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12 Marzo 2023

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12 Marzo 2023

Emma aveva deciso di portarlo da suo padre, e fortunatamente la settimana era perfetta perché Charles sarebbe dovuto andare a Maranello per dei controlli in scuderia, e suo padre abitava proprio difronte alla sede, da vero tifoso.
Gli avrebbe parlato della sua famiglia, in realtà solo di suo padre.. e di suo fratello.
<<Aspetterò>> le aveva detto Charles, ma lei non era tanto sicura di averlo ancora a fianco quando sarebbe stata pronta.
Non era mai stata aperta a parlare del suo passato con il primo che passava, fece anche svariate sedute da una psicologa vicino casa sua ma non riusciva a dirle niente, non voleva.

Erano sull'aereo per Modena ed erano seduto vicini, lui si era addormentato sulla spalla di Emma mentre lei non riusciva a chiudere occhio. Ammirava davvero Charles per questo suo potere, riuscir a dormire in qualunque posto e a qualunque ora.
Arrivarono in davvero poco tempo, e lei fu costretta a svegliare Charles che con un lamento contrariato si alzò e scesero dall'aereo.
<<Non essere agitato>> gli disse una volta entrati in auto. <<Non lo sono>> lei sorrise, spostando lo sguardo verso il finestrino.

La verità è che ormai lei sapeva leggergli ogni emozione in faccia, sapeva che era agitato soltanto dal modo in cui tamburellava le dita sul volante.

<<Non mentirmi>> lui sorrise, senza staccare gli occhi dalla strada <<Ho imparato a capire ogni tuo movimento e ogni motivo per cui lo fai, me ne accorgo quando menti.>> lui sospirò <<Ho paura, non lo so perché. Mi hai detto che è perfino un tifoso quindi non dovrei preoccuparmi, però lo sto facendo.>> lei sorride. <<Ogni volta che lo
chiamo è sempre impaziente di incontrarti, e non perché è un tifoso, ma perché secondo lui tu sei la persona giusta per me. Non devi agitarti. Se fa qualche battuta è totalmente normale, è fatto così, ho preso il mio carattere completamente da lui, fortunatamente.>> lui deglutì rumorosamente, parcheggiando sotto l'indirizzo dettato dalla bionda. <<Arrivati>> entrambi uscirono dalla macchina, lei bussò alla porta e alla domanda <<Chi è>> lei riconobbe la voce del padre e rispose subito <<Io!>> e il portone le fu aperto.

Gli tenne la mano in ascensore giocherellando con la manica della felpa grigia che le aveva prestato il ragazzo.
Lui aveva indossato dei jeans grigi con la felpa azzurra con la scritta Ferrari, sotto consiglio della bionda, le piaceva davvero tanto.
<<Io non ero così agitata>> gli fece notare, arricciando il naso, e lui sbuffò una risata <<Tu eri anche peggio, in macchina non stavi ferma!>> lei sorrise divertita dal ricordo.

Aveva il cuore leggero, stava presentando il primo ragazzo a suo padre, non come ufficiale relazione, ma quasi.
Sperava solamente che suo papà non rovinasse tutto.
<<Ciao!>> Charles ricambiò il saluto <<Piacere, Charles>> si strinsero la mano e lei lo spinse dentro casa con un gran sorriso.
Abbracciò l'uomo davanti a lui e poi tornò vicino il pilota, che subito cercò la sua mano per stringerla.

Destinati [Charles Leclerc] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora