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Quando sto con mia madre e mia sorella mi sento rinascere. Sono più felice e rilassata e vorrei essere così anche quando sono con Khvicha. Perché con lui non ci riesco? Perché devo privarmi di tutte le cose belle che possiamo viverci insieme a causa delle mie paranoie inutili? È questo che devo superare e spero che questi giorni lontani da lui mi aiutino. Sì perché io una vita senza di lui non la voglio vivere, io una vita senza lui non la considererei vita. Però ha ragione su tutto quando dice quello che dice, non è giusto continuare così.
«Ma se io e Sasi ci trasferissimo qui?» Laura mi distoglie dai miei pensieri e mi fa saltare dalla sedia del ristorante in cui siamo sedute.
«Davvero? Sarebbe un sogno per me!» lo dico con talmente tanta gioia che qualcuno degli altri tavoli mi guarda per qualche istante.
«Ci stiamo pensando e ovviamente verrebbe anche mamma. La pensione si avvicina e potrebbe chiederla con qualche anno di anticipo. No, mamma?»
«Sì, ci stavo pensando. Se vi trasferite tutte e due qui potrei farlo anche io» dice e a me sembra tutto un sogno.
«A me farebbe piacere, lo sapete. Se decidete mi metto subito all'opera e vi trovo casa. Non è facile quindi dovete darmi un po' di preavviso» spiego e loro annuiscono.
«Certo. Nelle prossime settimane decidiamo» mia sorella si sporge verso di me e mi fissa. Mi guarda in un modo che mi fa temere qualsiasi cosa. Lei ha questo potere, mi guarda e capisce tutto. «Ma tu devi dirci qualcosa?» 
Ha capito tutto, lo so. Ma non me la sento di dirle nulla ora, non adesso che io e Khvicha siamo in standby. 
«No, nulla di nuovo oltre il nuovo lavoro» scuoto la testa e cerco di guardarla negli occhi senza avere tentennamenti. Lei capirebbe ogni mia piccola titubanza.
«Mh... mi sono sbagliata allora, va bene» dice guardandomi ancora con aria sospettosa.
«Non so a che ti riferisci ma non ho novità, davvero» sorrido e bevo un sorso di sangria per poi tornare a fissarla negli occhi. Dentro sto tremando e mi si sta seccando la gola, la bocca, il cuore me lo sento fin nelle orecchie ma all'esterno spero di essere stata abbastanza sicura.
«Va bene, va bene...» ripete e poi cambia argomento iniziando a parlare di nostro fratello e i casini che ancora sta combinando. Posso tornare a respirare anche se so che lei non è per nulla convinta di ciò che le ho detto e mi metterà ancora alla prova. 
Passiamo diverse giornate in giro per la città, le porto con me al lavoro, poi andiamo al teatro, al cinema, in un museo poco fuori città che non avevo ancora visto e alla sera sempre ristoranti diversi. 
Vorrei che questa spensieratezza non mi abbandonasse mai e invece già quando alla sera me ne torno in camera mia e inizio a pensare, torno nel baratro. Penso a lui, a quello che potrebbe succedere, all'eventualità che lui possa accusarmi di qualcosa, al terrore che ho della sua ricchezza e mi riprende l'ansia. Perché non riesco a superarlo?
«Tu hai qualcosa di diverso dall'ultima volta che ci siamo viste, tre mesi fa» le parole di mia sorella, sdraiata accanto a me sul letto nel totale buio, mi fanno spaventare. Pensavo che stesse dormendo da ore e invece non è così.
«Laura, mi hai spaventata...»
«Perché non dormi?»
«Non c'è un motivo, stavo pensando» il cuore inizia a rimbombarmi in petto. Non so mentirle quando incalza. Mi giro dall'altro lato e prego che smetta di insistere su questa storia ma le mie preghiere non vengono ascoltate.
«Tu mi stai nascondendo qualcosa, qualcosa di molto grosso» si mette seduta in mezzo al letto e accende la luce sul suo comodino. Mi tira da un braccio e mi fa voltare verso di lei. Mi guarda con aria indagatrice e io mi sento crollare.
«Ti ho già detto di no.»
«Non mi mentire. I tuoi vestiti hanno un odore diverso, ho visto che hai fatto shopping di intimo sexy e ogni tanto hai questi momenti di pausa in cui guardi il vuoto e pensi. Io ti conosco bene e ti ho vista così solo per una persona. O mi dici che succede o ti dico la mia ipotesi» incrocia le braccia sotto al seno e continua a fissarmi come se fosse un interrogatorio. 
Inizio a sudare, ma che vuole?
«Basta Laura, davvero non ho nulla da dirti. Ho comprato l'intimo nuovo perché il mio era rovinato e il profumo è un nuovo profumo che ho comprato. Tutto qui.»
Non so più che dire, se non mi crede ora non saprei più davvero che scusa inventarmi.
«Da quanto?»
Eccola che inizia con le domande indagatrici. Non cambierà mai.
«Cosa?»
«Tu e Khvicha. Da quanto?» 
Appena lo nomina mi sento un nodo in gola che mi impedisce di parlare. L'ansia mi assale e abbasso la testa trattenendo le lacrime. Non rispondo e lei continua.
«Perché non me lo hai detto?» 
«Non l'ho detto a nessuno in realtà, l'ho tenuto solo per me perché dovevo elaborarlo ancora per bene prima di dirlo a qualcuno.»
«Perché cosa c'è che non va? È fidanzato? Sei l'amante?» mi chiede e io subito scuoto la testa. Ma come le pensa certe cose? Beh, effettivamente per come l'ho detto le ho fatto pensare che dovesse essere un segreto ma non è proprio così.
«No, assolutamente. Due mesi fa abbiamo riprovato a stare insieme ma io ho i soliti blocchi di sempre. Non riesco a fidarmi, ho paura che lui possa vedermi come una sanguisuga che vuole incastrarlo in qualche modo. Ora ci siamo presi una pausa perché lui vuole che io migliori ma non so se riesco» sbuffo anche se devo dire che mi sento più leggera dopo averne parlato con qualcuno, anzi, con lei. 
«Sei una cogliona. Ma come si fa? Lui ti ama?» domanda e io rispondo subito senza il minimo tentennamento. Non ho nessun dubbio su questo. 
«Sì.»
«Tu lo ami?»
«Tantissimo, sì» annuisco e lei mi guarda in cagnesco. Lo stesso vale per me.
«Lui ti ha accusato di qualcosa o avevate detto di aver superato quella fase di quando eravate due ragazzini?»
«Ci siamo perdonati tutto e siamo andati avanti.»
«Allora sei proprio una cogliona! Ma perché ti fai tutti questi problemi? Perché ti auto saboti? Perché ti autodistruggi?»
«Non lo so! Non riesco a superare questa cosa...»
«Stammi a sentire Ginevra» mi prende dalle spalle e mi scuote, mettendosi poi con i suoi occhi nei miei. «Non fartelo scappare, non di nuovo. Tu lo ami, l'hai sempre amato, sei stata malissimo senza di lui e ora non puoi fartelo scappare. Sei una donna forte ed indipendente, devi essere sicura di te come sei sempre stata. Lui non ti accuserà di nulla ne sono sicura.»
«Ne sono sicura anche io, è quello il problema, capisci? Io sono sicura che lui non mi accuserebbe di nulla ma non riesco comunque a superare questa paura.»
Mi fissa e per qualche secondo non dice niente, poi fa un leggero sorriso e si schiarisce la voce.
«Ricordi quando eravamo piccole e avevi paura di tuffarti dal pedalò? Eri terrorizzata, non riuscivi nemmeno a stare in piedi per paura di cadere in acqua.» 
«Certo, eravamo in Calabria. Ero spaventatissima e piangevo al solo pensiero di dovermi tuffare. Che c'entra ora questo?» non ho capito a cosa vuole arrivare onestamente ma la ascolto curiosa.
«Ti dissi di fidarti di me e di tuffarti con me dandomi la mano. Tu ti fidasti, ricordo che mi stringevi così forte la mano che dopo mi faceva malissimo. Ci siamo tuffate insieme ed è andata bene, no?»
«Benissimo. Ricordo che non la smettevo più di tuffarmi, papà dovette portarmi via con la forza» sorrido ripensando a quei ricordi lontani e spensierati.
«Esatto, devi fare lo stesso con Khvicha. Devi fidarti, devi stringergli la mano e tuffarti. Non devi avere più paura e vedrai che quello che arriverà dopo ti piacerà talmente tanto che non vorrai più smettere» dice e mi viene quasi da piangere per quanto sono giuste le sue parole. Ha ragione da vendere e io non devo essere più bloccata da paure inutili. «Domani chiamalo» termina.
«Domani abbiamo appuntamento per chiarire una volta per tutte la situazione. E devo essere sicura della mia decisione.»
«E ci stai davvero ancora pensando?»
«No, in realtà non ho mai avuto dubbi.»
«Allora vai, vai adesso! Che stai aspettando, cogliona?»
«Ora?» mia sorella è impazzita.
«Adesso! Ti accompagno, vestiti» esce dal letto e butta giù anche me.
«Ma sono le tre e mezza, starà dormendo!»
«Non mi interessa, vestiti e vai da lui se ne sei sicura. Ne sei sicura? Lo ami? Vuoi stare con lui per davvero senza più le tue stronzate di contorno?»
Mi tremano le gambe, sto sudando come una fontana e mi viene da piangere ma non ho dubbi sulla risposta. Non ne ho mai avuti.
«Sì, sì e ancora sì!»
«Allora sbrigati e vai da lui! Tuffati senza paura!»

Sì, ha ragione, devo correre da lui. Non voglio più perdere tempo, voglio tuffarmi con lui nella nostra vita insieme e vivere finalmente senza paura.

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora