiere non lasciando mai i miei occhi.
«Grazie te lo puoi anche riportare, non mi piace. Scusa vado a ballare ora» trovo la forza per alzarmi e finalmente ritorno a respirare. Le mie amiche hanno ragione: questo ragazzo ha qualcosa di strano, di potente che ti attrae anche se non fa niente di che. È difficile stargli lontano.
«Okay» annuisce come se io avessi chiesto il suo permesso per fare qualcosa.
Raggiungo le altre che non dicono nulla quindi suppongo che non mi abbiano visto con lui, meglio così, non mi piace dare troppe spiegazioni.
Ballo con loro e poi con un nostro amico e dopo quasi mezz'ora sono esausta e ho la gola secca, ho bisogno di bere.
«Ragazze vado un attimo al bar, volete qualcosa voi?»
«No grazie abbiamo appena bevuto» rispondono e io mi allontano andando verso il bar. Cammino tra la folla e dopo qualche minuto intravedo finalmente il bar. Chiamo il barman-prendo il mio drink, Sprite e fragola, e me ne torno al mio posto. O almeno è quello che vorrei fare.
«Allora non avevo sbagliato gusto...» me lo ritrovo di nuovo di fronte e sbuffo.
«Ma mi lasci in pace? Come devo farti capire che le tue attenzioni non mi interessano?» glielo dico chiaro e tondo in faccia e lui fa un'espressione stranita, come se non si aspettasse la mia reazione. Ma come fa a non capire che deve starmi lontano dopo quello che ha fatto con le mie amiche? Non ci vuole una maga per capire il motivo del mio comportamento.
«Ma ti ho fatto qualcosa per caso?» mi domanda come se stesse cadendo dalle nuvole. «Penso di essere stato sempre gentile con te, perché mi tratti così?»
«Lasciami perdere e basta.»
«E se non volessi?»
«Non mi convinci con due paroline dolci, non cado ai tuoi piedi come le altre. Ora mi lasci andare?» inarca le sopracciglia e mi guarda sempre più confuso. Forse è colpa della musica alta, forse non capisce bene l'italiano ma sembra davvero non capire ciò che gli dico. Almeno riesco ad andarmene senza che mi infastidisca ancora e anche stavolta le mie amiche non si sono accorte di nulla.
Non mi ha toccata eppure se solo penso al suo sguardo su di me ho i brividi. Se chiudo gli occhi e mi immagino i suoi occhi sulla schiena mentre mi allontano mi tremano le ginocchia. Ma perché? E soprattutto perché è così stupido da comportarsi così con me? Non lo so e non so come spiegarmelo ma resta il fatto che non mi sentivo così viva da mesi, forse anni.

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora