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17 Gennaio 2023

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17 Gennaio 2023

<<si papà ho preso tutto>> la ragazza sorrise guardando l'uomo dinanzi a lei. <<sicura piccola?>> scosse la testa divertita <<si, ci vediamo presto te lo prometto>> abbracciò il padre con le lacrime agli occhi.

Stava andando via, a 23 anni si stava trasferendo fuori dall'Italia, che era stata la sua casa per tanti anni, per inseguire il suo sogno.

<<Tua madre è fiera di te>> servirono poche parole per far scoppiare a piangere la ragazza. Come una pugnalata al petto la voce meccanica annunciò che il suo volo stava per partire.

<<grazie>> lo ringraziò per l'ultima volta prima di prendere tutte le sue cose e andare verso l'imbarco.

"Monaco arrivo"
pensò la ragazza, sospirò e quando si sedette al suo posto lasciò scorrere poche lacrime e indossò le sue cuffie, per ascoltare la sua musica preferita.

Si addormentò con il sorriso, ascoltando i Coldplay; fortunatamente si svegliò prima dell'atterraggio, si allacciò la cintura di sicurezza e sorrise, immaginando ciò che stava per aspettarle.

Uscì di fretta e furia dall'aeroporto, per respirare l'aria di quella che sarebbe la sua nuova casa. Prese un taxi e per tutto il tragitto guardò fuori il finestrino il mare e il lusso che preservava quella Città. <<Merci>> ringraziò il signore di averla accompagnata ed entrò nella sua casa.

<<Nonno!>> corse incontro a suo nonno, che la aspettava a braccia aperte all'entrata della casa.
<<Juliette, come mi sei mancata.>> la abbracciò fortissimo, dandole un bacio tra i capelli.
<<Tu mi sei mancato di più.>> sorrise, lasciandogli un bacio sulla guancia.
<<Vieni, entra.>> lei si fece guidare da lui.

La casa la conosceva bene, sapeva ogni singolo centimetro. Passava tutte le estati lì.
<<Questa sarà la tua camera, la solita.>> le disse, aprendo la porta e mostrando una stanza tutta di colore bianco, come lei aveva sempre amato.

<<Ti ho comprato queste..>> tirò fuori da una busta tre vasi enormi di vernice. Gialla, marrone e nera. <<I girasoli..>> sorrise.
<<Già, puoi dipingerli se vuoi, sulla parete.>> le sorrise, porgendole anche i pennelli che lei prontamente afferrò.
<<Grazie>> lo abbracciò un ultima volta prima di iniziare il suo lavoro.

Voleva il suo muro pieno di girasoli.

Ma prima chiamò suo padre, per informarlo che era arrivata e che la casa era stupenda. Che il nonno le era mancato e soprattutto la sorpresa della vernice.
<<Mi mancherai, anzi già mi manchi.>> Emma sorrise, cercando di non piangere.
<<Anche tu papi, ci vediamo presto.>> chiusero la chiamata e la bionda si mise all'opera.

***

Emma e France, suo nonno, Avevano deciso di andare a lavoro il pomeriggio del giorno seguente, il nonno le avrebbe mostrato alcuni cambiamenti che aveva effettuato alla pista di kart e lei loteba decidere se iniziare a lavorare lì o meno. Perché France voleva ospitarla, ma dovevano più o meno dividersi i compiti e le spese.

<<È fantastico. Sai già che ho deciso.>> gli disse, sorridendo guardando l'entrata della pista.
<<Lo so, hai sempre amato questo posto.>> le sorrise ed entrarono all'interno.

Guardò ogni dettaglio, era passato un po' da quando era venuta l'ultima volta, adesso c'erano foto appese a cornici, che ritraevano dei ragazzini, una reception strutturata, il garage era cambiato e adesso era più ordinato, le cose erano al proprio posto.
I kart erano sempre quelli, storici ma ormai vecchi. Non aveva proferito parola sa quando erano entrati, lei riusciva soltanto a sorridere.

Poi uscirono da quelle stanze pitturate di grigio e rosso e si ritrovarono nella vera pista, dove non era cambiato assolutamente niente, riusciva ancora a vedere la piccola Emma che girava continuamente quel tracciato.

Sospirò, questo era casa.

<<Si>> annuì, con gli occhi lucidi a causa dei ricordi. Il nonno le accarezzò la spalla e tornarono nel garage, dove lei si era gia messa al lavoro cambiandosi e indossando l'uniforme.
Le stava un po' grande, ma poteva conviverci.
Si legò i capelli e improvvisamente si sentì un vero meccanico, come in Formula 1.
Si morse il labbro a quel pensiero e lo scacciò dalla testa.

<<Piacere Emma>> si presentò a due ragazzi che lavoravano lì e indossavano la sua stessa uniforme. <<Ciao!>> il moro la salutò stringendole la mano, e poi dicendo il suo nome. <<Riccardo.>> lei sorrise annuendo e poi il ragazzo accanto soltanto annuì, con un espressione fin troppo difficile per capirla.
<<Andrea.>> Lei lo scrutò, cercando di capire che cosa frullava per la mente a quel biondo.
<<Emma.>> staccò le mani, rivolgendo un sorriso al moro e tornando a lavoro.

Chissà.

Si preoccupò di controllare alcuni Kart, si era resa conto che non c'era molto lavoro da fare perché almeno quel giorno, nessun cliente si era presentato, e un po' questo la fece rattristire. Contandoli si rese conto che ne mancava uno, il numero 16.

<<Tra poco arriveranno!>> France annunciò entrando nella stanza, noi tre annuimmo ed Emma si domandò

Chi?

Comunque cercò di non domandare niente, era una persona troppo impicciona, per evitarlo decise di andare in bagno qualche minuto.
<<Torno subito>> disse la ragazza sistemandosi i capelli.

Entrò nel bagno e si lavò le mani con il sapone, erano lerce. Prese il telefono e andò su Instagram, la prima cosa che le apparse erano le storie delle sue amiche, che mentre lei era a Monaco a lavorare loro erano immerse nelle acque delle maldive.

 Prese il telefono e andò su Instagram, la prima cosa che le apparse erano le storie delle sue amiche, che mentre lei era a Monaco a lavorare loro erano immerse nelle acque delle maldive

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Ciao! Ho cercato di riscriverlo simile a quello originale, perché Wattpad ha dato problemi me l'ha eliminato, quindi ho dovuto riscriverlo.
❤️

Destinati [Charles Leclerc] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora