🌷- Capitolo 1.

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Aurora non aveva mai veramente pensato chi o cosa volesse diventare un giorno.
In realtà crescendo un pó come tutti i bambini aveva coltivato e creduto nei suoi sogni. Le era piaciuto e le mancava vivere quei tempi della sua infanzia in cui bastava viaggiare con la fantasia per credersi ciò che più desiderava: l'astronauta, la ballerina, la veterinaria...
Certo, fare l'astronauta era impossibile a cinque anni, ed era per questo che alla fine aveva deciso- dopo un annetto scarso di danza- per il pattinaggio, per il quale era riuscita a trovare un posticino speciale nella sua vita. Le piacevano le sensazioni che provava in quei momenti li, l'aria tra i capelli, la sensazione di libertà, poter esprimersi come meglio voleva attraverso solo ed unicamente il suo corpo.
Era stato bello, finché non aveva dovuto rinunciarci e continuare la sua vita alla ricerca di qualche altro futuro che le apparve immediatamente incerto.

Crescendo aveva iniziato a credere che infondo- non potendo più dedicarsi a ciò che veramente amava- un lavoro valesse l'altro, pur di portare uno stipendio a casa sarebbe stata disposta a fare tutto- o quasi tutto-, per questo una volta terminato l'esame di maturità, con un diploma in agraria e tanta poca voglia di metterlo in pratica, aveva deciso di trasferirsi ad Andria, dai suoi nonni, e in seguito aveva iniziato a lavorare in una piccola libreria.
Le era sempre piaciuto leggere e le piaceva stare lì, ma sapeva di non essere soddisfatta infondo. Mancava qualcosa e non se ne rese conto finché un giorno, la sua amica, non arrivò correndo sul suo posto di lavoro.

Era intenta a sistemare un paio di libri recapitati il pomeriggio prima alla libreria, rifornendo gli scaffali vuoti, quando come un uragano la bionda fece il suo ingresso.
"AUROO!" la sentì esclamare dall'entrata fino al fondo del negozio, prima di vederla spuntare da dietro lo scaffale con fare saltellante.
"Vanè." disse il suo nome quasi in un sospiro. "Qual buon vento di porta-"
"TI HANNO PRESA!" Esclamò poi e li le prestò tutta la sua attenzione.
"Mi hanno presa?" chiese confusa per un attimo, per poi all'improvviso illuminarsi, capendo a cosa si stesse effettivamente riferendo: il casting di Amici. Finalmente i risultati del provino che aveva sostenuto qualche tempo prima erano arrivati e a giudicare dalle parole e dal luccichio di felicità negli occhi dell'amica potè scommettere sul fatto che fosse positivo. Quasi si lasciò cadere i libri di Harry Potter che teneva in mano sul parquet ai suoi piedi, ma si trattenne pensando che non volevo essere licenziata- almeno non in quel modo- così li lasciò di corsa sullo scaffale prima di gioire dalla felicità con Vanessa. La sua migliore amica, senza la quale a sostenerla e a convincerla a partecipare ai casting non sarebbe mai arrivata lì, seduta in un angolo della sala relax, ad attendere il suo turno per esibirsi e sperare di ottenere un banco nella categoria canto.

Al contrario di Aurora, Alessio sapeva perfettamente cosa volesse fare nella sua vita, e lo sapeva da sempre, fin da quando era bambino e la danza l'aveva completamente trascinato in quel mondo magico nel quale entrava ogni volta che ballava, ogni volta che ogni singola fibra, tessuto e cellula del suo corpo si muoveva a ritmo di musica, coinvolgendolo in un ballo che desiderava solo fosse infinito.
La danza era tutto ciò che più lo faceva sentire in vita, e quella forte passione era talmente tanta e travolgente da convincerlo ad iscriversi l'anno prima ai casting di Amici.

Puntuale come un orologio svizzero aveva presentato la sua candidatura, aveva sostenuto i casting, step dopo step ed era stato scelto dalla Peparini per sostenere una sfida contro un ballerino della Celentano.

Ma alla fine non era andata bene, aveva perso e aveva visto il suo sogno infrangersi in mille pezzi, ma quell'anno- fiducioso più che mai- aveva deciso di ritentare di nuovo.
Era già quasi metà Novembre in realtà, ma aveva deciso di provare comunque anche se con un pó di ritardo, visto che i casting restano comunque sempre aperti. Ed alla fine era stato chiamato agli studi, di nuovo, per potersi mettere a giudizio dei professori.

Straordinario ||Alessio Cavaliere||Where stories live. Discover now