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13 Marzo 2023

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13 Marzo 2023

Dopo quel pranzo Charles sarebbe andato a Maranello, ed Emma aveva deciso di andare con lui. I rischi erano tanti, troppi; sarebbero sicuramente stati visti e fotografati, e con mille dubbi la ragazza comunque lo seguì.
<<C'è un po' di gente>> disse il ragazzo, fermando l'auto all'interno del parcheggio. Si girò verso la ragazza che gli sorrise <<Se a te va bene..>> lui le mostrò le fossette <<Io sono più che sicuro, se ti danno fastidio stringimi la mano.>> Uscirono dalla macchina e Charles fu davvero accolto calorosamente dalle decine di Fan impazziti. <<Juliette>> alla fine fu lui a stringerle la mano per primo, poi autografando i cappellini con l'altra. Fece foto con tutti, sempre stringendo la mano di Emma, che lo guardava sorridendo.
<<Grazie, grazie>> ringraziò tutti salutandoli con la mano e i due entrarono nella struttura.

<<Ciao Carlos>> Emma sorrise allo spagnolo, che le diede un veloce abbraccio ricambiando il sorriso, costringendole anche a lasciare la mano di Charles <<Ciao Emma, come stai?>> le chiese, <<Bene, tu?>> Cercò subito la mano del monegasco, che la strinse, come se quei secondi senza contatto fisico li aveva odiati.
<<Bene>> le sorrise lo spagnolo.

Charles e Carlos si salutarono con un abbraccio, anche se il pilota numero 16 non lasciò mai la mano della ragazza.
<<Fred ci sta aspettando.>> il ragazzo che Emma teneva per mano annuì. <<Se vuoi torno a casa>> gli sussurrò all orecchio, lui scosse la testa velocemente <<Non dai fastidio agli altri, a me sicuramente no>> e dopo fece un gesto così semplice. Le lasciò un piccolo bacio a stampo, facendola arrossire fino alle punte dei capelli.
Si sentiva una ragazzina ai tempi del liceo, ormai aveva quasi 23 anni e doveva smetterla di andare in palpitazione solo per un bacio innocuo. <<Se ti ha dato fastidio->> Lei lo zittii con un sorriso <<No, tranquillo. Era soltanto inaspettato, voglio abituarmi.>> seguirono Carlos fino ai garage, dove si trovavano già i meccanici e gli ingegneri a lavoro.
Emma si sedette su una sedia, osservandoli attentamente. I due piloti avevano iniziato a parlare con il loro Team Principal, che gesticolava spiegando la situazione.

La bionda era una persona troppo curiosa, non voleva di certo disturbare il lavoro duro che stavano facendo quei signori, ma qualche domandina le era scappata, non riusciva proprio a mantenere la bocca chiusa.

Quando vide Charles frustrato capì che qualcosa non andava bene, le aveva accennato che la macchina non era competitiva come pensavano, che il ritiro nella prima gara era stato grave ed erano quarta potenza in quel momento.

Era anche vero che era soltanto una gara di ventitré. Però i piloti sapevano che per arrivare primi c'era tanta strada da fare.
Vide Charles guardare con attenzione il lavoro degli ingegneri, stavano cambiando un pezzo, Emma si sentiva così confusa, come poteva aiutare?

Si morse il labbro indecisa su cosa fare, per una volta lasciò perdere rimanendo seduta al suo posto, perché non era nessuno per dare consigli e nemmeno per incoraggiare. Nessuno la stava guardando e sarebbe dovuto rimanere così, doveva rimanere trasparente. Non doveva dare problemi.
<<Tutto bene?>> le domandò in italiano un meccanico con la maglia rossa, vedendola incantata a guardare il vuoto e a torturarsi le mani. <<Si, grazie.>> gli sorrise. <<Sei italiana?>> lei annuì alla domanda. Okay basta, stava diventando imbarazzante.

Finalmente il ragazzo si allontanò e lei alzò lo sguardo verso Charles, che stava fissando il ragazzo di prima con la mascella serrata. Lei ridacchiò, attirando la sua attenzione. Quando i loro occhi si incontrarono lui si rilassò immediatamente, sorridendole. Lei scosse la testa, come per comunicargli qualcosa, e lui le mandò un bacio prima di riprendere ad ascoltare il suo ingegnere.

Quando arrivò Andrea, Emma si annoiò di meno, continuavano a parlare e prendere in giro Charles concentrato sulla monoposto.
<<Avete fatto tutti gli scalini della Torre Eiffel?>> lei annuì sorridendo divertita <<Tutti!>> Andrea sorrise soddisfatto <<Emma, trattalo bene.>> Diventò magicamente serio, e lei sbiancò diventando bianca come un cadavere. <<I-io, si.. certo. Non ho intenzione di farlo distrarre da quello che è il suo obbiettivo da tutta la vita.>> Distolse lo sguardo dal preparatore atletico del monegasco, portando lo sguardo proprio verso di lui.

Charles continuava a girarsi preoccupato, come se avesse paura che lei potesse scappare via da lì.  Le sorrise di nuovo, facendole l'occhiolino.
Andrea se ne era andato dalla sedia accanto alla sua ed era andato ad osservare il lavoro dei meccanici.

<<Abbiamo finito>> le sorrise, lei si alzò dalla sedia <<Va bene, Carlos?>> chiese, per volerlo salutare. <<Sta facendo dei giri in pista, la mia monoposto ha ancora qualche problema da risolvere.>> cercò di mantenere un sorriso anche con quella brutta notizia, che fece imbronciare la ragazza davanti a lui.

Charles salutò tutti i presenti nella stanza con un cenno di mano e un semplice "ciao". Poi prese la ragazza per mano e insieme uscirono da lì, dirigendosi velocemente in auto dopo aver scattato qualche foto con i fan.
<<Si vede che ami i tuoi tifosi.>> lui sospirò, <<Tanto, mi caricano sempre.>> lei sorrise.

Non smetteva di osservarlo, il suo profilo perfetto. I capelli erano scompigliati che gli ricadevano sulla fronte, gli occhi attenti sulla strada e il labbro inferiore incastrato tra i denti, come se volesse trattenersi dal dire qualcosa.
<<Che ti ha detto Andrea?>> le chiese, e lei arricciò il naso rispondendogli <<Niente>> lui la vide dallo specchietto. <<Quando arricci il naso vuol dire che stai mentendo.>> non volle ammetterlo nemmeno a se stesso ma un po' si allarmò nel vedere che lei non voleva rispondere a quella domanda. <<Ha detto che devo trattarti bene. Penso che abbia paura che io ti distragga dal tuo obbiettivo di vincere il campionato.>> lui sospirò, portandosi una mano tra i capelli. Lei si girò verso il finestrino appoggiandosi con la fronte. <<Non ascoltarlo. Non avrei mai lottato per averti se fossi stata una distrazione.>> la fece sorridere, sollevandole l'umore anche se per poco.
<<Andiamo a casa?>> gli chiese, e lui annuì.

Che domanda stupida. Lei già si sentiva a casa ovunque andasse con lui.

Eccomi con un nuovo capitolo! Grazie mille per le 2 mila stelline

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Eccomi con un nuovo capitolo! Grazie mille per le 2 mila stelline..wow sono tantissime, e soprattutto le 35 mila visualizzazioni.✨
Non parliamo della gara .. sono furiosa.
Oggi spazio autrice breve, ci vediamo venerdì con il capitolo 27 ❤️

Destinati [Charles Leclerc] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora