Capitolo 44

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DRACO POV'S
Dopo essere stata qualche minuto in camera con me a rassicurarmi, Martina mi ha convinto a scendere di nuovo giù per continuare a pranzare. Come sempre, si è dedicata a me come se fossi la cosa più importante della sua vita, come se questo ragazzo, agli occhi degli altri sempre perfetto, ma in realtà molto fragile, meritasse tanto dalla vita. In realtà, sono l'ultima persona di questo mondo a meritare qualcosa, soprattutto, non merito lei, i suoi sorrisi e i suoi occhi dolci che mi esplorano, che cercano di darmi pace e tranquillità. Come posso avere con me una ragazza così unica e inimitabile, e poi tradirla strappandole dall'anima suo nonno? Che persona sarò ai suoi occhi quando saprà tutto? Ora ditemi, come posso sentirmi al solo pensiero che la causa delle sue lacrime e del suo dolore sarò io, colui di cui si fida.
Provo a scacciare via questi pensieri, dai quali cerco di scappare da settimane, prendendo varie vie e scorciatoie nella mia testa, ignorando il mio compito in questa guerra, quando so perfettamente che prima o poi quel momento arriverà, e io non potrò fare nulla per impedirlo. Il mio cuore trema di paura, vorrei solo essere per una volta felice, ed esserlo con lei.
Faccio un leggero sorriso, molto forzato e finto, che per fortuna Martina non nota, mi asciugo con il dorso della mano le lacrime scese sul mio viso poco fa, e in seguito prendo la mano della ragazza di fronte a me, ne bacio il dorso e mi sollevo dal letto trascinando con me anche lei. Appena dopo, lasciamo la mia camera e ritorniamo in sala da pranzo, quanto vorrei essere altrove.

Questa sera diremo ai nostri genitori della nostra storia, piena di alti e bassi, ma che rivivrei cento volte di seguito. C'è solo una cosa che mi preoccupa, una domanda che mi pongo da giorni: quale sarà la reazione dei Silente e dei miei genitori? Essi sanno perfettamente quello che dovrò fare, perciò, quanto dovrà essere frustante per Marcus ed Elisabeth sapere che la loro figlia, così pura e innocente, sta con il ragazzo che ucciderà una persona della loro famiglia?
Dopo il pranzo affrontato con il capo basso e lo sguardo di mia mamma e Martina posato su di me, mentre cercavano di capire qualcosa del mio stato d'animo, ritorno in camera, chiudo la porta alle mie spalle, mi sdraio sul letto con le mani incrociate dietro la nuca e chiudo gli occhi, buio.
È un giardino pieno di colori, dal verde del prato e dal marrone scuro dei tronchi degli alberi, fino ad arrivare ai fiori che decorano l'ambiente. Precisamente è una mattina d'estate, l'alba è sorta da poco, e gli uccellini si divertono a cinguettare, cercano di svegliare le persone, dando loro la spinta per iniziare una nuova giornata. La brezza leggera di questo giorno dona serenità, e il sole non è mai stato così affettuoso come lo è oggi. Ho cinque anni e in questo spazio grande della mia villa, ci sono anche i miei genitori, mamma Narcissa e papà Lucius. L'atmosfera è diversa: siamo felici. Non ci sono guerre, complotti, piani spaventosi, corruzione e sete di vendetta; oggi c'è solo l'estate e una famiglia riunita in un momento così semplice. Papà non è cattivo, non pensa solo a se stesso, al potere o alla scala sociale, anzi, il suo modo di fare è sincero e buono. Mamma, invece, è felice, il suo sorriso si specchia nei miei occhi, e io sono solo un bambino piccolo che vive la sua infanzia. O forse, l'immagine di una famiglia così, è solo tutto frutto della mia immaginazione.

Improvvisamente, apro gli occhi di scatto a causa di un rumore che proviene dalla porta, alzo leggermente la testa verso essa e noto una busta che passa al di sotto. Titubante, mi alzo abbastanza velocemente e raccolgo quello che sembra un bigliettino scritto su un foglio, che dice:
" Come sta il mio principe azzurro? Spero meglio. Purtroppo non possiamo stare insieme per ora, ma presto sarà diverso. Mi raccomando Malfoy, fatti bello per stasera, abbiamo un annuncio molto importante da fare.
Ti amo.
M. "

Sulle mie labbra compare un sorriso vero e spontaneo, così veloce da non poterlo controllare, poi piego il bigliettino e mentre lo appoggio sul comodino accanto al letto, ripenso al pensiero di prima, sperando che almeno da piccolo io abbia vissuto un momento simile. Non importa il fatto che non lo ricordi a causa della mia tenera età, mi basta sperare di aver avuto, anche solo per un istante, una famiglia unita, semplicemente normale.

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